Terza
domenica di Quaresima – Anno B – 2018
Chi
non ha letto almeno una volta il brano delle tavole delle leggi che
Dio consegna a Mosè per poi annunciarle al suo popolo? Dio vuole
educare il suo popolo ad una vita nuova facendo morire quel legalismo
duro esistente e promosso dai sacerdoti verso la gente,legalismo
duro, insopportabile.
Le
leggi che Dio offre al suo popolo non intendono continuare a imporre
un giogo,
ma
indicano le condizioni attraverso le quali è possibile vivere
l'alleanza con la quale
si
è vincolato al suo popolo.
L'aspetto
più originale del «Codice dell'alleanza» è la sua premessa: “Io
sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto,
dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me..”
Questa obbedienza è l'unica possibilità per vivere alla presenza
liberante di Dio, la comunione con lui. La fedeltà chiesta da Dio
indica al suo popolo che solo l'amore deve diventare l'anima della
legge. Non più, per citarne una, occhio per occhio, dente per dente.
Per
entrare in comunione con Dio è chiamata in causa la vita con tutte
le sue scelte quotidiane, piccole o grandi che siano: rapporti tra
simili, leggi che ledono la dignità umana.
La
vita cristiana non consiste in una serie di pratiche che possano
giustificare o tranquillizzare la nostra «buona coscienza»: messa
domenicale, formule frettolose e meccaniche, devozione a qualche
santo «parafulmine» contro i guai della vita.
” Perché
io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei
padri nei figli fino
alla terza e alla quarta generazione,
per coloro che mi odiano, ma che dimostra
la sua bontà fino a mille generazioni, per
quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”.
Prima
Lettura: Dal libro dell’Esodo Es
20,1-17
La
legge fu data per mezzo di Mosè.
In
quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il
Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto,
dalla condizione servile:
Non avrai altri dei di fronte a me.
Non
ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né
di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto
la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché
io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei
padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro
che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille
generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non
pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore
non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricordati
del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai
ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del
Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né
tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo
bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei
giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è
in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha
benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora
tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese
che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai
adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza
contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo.
Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la
sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che
appartenga al tuo prossimo».
Parola
di Dio!
Seconda
lettura: Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, 1 Cor
1,22-25
Fratelli,
mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece
annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i
pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo
è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza
di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio
è più forte degli uomini.
Parola di Dio!
In
questa seconda lettura l'apostolo Paolo predica ai Corinzi e a tutta
la cristianità, e oggi ad ognuno di noi. Annunciando Cristo
Crocifisso, PAOLO denuncia tutti
coloro che pretendono che Dio si adegui ai propri schemi, che
vogliono aggirare e addomesticare la Croce. Facendo suo il progetto
del Padre, Cristo ha mostrato come si vive il rapporto con Dio nelle
situazioni concrete della vita. Solo l'amore è capace di capire la
croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono scelte non contemplate
dalla legge che sembrano follia agli occhi del mondo e
incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale.
La
parola che la Chiesa tutta è chiamata ad annunciare come dono di
vita è la parola della croce , segno supremo dell'amore di Dio. Ma
questo messaggio spesso sconcerta,scoraggia allontana, è
comprensibile solo a chi possiede lo Spirito.
Facendo suo il
progetto del Padre, Cristo ha mostrato per sempre come si vive il
rapporto con Dio nelle situazioni concrete della vita. Solo l'amore è
capace di capire la croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono
scelte non contemplate dalla legge che sembrano follia agli occhi del
mondo e incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale: ...
la scelta volontaria della povertà o della verginità, la rinuncia a
carriere prestigiose per essere più disponibili agli altri, il
servizio agli ammalati, ai vecchi, la dedizione a ogni tipo di
emarginati, l'impegno sociale disinteressato. Ma anche dentro la
trama di una vita apparentemente monotona e banale, che in definitiva
è il volto «feriale» della croce, si realizza una comunione con
Dio e sale al Padre quel vero culto che induce a manifestare nelle
«opere la realtà nascosta nel sacramento».
Dal
Vangelo secondo Giovanni 2,13-25
Cristo:
tempio del culto al Padre
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L'evangelista
Giovanni introduce alla comprensione del significato della
morte-risurrezione, vertice della vita e dell'opera di Gesù e del
progetto del Padre. Per la Chiesa si tratta di capire il senso del
proprio rinnovamento nell'adesione e nella sequela di Cristo.
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Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
Si
avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò
nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i
cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti
fuori del tempio, con le pecore e i buoi;gettò a terra il denaro dei
cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe
disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del
Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta
scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei
presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare
queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in
tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo
tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo
farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando
poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che
aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta
da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la
festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo
nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e
non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli
infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola
del Signore!
Lascio
il commento del vangelo al nostro amato Papa Francesco:
Quello
di Gesù
–
ha spiegato il Papa -
è
un gesto di purificazione: “il
Tempio era stato profanato” e con il Tempio, il popolo di Dio.
Profanato con il peccato tanto grave che è lo scandalo”.
“La
gente è buona
–
osserva il Papa -
la
gente andava al Tempio, non guardava queste cose; cercava Dio,
pregava … ma doveva cambiare le monete per fare le offerte”.
Il
popolo di Dio andava al Tempio non per questa gente, per quelli che
vendevano, ma andava al Tempio per Dio”
e
“lì c’era la corruzione che scandalizzava il popolo”.
Il
Papa ricorda l’episodio biblico di Anna, donna umile, mamma di
Samuele, che va al Tempio per chiedere la grazia di un figlio:
“bisbigliava
in silenzio le sue preghiere”,
mentre
il sacerdote e i suoi due figli erano corrotti, sfruttavano i
pellegrini, scandalizzavano il popolo.“Io
penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro
atteggiamento
–
sottolinea Papa Francesco -
con
le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: lo scandalo del
commercio, lo scandalo delle mondanità … Quante volte vediamo che
entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi”
per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il
popolo si scandalizza”.
“Una
volta, appena sacerdote, io ero con un gruppo di universitari, e
voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una
parrocchia: ma, volevano farlo con la Messa. E lì, il segretario
parrocchiale ha detto: ‘No, no: non si può’ – ‘Ma perché
non si può con la Messa? Se il Concilio raccomanda di farlo sempre
con la Messa …’ – ‘No, non si può, perché più di 20 minuti
non si può’ – ‘Ma perché?’ – ‘Perché ci sono altri
turni’ – ‘Ma, noi vogliamo la Messa!’ – ‘Ma pagate due
turni!’. E per sposarsi con la Messa hanno dovuto pagare due turni.
Questo è peccato di scandalo”.
Il
Papa aggiunge:
“Noi
sappiamo quello che dice Gesù a quelli che sono causa di scandalo:
‘Meglio
essere buttati nel mare’”:
"Quando
quelli che sono nel Tempio – siano sacerdoti, laici, segretari, ma
che hanno da gestire nel Tempio la pastorale del Tempio – divengono
affaristi, il popolo si scandalizza. E noi siamo responsabili di
questo.
Anche
i laici, eh? Tutti. Perché se io vedo che nella mia parrocchia si fa
questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco. E la
gente soffre quello scandalo. E’ curioso: il popolo di Dio sa
perdonare i suoi preti, quando hanno una debolezza, scivolano su un
peccato … sa perdonare. Ma ci sono due cose che il popolo di Dio
non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che
maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando
il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari, come quel
matrimonio: si affittava la chiesa”.
Gesù
“non
è arrabbiato” –
spiega il Papa –
“è
l’Ira di Dio, è lo zelo per la Casa di Dio”
perché
non si possono servire due padroni:
“o rendi il culto a Dio vivente, o rendi il culto ai soldi, al
denaro”:
“Ma
perché Gesù ce l’ha con i soldi, ce l’ha con il denaro?
Perché
la redenzione è gratuita; la gratuità di Dio Lui viene a portarci
la gratuità totale dell’amore di Dio. E quando la Chiesa o le
chiese diventano affariste, si dice che … eh, non è tanto
gratuita, la salvezza … E’ per questo che Gesù prende la frusta
in mano per fare questo rito di purificazione nel Tempio”.
“Mentre
era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i
segni che egli compiva, credettero nel suo nome.