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sabato 1 aprile 2017

La nostra speranza è la vita nuova in Cristo, data dallo Spirito


Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.
 
Quinta domenica di quaresima -Anno A- 2 aprile 2017


Cristo: risurrezione per la nostra vita


I temi delle precedenti domeniche convergono in felice sintesi nell’odierna celebrazione: Gesù, sorgente dell’acqua viva (III dom.) e della luce (IV dom.), è colui che conferisce la vita a chi crede in lui. Le tre letture sottolineano la medesima realtà: solo la forza dello Spirito fa rifiorire la speranza, scioglie i legami della morte e restituisce la vita.
Lapostolo Paolo nella lettera ai Romani affronta alcuni argomenti molto importanti, quali il legame tra la legge, la fede e la giustificazione e il cammino dell'uomo giustificato, la salvezza di Israele che non ha creduto al Cristo, il significato del culto a Dio.

Coloro che credono in Cristo non vengono più giudicati dalla legge di Mosè, ma seguono lo Spirito. Nei versetti che leggiamo questa domenica vediamo appunto descritta la vita nuova in Cristo, data dallo Spirito. Poiché in questa domenica si parla della risurrezione, le parole di Paolo ci aiutano a comprendere come avverrà in noi la risurrezione.

Dal libro del profeta Ezechièle 37, 12-14
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.
Da una visione che ebbe il profeta riferendosi al popolo d'Israele deportato e prigioniero, visione chiamata visione delle ossa aride, ossa che Ezechiele vede sparse dappertutto. Ezechiele alle parole di Dio “
Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: <>. Perciò profetizza e annuncia loro:
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio”.

 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
8, 8-11

Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi. 
Coloro che credono in Cristo non vengono più giudicati dalla legge di Mosè, ma seguono lo Spirito. Nei versetti che leggiamo questa domenica vediamo appunto descritta la vita nuova in Cristo, data dallo Spirito. Poiché questa domenica si parla della risurrezione, queste parole di Paolo ci aiutano a comprendere come avverrà in noi la risurrezione. Quindi i credenti sperimentano due tipi di vita nuova. Una già ora che è libertà dal peccato e una che si realizzerà con la risurrezione alla fine dei tempi. E' lo stesso Spirito che ha riportato in vita Gesù che rialzerà a vita nuova tutti coloro che lo seguono.


Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.  
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia.
Con il battesimo i credenti sono diventati dimora dello Spirito e di Cristo. Il loro corpo è morto al peccato. Lo Spirito che abita in loro diventa fonte di vita e di giustificazione. Non la giustificazione che veniva dalla Legge, ma quella che viene dall'appartenenza a Dio.
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.
Vangelo  Gv 11, 1-45

Nella terza domenica di quaresima abbiamo incontrato il segno dell'”acqua”, la samaritana, domenica scorsa il segno della “luce”, il cieco; in questa quinta domenica di quaresima un altro segno, “la vita”, che sintetizza tutto il cammino del cristiano, come un continuo esodo dalla morte alla vita. Dice Gesù: “ 

Io sono la resurrezione e la vita”.
1 Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».4All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». 11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Gesù incontra Marta e Maria
17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Gesù risuscita Lazzaro
38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Congiura dei capi contro Gesù
45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Nella terza domenica di quaresima abbiamo incontrato il segno dell'”acqua”, la samaritana, domenica scorsa il segno della “luce”, il cieco; in questa quinta domenica di quaresima un altro segno, “la vita”, che sintetizza tutto il cammino del cristiano, come un continuo esodo dalla morte alla vita.
Questo brano di vangelo è simile, nel susseguirsi, a un dramma che ci tiene sospesi. La drammatizzazione dell’episodio è al servizio di un insegnamento profondo e articolato.

Gesù alla notizia della malattia di Lazzaro non sembra preoccuparsi molto :”, «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato».Gesù vuole preparare i discepoli a comprendere il miracolo come un “segno”, affinché credano, e nella fede incontrino la vita.

Seguono “due scene”: la prima narra il dialogo di Gesù con Marta (vv. 17-27) e con Maria (vv. 28-37), sorelle di Lazzaro: Marta crede che “qualunque cosa Gesù chiederà a Dio, Dio gliela concederà”.Marta è condotta da Gesù di fronte a un nuovo appuntamento della fede: viene da lui provocata ad una fede più grande nella sua persona (vv. 25-26). Si tratta di credere in lui già ora, al presente e non soltanto al futuro:  “Gesù è la risurrezione e la vita” . Gesù offre a Marta la più grande rivelazione cristologia che si possa immaginare quando, con quel “Io sono la risurrezione e la vita (v. 25), pone se stesso sullo stesso piano dell’Io sono di Dio Io nella teofania a Mosè: “Io sono colui che sono (Es 3,14).

La seconda (vv. 38-44) vediamo Gesù che dinanzi alla tomba di Lazzaro comanda: “Lazzaro, vieni fuori!”: La voce imperativa di Gesù a Lazzaro, cadavere da quattro giorni, è la voce di colui che già ora rivolge ai suoi la parola di Dio, chiamandoli alla vita. Perciò i morti “dormono soltanto” (v. 11), “vivono anche se muoiono” (v. 25), e “morire” non è più morte (v. 26). Gesù chiama alla vita non soltanto Lazzaro, ma tutti noi perché mediante la fede veniamo alla vera vita: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna…” (5, 24).

Crediamo, noi questo? Per bocca di Marta, la comunità di Giovanni confessa la sua fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo” (v. 27). Questo annuncio di Gesù “io sono la resurrezione e la vita” vuole riportare vita in me oggi, in noi che come singoli e comunità ci confrontiamo continuamente con la morte.

E non pensiamo solo alla morte fisica di una persona, ma pensiamo anche alla morte della speranza quando qualcosa va male nella vita (prima lettura), pensiamo alla morte che ci avvolge quando siamo soli e siamo abbandonati, pensiamo alla morte quando qualche malattia arriva a limitarci e a farci apparire la vita come senza futuro di felicità, seconda lettura. Pensiamo in quelle occasioni alle parole di Gesù:

«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?»




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