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venerdì 22 aprile 2016

Solo Dio, nel mistero trinitario è reciprocità piena, Comunione totale ed essenziale.


Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.


Quinta domenica di Pasqua – Anno C


Dal vangelo secondo Gv 13,31-33a.34-35


Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi;... Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».



PAROLA DEL SIGNORE!

Enzo: Queste parole, riportate nel brano di questa domenica quinta di Pasqua, sono state pronunciate da Gesù nell'ultima Cena prima della sua passione e morte. Giuda era appena uscito dal cenacolo per andare dai sommi sacerdoti per concordare la consegna di Gesù, segnando così l'inizio del dramma della passione.
La liturgia inserisce questo piccolo brano, in questa domenica perché fa parte del testamento di Gesù prima della sua passione e morte che non può essere mai separata dalla sua Risurrezione, da ricordare ogni qualvolta celebriamo la Pasqua del Signore.

Per l'evangelista Giovanni la glorificazione di Gesù è strettamente legata alla passione: all'innalzamento in croce del Figlio dell'uomo corrispondeva il suo innalzamento in cielo alla destra del Padre che manifestava il suo immenso amore per il mondo attraverso la morte del Figlio amato.

Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui”. Gesù preannnuncia con tono gioioso l'attuazione del progetto salvifivo di Dio con il suo innalzamento in croce e alla gloria: è il momento culminante dell'opera di Gesù e motivo di fede per chi crede in Lui. Nell'auotodonazione del Figlio è glorificato il Padre, e il Figlio ricevendo il benestare del Padre è glorificato da Lui.

Gesù si sta distaccando dai suoi, e si rivolge a loro con un appellativo ricolmo di tenerezza: “Figlioli, ancora per poco sono con voi;...” Gesù si rivolge ai discepoli chiamandoli affettuosamente «figlioletti». Questo termine ricorre solo qui nel vangelo di Giovanni. Un padre-maestro si rivolge ai suoi discepoli-figli e con affetto e passione dà loro gli ultimi insegnamenti. 
 
La separazione di Gesù dai discepoli è solo temporanea, perché Gesù sarà sempre in mezzo a loro, se vivono il comandamento nuovo: il comandamento di Gesù è nuovo in quanto viene esteso a tutti gli uomini senza alcuna distinzione: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri”. Un comandamento che va messo in pratica sempre in forma nuova a seconda delle circostanze in cui una persona si trova. La novità per i discepoli è il dovere di imitare Gesù nel suo dono senza misura, senza condannare, amare ascoltando, operare per la gloria del Padre dal quale saranno anche loro glorificati. Noi siamo tra questi?

L’amore di Cristo non è soltanto il modello ma anche la motivazione e la causa dell’amore cristiano: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” perché “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Gesù propone sé stesso come esempio di adempimento in misura totale del comandamento grande che racchiude tutti gli altri.

Gesù inaugura così il nuovo patto tra Dio e l'umanità, fondandolo sul comandamento dell'amore. Anche nella Torà è prescritto l'amore del prossimo: la novità del comandamento di Gesà consiste nella motivazione dell'amore: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Non è solo un confronto con l'amore di Gesù, ma ne indica pure il fondamento dal quale scaturisce e sul quale poggia: il Cristo morto e risorto e glorificato dal Padre.

Immaginiamo per un momento la scena che l'apostolo Giovanni ci ha presentato: Gesù che parla lentamente guardando i suoi discepoli che ascoltano attoniti, sbalorditi per le sue parole che non capiscono.Quelle parole, nonostante il successivo tradimento di Pietro e la fuga di tutti all'arresto del Maestro, rimarranno scolpiti nel loro cuore in attesa di essere svelate il giorno della Pentecoste. Si capirà allora e per il futuro l'importanza dell'amore fraterno come segno disitintivo della vera Chiesa di Gesù in cammino e in attesa del suo ritorno. 
 
Nel racconto dell'evangelista Giovanni avvisiamo con quanto amore l'apostolo amato ricorda quell'avvenimento e nel trasmetterlo oggi, anche noi ravvisiamo il suo affetto per il Maestro e la tenerezza di Gesù: “Figlioli, ancora per poco sono con voi”.

Peccato che molto spesso la Chiesa di Gesù non è stata e non è ancora all'altezza di attenersi al testamento ricevuto. Peccato!



Mariella:Vorrei soffermarmi un attimo sulla prima parte di questo brano evangelico ponendo l'attenzione su quante volte Gesù usa i termini gloria, glorificazione e glorificato. Nel nostro concetto umano il termine gloria indica potere, successo, affermazione, possiamo dunque definirlo un termine positivo.
Alcune volte può assumere il volto della corruzione, altre volte lo si usa per indicare un idolo, un traguardo ambito da chi vuole apparire.
Ma Gesù pronuncia questa parola in un momento difficile e doloroso, durante l'ultima cena, poco prima di essere arrestato.

Cosa significa dunque per Lui gloria e cosa vuol dire con l'espressione: “ora sono stato glorificato”? Proprio nel momento del tradimento di Giuda, Gesù potrà dimostrare a tutti gli uomini quanto li ama, quanto ci ama, quanto è grande il suo amore malgrado i nostri tradimenti ed abbandoni. Nel tradimento di Giuda vediamo la misura dell'amore di Gesù, un amore senza misura!

La gloria dunque è poter dimostrare il proprio amore.


Poco importa se non avremo raggiunto i vertici della scala sociale, importa quanto saremo stati capaci di amare il nostro prossimo, non solo quello a noi simpatico, ma soprattutto quello scomodo, quello che ci ha tradito, fatto del male, deluso, così come ha fatto Gesù con Giuda.

Il comandamento dell'amore diventa un comandamento nuovo quando Gesù, morendo sulla croce e dandoci lo Spirito Santo, ci rende, di fatto, capaci di amarci gli uni gli altri, infondendo in noi l'amore che egli stesso ha donato ad ognuno di noi.

Sicuramente non ne avremmo la capacità senza l'aiuto dello Spirito Santo, che viene in soccorso alla nostra debolezza, rendendoci capaci di amare con il cuore di Dio.

Se sapremo veramente mettere in pratica il comandamento nuovo che Gesù ci ha dato, con le parole ma soprattutto con i fatti, anche noi potremo glorificare il Padre, come Lui stesso lo ha glorificato!

Padre Augusto: Fratelli e sorelle, seguiremo passo passo questo brano del Vangelo che rappresenta un passaggio importante. Vogliamo pregare che Maria, la Madre di Gesù, Colei che conservava tutte le Parole del suo Figlio nel cuore, dia anche a noi questa capacità interiore, frutto della nostra collaborazione con lo Spirito Santo.



Siamo dentro il Cenacolo, lo stesso luogo dove tra poco Gesù istituirà il sacramento dell'Eucarestia, il Sacramento dell'Amore assoluto, Giuda è uscito da poco, inghiottito dalle tenebre della notte.
E' andato a "consegnare" Gesù presso il Sinedrio. Il traditore ormai è totalmente posseduto da Satana.

"Gesù disse: ora il Figlio dell'Uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui". "Ora", adesso! Proprio adesso che Gesù sta per subire l'umiliazione più grande, quella di essere tradito da un suo apostolo, proprio ora, adesso, nel massimo sconforto della sua vita, Gesù "è stato glorificato"! Non sembra strana questa affermazione, addirittura assurda?
Come può essere glorificato uno che sta subendo la più tragica delle sconfitte?

Eppure, è così, fratelli e sorelle!Questo è il modo sconvolgente dell'agire di Dio.
Dio glorifica il suo Figlio nel momento più tragico della sua vita, proprio perché questo momento manifesta l'ubbidienza di Gesù al Padre. Egli è il "piccolo" di cui il Padre si compiace.
Gesù è glorificato!

Da chi? Dal Padre di cui compie l'ubbidienza sino alla fine. Ma non è tutto. Gesù prosegue e dice: "E Dio è stato glorificato in Lui! Che cosa più di tutti dà gloria a Dio se non esserne servi fino a dare la propria vita?
Che cosa glorifica il Padre se non l'offerta dell'Agnello Pastore, che viene compiuta nell'Amore più grande?
C'è nel testo come una specie di reciprocità tra Gesù e il Padre: Gesù è glorificato dal Padre perchè ne compie la Volontà. Il Padre è glorificato dal Figlio perchè compie ed accetta questa Volontà e vi rimane ubbidiente sino alla fine. Questa reciprocità diventa esemplare per noi!
Gesù è la nostra forza e nostra salvezza.

Quando rimaniamo fermi e stabili nella Volontà del Padre, qualunque essa sia e in qualunque modo essa si presenti, glorifichiamo il Padre.
Ma al tempo stesso il Padre glorifica noi per la forza, ricevuta dallo Spirito, di essere rimasti nella sua Volontà.


Come Gesù, così anche noi! Una dolce anche se difficile reciprocità amorosa in Gesù con il Padre!
Questa è la vita nello Spirito, questa è vivere da uomini e donne "spirituali".
"Se Dio è stato glorificato in Lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua!
Il Padre e il Figlio si glorificano a vicenda. L'uno dà gloria all'Altro!
Scambio di Amore che porta il profumo inebriante del sacrificio e del dono della vita!
"E lo glorificherà subito!"

Già ha cominciato a glorificarlo nell'umiliazione di essere un Uomo sconfitto e tradito.
Ancor più lo glorificherà quando istituirà il sacramento dell'Eucaristia dove Gesù si annienta e resta tale per amore! Infine lo Glorificherà sulla Croce che diverrà il trono Regale da cui scaturirà il mondo nuovo attraverso la Resurrezione. Ecco la glorificazione: solo a partire dalla resurrezione l'Uomo Gesù appare per quel che è: IL SIGNORE!
"Per crucem ad Lucem" dice la liturgia. Per mezzo della croce si giunge alla luce della Gloria.
Il Padre sarà contento del Figlio, del suo Amore e il Figlio sarà Felice per aver reso Felice il Cuore del Padre!

Cosa dovremmo imparare da questo rapporto tra Gesù e il Padre?
A voi riflettere su questo punto tanto importante per il nostro cammino.
Non preghiamo forse dicendo: "Sia fatta la tua Volontà, come in cielo così in terra?"
Adesso Gesù cambia improvvisamente tono di voce. "Figlioli, ancora per poco sono con voi!"
L'espressione affettuosa è unica in tutto il Vangelo di Giovanni.
La troveremo utilizzata per ben sette volte nella prima lettera del medesimo apostolo.
Indubbiamente ci troviamo in un momento di forte tenerezza. La consapevolezza che ormai il tempo dello stare insieme, della comunione diretta tra Gesù e i suoi sta per terminare, caratterizza l'atmosfera psicologica di tutto il brano.

Vi è nelle parole di Gesù un'innegabile sfumatura di umana tristezza. La prospettiva della separazione è molto netta.
Perciò Gesù, come forma testamentaria, vuole lasciare ai suoi una "reliquia di Sé".
"Vi dò un comandamento nuovo..." Un comandamento? E quale? "che vi amiate gli uni gli altri".
Ma si può comandare l'Amore? Lo si può precettare? Penso proprio di no! L'amore necessitante o necessitato non esiste. Non è amore. Esso infatti si basa sulla gratuità! Allora perché Gesù dice vi dò un comandamento nuovo?

Semplice: prima vigeva il dovere di osservare tutti i comandamenti della Legge!
Ora Gesù per far comprendere la Novità del Regno, ricorre allo stesso vocabolario legalistico.
Comandamento della Legge ora è sostituito dall'Amore. Esso è "nuovo". Non si tratta dunque di un precetto legalistico, ma di qualcosa che prende il posto della Legge.
Per questo è detto nuovo. Ma per noi quel "nuovo" acquista un significato più profondo.

E' l'Amore che fa nuove tutte le cose! E' l'Amore che ci fa 

vedere le cose di sempre con occhi rinnovati che 

trasfigurano la vita e le cose della nostra quotidianità.

Ma la cosa più importante è che Gesù dica "gli uni gli altri".
Ci parla di un Amore che per essere veramente tale esige di essere vissuto nella reciprocità.
Reciprocità significa Comunione, colloquilità, significa dialogo, apertura del cuore agli altri.
Reciprocità e Comunione. Dove troviamo questo tipo di Amore spesso sconosciuto agli uomini? Quasi invisibile anche a certi cristiani?

Solo Dio, nel mistero trinitario è reciprocità piena, Comunione totale ed essenziale. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre con lo stesso Amore ricevuto dal Padre e lo Spirito Santo è il Roveto ardente dove il fuoco dell'Amore trinitario brucia eternamente.
In altre parole Gesù ci sta dicendo: amatevi come Dio si ama.
Infatti tutta la forza della frase risiede in quel "come": Come Io ho amato voi. Gesù ci ha amati con lo stesso amore trinitario.

Per questo nell'Amore c'è una una componente fortemente contemplativa.
"Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni gli altri".
Ecco l'assenza di Gesù è colmata dall'amore trinitario che i suoi discepoli manifesteranno.
L'Amore Eucaristico è Amore trinitario. L'amore alla Parola è amore trinitario.
L'Amore tra fratelli è Amore trinitario, dov'è carità e amore lì c'è Dio.


Saremo "Gesù" nel mondo, perpetueremo la sua presenza viva ed operante solo se sapremo entrare con Gesù ed in Gesù attraverso lo Spirito Santo, nell'Amore con cui Dio si ama ed ama noi. Avremo questa capacità contemplativa per amare così?










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