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venerdì 23 febbraio 2018

Nessuno può essere contro di noi se Dio è con noi.


Seconda domenica di quaresima – Anno B- 2018
La fede di Abramo strappa a Dio una promessa

In questa domenica Dio cerca la relazione con l'uomo, la sua fiducia totale, ma vuole essere certo che l'uomo sia convinto e per questo chiede ad Abramo il coraggio di arrivare fino al sacrificio del figlio; la fede di Abramo strappa a Dio una promessa, la promessa di essere una difesa per Abramo e per il popolo che da lui discenderà. Dio entra nella storia dell'uomo con una novità: vuole che l'uomo cambi, che gli sia fedele, non più sacrifici di scambio, ma fiducia reciproca.(prima lettura).Dio colmerà di benedizioni e renderà molto numerosa la discendenza di Abramo.

Il focoso apostolo Paolo nella seconda lettura ci invita a stare sempre dalla parte di Dio: la sua onnipotenza è con noi.
La Trasfigurazione di Gesù, da un lato spaventa i discepoli e contemporaneamente li rende felici: “ è bello per noi essere qui”.
Nel percorso quaresimale, la seconda domenica interroga ciascuno di noi sul tema della fede: quanto è grande la nostra fede in Dio? Ci fidiamo di Lui? Quando e in che modo?

PRIMA LETTURA : Dal libro della Genesi 22,1-2.9.10-13.15-18

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato;qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare;la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».


SECONDA LETTURA : Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,31-34
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto?Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
L'apostolo Paolo, dopo aver affermato che giudei e pagani sono posti sullo stesso piano davanti alla croce di Cristo, parla della vita del credente, che non è più sotto il dominio della carne e delle sue passioni, ma vive grazie alla presenza dello Spirito nella sua vita. In particolare coloro che amano Dio e hanno aderito al suo disegno non possono temere alcun male: essi sono inseriti in un disegno di bene e non li attende altro che la gloria in Gesù Cristo.
L'apostolo afferma le sue motivazioni con una domanda chiedendo ad ognuno di noi una confessione di fede come risposta all'amore nostro per Dio: “se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio.”
 
La risposta è una sola: nessuno può essere contro di noi se Dio è con noi.


Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,2-10 : "Questi è il Figlio mio, l’amato".
La fede di Abramo, l'entusiasmo dell'apostolo non ci hanno convinto di affidarci completamente a Dio? Ecco che nel brano del Vangelo è lo stesso Gesù che rende felici i suoi discepoli mostrando loro la sua gloria, fu sfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime, e il Padre annuncia dall'alto la figliolanza di Gesù:«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovani aio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui;facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti”.
Parola del Signore!
Gli incontri con Dio nelle letture avvengono spesso sulla montagna, luogo che porta con sé il significato di cammino, pazienza, fatica e determinazione. Gesù sale con i suoi tre discepoli e si trasfigura, cioè rivela loro la sua gloria: sta per essere stretta tra Dio e l'umanità una nuova alleanza, che parte da quella antica e la estende. Mosè ed Elia sono i rappresentanti dell'antica alleanza, questo i discepoli lo sanno bene, e idealmente Gesù si inserisce in essa, ma la sua missione è andare oltre. Infatti una nube, segno della presenza di Dio, avvolge tutti i partecipanti e la voce di Dio indica che Gesù è suo figlio -come al battesimo al Giordano- aggiungendo l'invito ad ascoltare lui, nuovo verbo per una nuova storia che supera quella precedente. 
 
I discepoli fanno un'esperienza mistica incredibile, infatti vedono, sono coinvolti emotivamente, ma anche spaventati perché non comprendono -o forse non accettano- quindi non sono pronti a lasciarsi coinvolgere pienamente nel progetto di Dio. Vorrebbero fissare quel momento per un tempo più lungo, con Mosè, Elia e Gesù nelle capanne, ma tutto finisce e a loro rimane solo Gesù, la parte nuova dell'alleanza che sta nascendo tra Dio e l'umanità, ancora da scoprire.
Forse è questo il senso vero della fede che ci viene donato in questa quaresima: lasciarsi sorprendere e spiazzare da Dio, come Abramo e come i discepoli, fidandosi che lui sia dalla nostra parte, che nulla abbiamo da temere e che saremo colmati dei suoi doni. Il modo in cui abbandonarsi alla fede e lasciare le nostre poche e povere certezze, come dice l'apostolo Paolo.

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