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B E N V E N U T O !! Lo Spirito Santo illumini la tua mente, fortifichi la tua fede.


venerdì 25 settembre 2015

Gesù era capace di proferire parole dure, di condanna rivolte alla coscienza di ognuno


A Gesù non toccategli le persone umili, deboli se non per fare loro del bene

Domenica 26ma del tempo ordinario Anno B : 27 settembre 2015





Dal vangelo secondo Mc 9,38-43.47-48

Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile... E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna... E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Parola del Signore!

Enzo: Forse tutti siamo abituati a vedere in Giovanni il discepolo buono perché era il discepolo che Gesù amava, che vedeva in lui tutte le predisposizioni di un ottimo discepolo, attento ad accogliere ogni parola o gesto del Maestro.

In questo brano l'evangelisa Marco ci mostra Giovanni con un comportamento focoso e intransigente in contrasto con l'atteggiamento di bontà, di accoglienza e tolleranza di Gesù. L'uso del nome di Gesù da parte di alcuni simpatizzanti sembrava una usurpazione indebita, forse un pericolo per la fede di coloro che seguivano Gesù.



Nelle parole di Giovanni possiamo scorgere quell'egoismo di gruppo (così frequente in ogni tempo ed epoca) che spesso si maschera di fede. Ma lo Spirito non soffia dove vuole? Spesso crediamo che lo Spirito di Dio sia solo in noi e nelle notre opere. Le opere buone non sono soltanto da attribuire ai credenti.

«Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.



Gesù passa a parlare dal mio della sua persona al noi della comunità nascente: i suoi discepoli che formeranno un tuttuno con Lui, li assimila Lui anche quando “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa”.



Tornano alla mente le parole di Mosè ai settanta anziani della prima letture della liturgia di questa domenica: “Fosse profeta tutto il popolo di Dio”,allora il popolo ebreo, oggi tutti gli uomini.



La seconda parte del vangelo di questa domenica sembra non avere a che fare con la prima parte: Gesù enuncia alcuni detti che si collegano al versetto 37 del capitolo nono concernente l'accoglienza dei bambini.

Gesù ammonisce i discepoli a non scandalizzare i “piccoli” cioè i fratelli immaturi nella fede allontanandoli dalla fede con una condotta scorretta o con idee incoerenti con il suo messaggio: riferimento alle parole iniziali di Giovanni?



Chi scadalizzerà uno di questi piccoli, chi farà vacillare la loro fede in Cristo, “molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Parole dure, di condanna severa rivolte alla coscienza di ognuno, alla libertà di ognuno: Dio non condanna nessuno, il suo amore per l'uomo è infinito, è l'uomo che si condanna da solo.



Seguono altre affermazioni con cui Gesù afferma l'esigenza di una decisione senza riserve per il Regno, l'assoluta necessità di porlo al primo posto. Se il tuo occhio... se il tuo piede...se la tua mano ti sono motivo di scandalo... tagliali..gettalo.. per non essere gettato tu nella Geenna...dove il verme non muore e il fuoco non si estingue.


La Geenna, luogo discarica dei rifiuti che bruciavano notte e 
giorno, simoboleggia il fuoco inestinguibile dell'inferno, l'eternità della pena, 
confermata con una frase di Isaia 62,24 dove il 
 verme che decompone il cadavere non muore designa la pena eterna. 
  


E vedranno i cadaveri degli uomini a me ribelli, che il loro verme non muore e il loro fuoco non si spegne”.
 

Essere gettato nella Geenna in contrasto con entrare nella vita, nel Regno, nella comunione con Dio.
Sicuramente sceglieremmo la seconda opzione.

Mariella: Proseguiamo la meditazione del Vangelo di Marco che in particolare vuole far comprendere ai suoi discepoli l’identità del vero cristiano.



Questo brano racchiude due importanti insegnamenti: il primo vuol far riflettere sul fatto che anche al di fuori della Chiesa possono esserci persone che, pur non facendo ancora parte della comunità dei credenti, nel loro agire s’ispirano a Cristo ed al suo esempio.

Il secondo insegnamento è mirato ad evidenziare la fedeltà che deve contraddistinguere un vero discepolo, fedeltà che non ammette contraddizioni, chi sceglie Lui deve essere disposto a tagliare tutto ciò che può indurre in tentazione e soprattutto il suo comportamento non deve diventare motivo di scandalo per gli altri, a partire da quanti sono più deboli e fragili nella fede.



Ma torniamo al nostro brano, Giovanni si rivolge a Gesù per sottoporgli il caso di un individuo che scacciava demoni in nome suo, ma non facendo parte del gruppo dei discepoli, glielo avevano impedito.

Questostesso problema potremmo considerarlo attualissimo, difatti se guardiamo oltre i confini della comunità cristiana, ci accorgiamo che c’è tanta gente che pur non facendone parte, compie del bene, o perché in qualche modo ha assimilato l’insegnamento cristiano, o perchè agisce correttamente secondo coscienza.



In tutti i casi, quando si tratta di bene, non va mai impedito, anzi il bene va sempre valorizzato, semmai dev’essere convogliato verso la fonte del vero bene, della vera sapienza. Ora questo personaggio che scacciava i demoni in nome di Cristo, in qualche modo credeva in Cristo e combatteva contro il male, egli non contrastava i discepoli, quindi permetteva in qualche modo a Gesù di agire per mezzo suo, per questo non doveva essere impedito, nè allontanato.

“Chi non è contro di noi è per noi” Colui che non agisce da nemico della comunità, è già in un certo senso parte della comunità stessa.



Il principale costruttore della comunità è Gesù, che è libero di agire, mediante lo Spirito Santo Egli può gettare ponti che allargano gli orizzonti del suo Regno.

Allo stesso modo Gesù riconosce come suoi anche coloro che aiuteranno i discepoli nella loro missione di evangelizzazione nel mondo:

“Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome…..non perderà la sua ricompensa” l'espressione: nel mio nome, sta a significare che chi in un qualche modo collabora, aiuta, favorisce l'annuncio della Parola è già mosso da interesse e desiderio di far parte della comunità dei credenti e dunque già ama Gesù e Gesù da parte sua, non dimenticherà neppure il più piccolo atto di carità, come dare un bicchiere d’acqua.



Poi il suo insegnamento torna ai piccoli, come nel brano evangelico di domenica scorsa, il suo sguardo si pone sui semplici, sugli umili che credono in Lui, guai a scandalizzarli. Scandalizzare significa infatti ostacolare il cammino di fede dei fratelli , impedir loro di credere in Gesù. Chi agisce così fa prima di tutto un gran male a sé stesso e lo spiega con un esempio forte, ma che vuole sottolineare il danno che fa a sé stesso colui che fa del male agli altri. 


Sarebbe certo un male minore se qualcuno gli 

legasse una grossa pietra al collo facendolo 

precipitare nel mare, perderebbe sì la vita, ossia il 

corpo, ma salverebbe la sua anima.


 Il vero bene, a cui nulla dobbiamo anteporre, è la comunione con Dio e per salvaguardare questo sommo bene occorre essere disposti a tutto, costi quel che costi, fino a tagliare mano, piede, cavare l'occhio. Certo, non è la mutilazione di parti del corpo che il Signore ci chiede, ma il taglio deciso con il male e con il peccato. Un taglio che va fatto ora, senza esitare e che non possiamo rimandare ad un futuro più o meno prossimo. Solo così potremo sperare di essere veri discepoli di Cristo.











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