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venerdì 16 febbraio 2018

Dopo il disastroso diluvio l'arcobaleno, promessa e alleanza

 Nessuno può arrivare a cose eccelse senza sacrificio

Prima domenica di quaresima – Anno B – 18 febbraio 2018



Chi di noi non ha espresso meraviglia alla vista dell'arco baleno dopo una tempesta? Questa meraviglia è il segno di una promessa divina.
Perché, qualcuno si domanderà, Dio ha inviato il diluvio sulla terra pur sapendo che l'essere umano continuerà a sbagliare e a peccare?

La risposta è semplice: Dio non vuole la morte del peccatore, ma la sua conversione, continuerà sempre a dare un’altra possibilità perché gli uomini possano cambiare il loro cuore. Si è sempre in tempo per convertirsi e indirizzare il proprio cuore verso il Signore.

Nell’antichità l’alleanza era indissolubile, era una certezza assoluta. Nessuno si sarebbe mai sognato di annullarla!
Infatti Dio dice a Noè che non ci sarà più diluvio che invaderà la terra, che nessun uomo morirà per questo. Afferma infatti che questa Alleanza non riguarda solo Noè e la sua famiglia, ma le generazioni eterne, quindi per sempre.
Dio depone l’arco: è il segno che questo Dio non è belligerante, ma vuole essere per l’uomo paziente e misericordioso. È questo che continuerà a fare anche in futuro con tutta Israele ed è questo che continua a fare anche oggi.

 
Le tre letture di questa prima domenica di quaresima sono un richiamo a tornare a Dio allontanato dalla debolezza umana peccatrice, chiamata all'osservanza dell'alleanza con Dio. Leggiamo nella prima lettura il castigo divino per la violenza degli uomini. Segue una promessa ed una alleanza: l'amore divino e misericordioso con l'uomo debole.



L'apostolo Pietro nella seconda lettura ci ricorda che La promessa irrevocabile che Dio ha fatto a Noè, viene realizzata completamente e nella sua totalità in Cristo, proprio attraverso la sua morte e risurrezione, in cui noi veniamo battezzati.



L'evangelista Marco ricorda le tentazioni di Gesù nel deserto spinto dallo Spirito: invito a resistere , a lottare per la nostra salvezza con l'aiuto divino.



Prima lettura: Gen 9,8-15 : prima alleanza di Dio con l'umanità


Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra.
Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».

Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne”.


Seconda lettura: 1Pt 3,18-22

Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male,
perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè,
mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.

Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo.
Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità
sugli angeli, i Principati e le Potenze”.


Pietro in questa lettera, decifra la figura del diluvio: l’uomo, anche dopo l’Alleanza con Noè, ha continuato a peccare, quindi ci si può chiedere come sarà mai possibile la salvezza? Pietro ci dona la risposta: la croce di Cristo. Gesù si lascia crocifiggere per noi. Con Lui non si distrugge il peccatore, bensì il peccato. Dio non vuole eliminare il colpevole, ma trasformarlo!
Gesù che è stato messo a morte nella carne, è abilitato a raggiungere ogni uomo (“è morto una volta per sempre per i peccati...”).
Grazie al Sacramento del Battesimo, entriamo in contatto con l’opera salvifica di Gesù, ma questo non toglie di certo il peccato nella sua totalità, continueranno ad esserci le tentazioni e noi continueremo ad essere fragili nel nostro animo, è quindi necessario continuare ad invocare la salvezza per poterla ottenere. Non dobbiamo sederci e aspettare che Dio faccia tutto.


Vangelo: Mc 1,12-15

E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio,
e diceva:
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. 
 
 Quaranta giorni ci sono stati dati per farci 
capire il percorso che ognuno di noi deve 
 fare per rifiutare il mondo e iniziare a 
 vivere alimentando lo spirito in noi e nei fratelli come Gesù che abbracciò tutte le pene di noi uomini, le nostre debolezze nel silenzio del deserto e sulla croce.


Marco in questo racconto delle classiche tentazioni è molto scarno ed essenziale, non ci dice nemmeno quali siano le tentazioni né quale sia l’esito, anche se possiamo immaginarlo tranquillamente.
Gesù viene spinto dallo Spirito nel deserto: è ovvio che Gesù non viene obbligato ad andarci, sceglie di andarci, ma lo fa in comunione con l’idea del Padre e dello Spirito, dal quale si lascia guidare.

Compie questo “cammino” per 40 giorni, un numero simbolico nella Bibbia, sta ad indicare che si tratta di un percorso molto lungo,. Quaranta giorni prima di iniziare la sua missione. Quaranta sono anche i giorni durante i quali perdura il diluvio universale di cui si parla nella prima lettura. Quaranta sono anche gli anni che impiega Israele per entrare nella terra promessa da Dio.
Satana, il divisore, è ovviamente in agguato. Le tentazioni che offre a Gesù non sono altro che scorciatoie per non passare attraverso la croce. 
 

A Gesù giunge una notizia: Giovanni è stato arrestato. L’uomo che l’aveva battezzato e che gli aveva aperto la via, ora è in carcere. Questa notizia avrebbe potuto scoraggiarlo. Ma nemmeno questo fa arrendere Gesù, anzi per Lui è un segno. Ora sa che è giunto il momento di iniziare la Sua missione.
Attraversa la Galilea, entra nelle varie comunità, portando il suo messaggio di salvezza “Il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.




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