Gesù e Zaccheo
domenica 3 novembre 2013
Ciò che maggiormente mi colpisce e mi emoziona nella
proclamazione della Parola di questa
domenica, è una cosa in particolare. Come potrei chiamarla?
La chiamerei così: "Il gioco degli sguardi".
Nella prima lettura, tolta dal libro della Sapienza ci viene
detto: "Tu, Signore chiudi gli occhi
sui peccati degli uomini, aspettando il loro
pentimento."
Nel racconto evangelico la storia di Zaccheo è tutta
intessuta di sguardi. Per ben due volte si
parla dello sguardo o del vedere di Zaccheo.
"Cercava di vedere Gesù!"...e per riuscire a
vederlo, salì sull'albero di sicomoro...."
Ma Gesù invece di abbassare lo sguardo sul peccatore in
attesa del suo pentimento,
alza lo sguardo verso Zaccheo. C'è quasi come un circolo
meraviglioso di sguardi.
Da parte di Dio/Gesù, prima di tutto. Egli abbassa lo
sguardo sul peccatore,
poi alza lo sguardo sul peccatore medesimo.
Abbassare- alzare: un duplice movimento di amore che
risponde ad un desiderio dell'uomo.
Zaccheo infatti desidera vedere Gesù.
Cerca, lui piccolo di statura, sperduto tra la gente, di
salire su un albero.
Tanto è il desiderio di vedere Gesù ,che si espone perfino
al ridicolo, lui ricco e capo dei
pubblicani o "teloni".
Che significa tutto questo? L'Amore che cerca l'Amore!
Ecco. Dio che cerca l'uomo per dirgli che lo ama. L'uomo,
stanco del suo peccato, cerca la
verità, e si sforza di trovarla. Ma Dio gli viene incontro,
precedendolo con lo sguardo: alza il
suo sguardo sul peccatore perché si plachi l'arsura della
sua ricerca di verità. C'è dunque una
grande festa di sguardi, dove le emozioni generate si
incalanano per creare vita, là dove c'è
desiderio di vita, sguardi che creano ed aprono prospettive
nuove, esperienze cariche di
risposte, cariche di "Sì" dette all'Amore cercato
e ritrovato.
Sì, generosi e fecondi.
Potremmo dire: "Occhio a chi ha occhi per te!"
Dio ha occhi per me! Alleluia! La storia di Zaccheo è tutta
qui.
Ma rimane sempre bello scendere in qualche particolare
suggestivo.
Notiamo prima di tutto che, presso gli ebrei del tempo di
Gesù, i banchetti serali aveva
un'importanza grande. Erano considerati come il banchetto
messianico del mondo futuro di
cui già aveva parlato il profeta Isaia.
Riunire, pertanto, attorno alla mensa peccatori e giusti,
era ritenuta una bestemmia contro la
santità di Dio che li voleva separati. L'esclusione doveva
costituire per i peccatori un
perentorio richiamo alla conversione. Ed ecco che i giusti
(farisei) amavano cenare tra loro
invitandosi reciprocamente. Questa convinzione era condivisa
da tutti in Israele.
Ciò spiega la sorpresa suscitata dallo "strano"
comportamento di Gesù.
Nel brano di Luca chi cerca di vedere è un pubblicano ricco
che si chiama Zaccheo. Per una
strana beffa del destino, il suo nome significa
"giusto, puro".
Sappiamo che i pubblicani sono considerati da tutti, e con
ragione, dei ladri.
Zaccheo non solo è pubblicano, ma addirittura capo dei
pubblicani: alla lettera un
"superpubblicano".
In quanto capo, si faceva pagare quel che oggi noi
chiameremmo "pizzo" dagli altri pubblicani.
Per questo era ricco. Notate l'ironia di Luca: ricco, ma piccolo di statura. Questa affermazione non è tanto
per descriverci le fattezze esteriori di Zaccheo, quanto piuttosto per dirci che proprio perché era ricco era
un uomo piccolo
Per questo era ricco. Notate l'ironia di Luca: ricco, ma piccolo di statura. Questa affermazione non è tanto
per descriverci le fattezze esteriori di Zaccheo, quanto piuttosto per dirci che proprio perché era ricco era
un uomo piccolo
.
E' l'immagine di come egli appare agli occhi di tutti. Uno
sgorbio insignificante, un fastidioso
puntino nero in una società immacolata. Era uno dei tanti
esclusi dal banchetto dei "giusti".
Il Banchetto del Regno di Dio non era per uno come lui,
Zaccheo aveva avuto tutto dalla vita!
Eppure era profondamente insoddisfatto. Da che cosa lo
deduciamo?
Dal fatto che "cercava" qualche cosa che lo
rendesse "uomo" nella pienezza della sua dignità.
Zaccheo era un uomo, che stanco di esistere senza valori, si
mette a cercare.
Dove andare e che cosa cercare? La giustizia dei farisei?
No! Da essi si sentiva come un uomo senza possibilità di
remissione.
Dagli scribi? Ma essi sapevano a memoria la Scrittura e la
Legge e non gli avrebbero
consentito una conversione alla giustizia.
Aveva sentito parlare di Gesù.
Si era reso conto di come, in diverse occasioni, Gesù aveva
bollato i farisei.
Forse sarà Lui, avrà pensato, a dirmi qualcosa di diverso?
Aveva partecipato a tanti banchetti, ma và ancora alla
ricerca del cibo che sazia!
Il bisogno che prova, si fa forte ed impellente. Per
soddisfarlo è pronto a sopportare i lazzi più
divertiti di una folla che non nutre simpatia per lui.
Vuole vedere Gesù: è Lui, pensa Zaccheo, il solo in grado di
capire le sue angosce segrete e il
suo dramma interiore. E, per poterlo vedere sale su un
sicomoro.
Eccolo Zaccheo: l'immondo, il peccatore che tutti rifiutano.
Non gli interessa più di cosa pensi la gente di lui: vuole
vedere Gesù.
Ha sentito parlare di Lui. Gli hanno raccontato che
raccoglie attorno a sé peccatori e guarisce
gli infermi. Conosce i giudizi pesanti che Egli ha dato nei
confronti di scribi e di farisei.
Sa anche che è l'amico dei pubblicani e dei peccatori. Gli è
stato riferito che Lui non è venuto
a salvare i giusti ma i peccatori.
Al ricordo di tutto questo il suo cuore si infiamma.
Avrà pensato: "ho trovato Colui che fa per me. Colui
che può placare l'arsura del mio cuore,
Colui che mi può colmare di Verità e di dignità".
Ed eccolo Gesù. Viene a Gerico, luogo di passaggio per
andare a Gerusalemme.
L'occasione è più che propizia. E' l'ora! Non bisogna
lasciarsela sfuggire!
In questa affannosa ricerca interviene la folla di coloro
che accompagnavano Gesù.
Essa non favorisce l'incontro con il Maestro.
La folla che osanna Gesù, non ha capito che Egli va in
cerca, è attratto dai peccatori e dai
"piccoli", dagli emarginati, dagli impuri. Sono
questi che Gesù cerca!
La folla ha un difetto di vista.
Zaccheo corre cercando di vedere, ma la gente gli fa da
impedimento. Per questo ricorre a
quel gesto ridicolo di salire su un albero, cercando di
vedere Gesù.
Ma che succede? Qualcosa di assolutamente imprevedibile!
Quando Gesù passa nei pressi dell'albero, "alza lo
sguardo e dice: Zaccheo, scendi subito,
perché oggi io debbo entrare e fermarmi a casa tua!"
Nessuno della folla ha pronunciato questo nome, perché
Zaccheo è l'impuro.
Solo Gesù lo chiama: Zaccheo-puro!
Per Gesù egli è puro, è anch'egli un figlio di Abramo.
Dall'alto Zaccheo cercava di vedere Gesù, ma ora che dal
basso, Gesù lo vede per primo, ha
un sussulto nel cuore. Lo ha chiamato per nome!
Notate, fratelli e sorelle due cose:
"Oggi" dice Gesù. E' l'oggi, tanto usato da Luca,
per indicare l'ora della salvezza.
Debbo entrare! Debbo! Gesù è come costretto dalla sua
missione: Egli deve ubbidire alla
Volontà del Padre. Deve compiere il suo Volere.
In quel "debbo" c'è non solo l'ubbidienza di Gesù
al Padre, ma l'amore urgente di Gesù che lo
costringe a compiere azioni assolutamente incomprensibili
agli occhi di tutti. Lo sguardo
limpido e puro di Gesù! Come deve essere stato affascinante:
chiaro di una chiarezza solare,
illuminante più della luce del Sole.
In quello sguardo Zaccheo comprende subito chi è quell'uomo
che tutti chiamano Gesù!
E' il Messia, il Salvatore, il portatore di salvezza!
Non c'è tempo da perdere. Occorre scendere subito per
accoglierlo in casa.
E' veramente bello questo passaggio: non è il cercatore di
verità che è accolto, ma è Gesù che
vuole essere accolto!
La conversione è accogliere Gesù nella propria casa.
Il racconto si conclude con una cena. La corsa in avanti di
Zaccheo, e i verbi di movimento
(entrare, attraversare, correre, salire, scendere in fretta)
caratterizzano la prima parte del
racconto.
Ora è venuta la quieta pace gioiosa della cena: l'ora del
vero banchetto messianico.
Osserviamo chi è dentro e chi è fuori.
Chi fa festa e chi è triste.
Dentro, dovrebbero esserci i giusti, ed invece ci sono i
peccatori e gli impuri.
Fuori dovrebbero esserci i peccatori ed invece ci sono i
giusti. Le parti si sono invertire.
Così opera Gesù, così insegna, così fa comprendere che cosa
è il Regno dei cieli.
La salvezza, tuttavia, non è avvenuta in modo automatico:
Zaccheo capisce che è giunta l'ora
della libertà e dell'offerta. E' stato liberato e salvato
gratuitamente e si rende conto che
esistono altre persone a cui rendere giustizia perché
anch'esse entrino nel Regno.
Ma al tempo stesso che il dono gratuito è stato immenso!
Ed immensa, oltre misura si fa la sua offerta e il suo
risarcimento: va oltre quanto prescrive la
legge.
Esattamente come la misericordia di Dio va sempre più oltre
di quanto è possibile attendere.
E' qui che Zaccheo mostra la sua conversione: quando comincia
a condividere e a donare oltre
misura. Ha scoperto un amore grande e gratuito: essa è stata
la luce che ha dissipato le
tenebre che : avvolgevano la sua vita.
Ha capito che solo l'Amore e il dono sono fonte di gioia! E
noi, fratelli e sorelle lo abbiamo
capito? Ma poi, siamo davvero convertiti?
Lo saremo solo quando saremo entrati nel raggio meraviglioso
di quel gioco di sguardi che
parlano al cuore e lo feriscono d'amore
fa per me!
Colui
che può placare l'arsura del mio cuore.
Colui che mi può colmare di Verità e di dignità
PAPA FRANCESCO:
RispondiEliminaEd io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po’, non spaventarti, pensa che qualcuno ti aspetta, perché mai ha smesso di ricordarti, di pensarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come aveva fatto Zaccheo; sali sull’albero della voglia di essere perdonato. Io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare. Ricordartelo bene, eh! Così è Gesù”.