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sabato 3 marzo 2018

Dio vuole educare il suo popolo ad una vita nuova



Terza domenica di Quaresima – Anno B – 2018



Chi non ha letto almeno una volta il brano delle tavole delle leggi che Dio consegna a Mosè per poi annunciarle al suo popolo? Dio vuole educare il suo popolo ad una vita nuova facendo morire quel legalismo duro esistente e promosso dai sacerdoti verso la gente,legalismo duro, insopportabile.

Le leggi che Dio offre al suo popolo non intendono continuare a imporre un giogo,
ma indicano le condizioni attraverso le quali è possibile vivere l'alleanza con la quale
si è vincolato al suo popolo.

L'aspetto più originale del «Codice dell'alleanza» è la sua premessa: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me..” Questa obbedienza è l'unica possibilità per vivere alla presenza liberante di Dio, la comunione con lui. La fedeltà chiesta da Dio indica al suo popolo che solo l'amore deve diventare l'anima della legge. Non più, per citarne una, occhio per occhio, dente per dente.

Per entrare in comunione con Dio è chiamata in causa la vita con tutte le sue scelte quotidiane, piccole o grandi che siano: rapporti tra simili, leggi che ledono la dignità umana.
La vita cristiana non consiste in una serie di pratiche che possano giustificare o tranquillizzare la nostra «buona coscienza»: messa domenicale, formule frettolose e meccaniche, devozione a qualche santo «parafulmine» contro i guai della vita.

Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”.

Prima Lettura: Dal libro dell’Esodo Es 20,1-17

La legge fu data per mezzo di Mosè.

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dei di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.

Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.

Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo»
.

Parola di Dio!

Seconda lettura: Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, 1 Cor 1,22-25

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Parola di Dio!

In questa seconda lettura l'apostolo Paolo predica ai Corinzi e a tutta la cristianità, e oggi ad ognuno di noi. Annunciando Cristo Crocifisso, PAOLO denuncia tutti coloro che pretendono che Dio si adegui ai propri schemi, che vogliono aggirare e addomesticare la Croce. Facendo suo il progetto del Padre, Cristo ha mostrato come si vive il rapporto con Dio nelle situazioni concrete della vita. Solo l'amore è capace di capire la croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono scelte non contemplate dalla legge che sembrano follia agli occhi del mondo e incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale.


La parola che la Chiesa tutta è chiamata ad annunciare come dono di vita è la parola della croce , segno supremo dell'amore di Dio. Ma questo messaggio spesso sconcerta,scoraggia allontana, è comprensibile solo a chi possiede lo Spirito. 

Facendo suo il progetto del Padre, Cristo ha mostrato per sempre come si vive il rapporto con Dio nelle situazioni concrete della vita. Solo l'amore è capace di capire la croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono scelte non contemplate dalla legge che sembrano follia agli occhi del mondo e incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale: ... la scelta volontaria della povertà o della verginità, la rinuncia a carriere prestigiose per essere più disponibili agli altri, il servizio agli ammalati, ai vecchi, la dedizione a ogni tipo di emarginati, l'impegno sociale disinteressato. Ma anche dentro la trama di una vita apparentemente monotona e banale, che in definitiva è il volto «feriale» della croce, si realizza una comunione con Dio e sale al Padre quel vero culto che induce a manifestare nelle «opere la realtà nascosta nel sacramento».

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25
 
Cristo: tempio del culto al Padre
L'evangelista Giovanni introduce alla comprensione del significato della morte-risurrezione, vertice della vita e dell'opera di Gesù e del progetto del Padre. Per la Chiesa si tratta di capire il senso del proprio rinnovamento nell'adesione e nella sequela di Cristo.

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi;gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Parola del Signore!



Lascio il commento del vangelo al nostro amato Papa Francesco:

Quello di Gesù – ha spiegato il Papa - è un gesto di purificazione: “il Tempio era stato profanato” e con il Tempio, il popolo di Dio. Profanato con il peccato tanto grave che è lo scandalo”.
La gente è buona – osserva il Papa - la gente andava al Tempio, non guardava queste cose; cercava Dio, pregava … ma doveva cambiare le monete per fare le offerte”. Il popolo di Dio andava al Tempio non per questa gente, per quelli che vendevano, ma andava al Tempio per Dioe “lì c’era la corruzione che scandalizzava il popolo”. 
Il Papa ricorda l’episodio biblico di Anna, donna umile, mamma di Samuele, che va al Tempio per chiedere la grazia di un figlio: bisbigliava in silenzio le sue preghiere”, mentre il sacerdote e i suoi due figli erano corrotti, sfruttavano i pellegrini, scandalizzavano il popolo.Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento – sottolinea Papa Francesco - con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: lo scandalo del commercio, lo scandalo delle mondanità … Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi” per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il popolo si scandalizza”.
Una volta, appena sacerdote, io ero con un gruppo di universitari, e voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una parrocchia: ma, volevano farlo con la Messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: ‘No, no: non si può’ – ‘Ma perché non si può con la Messa? Se il Concilio raccomanda di farlo sempre con la Messa …’ – ‘No, non si può, perché più di 20 minuti non si può’ – ‘Ma perché?’ – ‘Perché ci sono altri turni’ – ‘Ma, noi vogliamo la Messa!’ – ‘Ma pagate due turni!’. E per sposarsi con la Messa hanno dovuto pagare due turni. Questo è peccato di scandalo”.
Il Papa aggiunge: Noi sappiamo quello che dice Gesù a quelli che sono causa di scandalo: ‘Meglio essere buttati nel mare’”:
"Quando quelli che sono nel Tempio – siano sacerdoti, laici, segretari, ma che hanno da gestire nel Tempio la pastorale del Tempio – divengono affaristi, il popolo si scandalizza. E noi siamo responsabili di questo.
Anche i laici, eh? Tutti. Perché se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco. E la gente soffre quello scandalo. E’ curioso: il popolo di Dio sa perdonare i suoi preti, quando hanno una debolezza, scivolano su un peccato … sa perdonare. Ma ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari, come quel matrimonio: si affittava la chiesa”.
Gesù non è arrabbiato” – spiega il Papa – è l’Ira di Dio, è lo zelo per la Casa di Dio” perché non si possono servire due padroni: “o rendi il culto a Dio vivente, o rendi il culto ai soldi, al denaro”:
Ma perché Gesù ce l’ha con i soldi, ce l’ha con il denaro?
Perché la redenzione è gratuita; la gratuità di Dio Lui viene a portarci la gratuità totale dell’amore di Dio. E quando la Chiesa o le chiese diventano affariste, si dice che … eh, non è tanto gratuita, la salvezza … E’ per questo che Gesù prende la frusta in mano per fare questo rito di purificazione nel Tempio”.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome.


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