Il
Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce
potente per
la gioia del vostro cuore.
Seconda
Domenica di avvento - Anno C – 6 dicembre 2015
Dal
vangelo secondo Luca 3,1-6
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate isuoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Parola del Signore!
Enzo: I
primi versetti del brano del vangelo di questa seconda domenica di
avvento sono un quadro della situazione politico-religiosa in cui il
precursore comincia la sua manifestazione, dall'imperatore di Roma al
pontificato di Anna e Caifa. L'evangelista Luca mira soprattutto alla
presenza storica della persona di Gesù e alla sua missione,
all'instaurazione del REGNO DI DIO, destinato a sostituire tutte le
dominazioni terrrene.
A differenza
degli altri evangelisti Luca abbonda nella sua enumerazione
richiamando accanto alla Galilea e Giudea nomi di uomini pagani: ci
ricorda così che non solo Israele ma anche i pagani saranno chiamati
a passare sotto la regalità dell'Unto del Signore.
In questo periodo
storico “la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria,
nel deserto”. Bel modo di presentare Giovanni, ultimo profeta
dell'antica alleanza e il primo profeta del nuovo testamento,
annunciato secoli prima dal profeta Isaia. Pieno della parola di Dio,
ispirato da Dio, Giovanni il precursore precede l'avvento del
Messia, l'unto del Signore, la Parola stessa di Dio, Gesù di
Nazaret. Quando quella “Parola” si farà visibile, Giovanni
scomparirà.
Tutto avviene
nel deserto, nel silenzio, sì nel silenzio perché la parola di Dio
qui parla, è incisiva, converte, coinvolge. Giovanni diventa la voce
di Dio che si farà sentire nel deserto dell'anima di chi lo
ascolterà, perché Dio non abita nella confusione, nel frastuono del
mondo.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”:
La “via” da preparare non è più quella che attraversa il deserto, da Babilonia a Gerusalemme, bensì quella più breve, però più insidiosa che va dalla mente al cuore, alla volontà dell’uomo, e dove si annidano angolosità di ogni genere che ne ostacolano e ne impediscono la percorribilità.
Giovanni accompagna la sua predicazione con l’invito a sottoporsi a un rito simbolico che di per sé non realizzava ma indicava il cambiamento di vita che il penitente si proponeva di attuare. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”.
Il “battesimo” consisteva in un’immersione e riemersione nelle e dalle acque del Giordano. Con tale gesto l’uomo segnalava ai presenti che nel suo intimo si andava verificando come un’abluzione spirituale, un rinnegamento delle sue vecchie abitudini con l’intento di far subentrare un nuovo regime di vita, fatto di umiltà, bontà, mansuetudine, lealtà.
Le parole pronunciate o poste in bocca a Giovanni provengono da Is 40, 2-5 e sono quelle con cui il grande profeta postesilico annunzia ai suoi connazionali la fine della schiavitù babilonese e il ritorno in patria. Il Battista annuncia ai suoi fratelli ebrei e a tutte le nazioni la fine della schiavitù dal male dell'anima.
Possiamo dire che Giovanni predica un annuncio di consolazione e non di un oracolo di sciagure,la sua predicazione ha un accento nuovo, anche se assumerà la figura di un predicatore arcigno e catastrofico (Lc 3, 7-18), ma in questi primi tratti della sua missione è un annunciatore di buone notizie, in altre parole del “vangelo”, la BUONA NOTIZIA.
Ciò che
conta è sapere accogliere questa notizia, farle spazio nel silenzio
del proprio cuore in questo tempo di riflessione e di attesa.
Mariella:
Da
domenica scorsa abbiamo ripreso la lettura del Vangelo di Luca, il
più attento fra gli evangelisti ad affrescare l'attività pubblica
di Gesù nel contesto della dimensione storica dell'epoca, egli vuol
farci incontrare una persona precisa che è entrata nella storia
umana e con il dono totale di sé l'ha salvata, ma di questo Enzo vi
ha già dato ampia spiegazione.
Luca
colloca la missione di Giovanni il Battista ed il lieto annuncio di
Gesù all'interno della storia universale per sottolineare che la
salvezza è per ogni uomo, per l'intera umanità!
Nel
brano abbiamo letto: “la Parola di Dio venne su Giovanni, figlio di
Zaccaria, nel deserto.” La Parola di Dio è dunque il vero soggetto
capace di dare un senso nuovo alla storia dell'uomo.
Qui
la Parola è su Giovanni, che senza nessun protagonismo diventa
profeta, perché da essa si lascia afferrare e trasformare. La Parola
lo raggiunge nel deserto, luogo privilegiato all'ascolto, luogo di
solitudine e povertà, dove solo Dio è presente e fa ascoltare la
sua voce. In Giovanni risuona la profezia di Isaia e di questa
profezia Giovanni si fa annunciatore itinerante: “Voce di uno che
grida nel deserto....”
E'
un profeta che grida perché deve farsi spazio nel chiasso assordante
di questo mondo, vuole aprire nel deserto la via al Signore, vuole
scuotere le coscienze spesso assopite, vuole chiamare a conversione
ogni cuore, vuole indicare l'unica salvezza possibile, grida, la sua
è una voce di speranza.
“Preparate
la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”
Ma
per fare questo c'è bisogno di abbassare tante asprezze di orgoglio
e di arroganza, c'è bisogno di colmare tanti avvallamenti fatti di
indifferenza ed autosufficienza, c'è bisogno di raddrizzare tanti
cammini deviati.
Anche
su di noi scende la Parola di Dio e fa germogliare virgulti di
speranza, anche su di noi vuole aprire un varco di salvezza, anche su
di noi il Signore vuole contare per raggiungere altre persone, Egli
ha bisogno di umili semplici, insignificanti profeti capaci di
trasmettere con una testimonianza coerente e fedele la sua Parola.
Ma
siamo noi cristiani attenti alla voce di Dio, capaci di silenzio e di
stupore, per poter accogliere l'annuncio di Giovanni che grida nel
deserto del nostro cuore?
Siamo
anche noi profeti di speranza?
Questo Vangelo, mi fa pensare a Papa Francesco e all ' Anno della Misericordia indetto da lui, ancora una volta ci viene mostrata la via della salvezza, il raddrizzare le nostre vie tortuose dell'animo umano quando esso è lontano da Dio, Giovanni ci predica il battesimo di conversione nell'attesa di Gesù,approfittiamo del Santo Natale per raddrizzare le vie e fare un bagno nella infinita Misericordia della confessione ,lasciamoci abbracciare dal Padre Celeste e troveremo la salvezza eterna.Saluti Vincenza
RispondiEliminaGrazie Vincenza! i tuoi pensieri e consigli ci sono molto graditi.
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