ECCO VIENE IL RE, IL RE DEI RE
Domenica
quarta di avvento : 18 Dicembre 2016 – Anno liturgico A
L'annuncio
della venuta del Signore, che domina l'Avvento, diventa in questa
domenica, annuncio dell'incarnazione, della sua venuta nella carne,
evento annunciato nella profezia di Iasia della nascita di un
bambino, un discendente regale della casa di Davide.
Dal libro del profeta Isaia
7,10-14
Il
Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore,
tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz
rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora
Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli
uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il
Signore stesso vi darà un segno. “Ecco: la vergine concepirà e
partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.
Il re Acaz,
discendente della dinastia davidica, trovandosi in grandi difficoltà
con i suoi nemici vuole chiedere aiuto all'Assiria rifiutando
l'invito del profeta a rivolgersi al Signore chiedendo un segno
propiziatorio,un aiuto.
Isaia
darà lui un segno ad Acaz, segno che si rivelerà profetico per i
discendenti di Davide che non sono stati fedeli al Signore:
“il Signore stesso vi
darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio,
che chiamerà Emmanuele”.
Il
segno profetico dato da Isaia è stato sempre riferito dalla
cristianità alla nascita del futuro Re messianico,
manifestata
anche dall'annuncio angelico a Giuseppe, che nascerà da Maria, per
opera dello Spirito Santo:“ella
darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Proclamato dalla
confessione di fede dell'aposotolo Paolo che contiene l'annuncio del
Figlio nato dalla stirpe di David secondo la carne e costituito
Figlio di Dio secondo lo Spirito mediante la resurrezione (II
lettura) .
Dalla
lettera ai Romani 1,1-7
Paolo,
servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare
il vangelo di Dio che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti
nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di
Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza,
secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei
morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto
la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede
in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche
voi, chiamati da Gesù Cristo a tutti quelli che sono a Roma, amati
da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre
nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
L'apostolo
Paolo proclama la sua confessione di fede come apostolo chiamato “ad
annunciare il Vangelo di Dio che egli aveva promesso per mezzo dei
suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato
dal seme di Davide”. In
sostanza Paolo conferma ciò che Isaia aveva annuciato circa otto
seccoli prima.
La
predicazione degli apostoli realizza le profezie dell'Antico
Testamento: Dio ha mantenuto le sue promesse, e Paolo è partecipe di
questa realizzazione, come “lo
siamo tutti noi, chiamati da Gesà Cristo,amati da Dio e santi per
chiamata”
Dal Vangelo secondo Matteo 1, 18-24
“Così
fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per
opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo
giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in
segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli
apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe,
figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi”.
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi”.
IL
vangelo conferma l'avverarsi della profezia di Isaia, in modo
straordinario da mettere in crisi Giuseppe prossimo sposo di Maria
quando avverte che Maria attende un figlio.
Come
sappiamo, un angelo del Signore chiarisce in sogno a Giuseppe quanto
era avvenuto.«Giuseppe,
figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati». Salverà
il suo popolo dai suoi peccati, non sarà un re come da molti atteso,
un re liberatore.
Abbiamo visto come il re Acaz rifiuta il consiglio di
Dio perché a modo suo “non voleva tentare Dio”. Isaia ha parlato
a lui e alla discendenza davidica che spesso si dimenticherà
dell'alleanza con Dio.
All'opposto Giuseppe,
all'inizio turbato a causa della fidanzata Maria, accetta ciò che un
angelo nel sogno gli rivela. Da allora farà da padre al bambino che
nascerà da Maria.
In oriente il brano di
questa quarta domenica di Avvento, la narrazione della nascita del
Signore secondo Matteo, è chiamato “l'Annunciazione
a Giuseppe”. Mi sembra
giusto e doveroso.
Benedetto XVI in una domenica quarta di avvento pronunciava queste parole in Piazza San Pietro.
In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza.
Non si esagera se si pensa che proprio dal "padre" Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20).
Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio. In questo tempo di preparazione al Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita.
domenica, 18 dicembre 2005.
Scrive
Sant’Agostino: "Ho paura che Dio passi nella mia vita e io non
me ne renda conto" .
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