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venerdì 2 gennaio 2015

Natale è LUCE , è invito a farci dono, a farci prossimo...



Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio

Domenica seconda dopo Natale anno B: 4 gennaio 2014



Vangelo: Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
            Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

Parola del Signore!

Mariella: Il Vangelo di domenica prossima ci fa gustare ancora una volta il grande inno di Giovanni, che proclama il Verbo di Dio creatore delle cose e del tempo, venuto ad abitare tra gli uomini.  Si parla in questa pagina evangelica di un principio senza data, quasi ci si volesse far astrarre dal tempo,
In principio era il Verbo...e il Verbo era presso Dio...e il Verbo era Dio.

Principio e fine si fondono nella continuità e noi a vivere quello spazio che ci è concesso.   Il nostro tempo non è vuoto, non si consuma nella insignificanza di giorni che non contengono nulla e non portano a nulla, ma vive nella pienezza della presenza del Signore.
Il tempo senza Dio diventa pertanto un susseguirsi di istanti che consumano e bruciano l'esistenza nell'inutilità, perché è tempo vissuto senza verità e senza prospettiva.   In questo prologo si svela il dramma del tempo, esso deve essere redento: non solo dal suo vuoto, ma soprattutto dal male che lo abita. 

Una figura importante prende forma, ed è quella di Giovanni. Il ruolo del Battista è unico: egli "venne come testimone, per dare testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo suo".   A chi dunque dà testimonianza Giovanni? A Gesù. Gesù è luce autentica e perfetta che appaga ogni aspirazione umana, la sola luce che dà senso a tutte le altre luci che appaiono nella scena del mondo. Questa luce illumina ogni uomo che nasce ed opera nell'intimo di ogni essere come presenza, guida e salvezza.

La vita non prende significato dalle nostre costruzioni, anche le ville più sontuose e belle non hanno certezza di significato e di valore in se stesse. Il senso vero della vita è dato dalla novità della sua tenda posta tra le nostre case, è un infinito che s'innesta nella precarietà e provvisorietà umana.   Dio che ha creato ogni cosa non lascia sola la sua creatura, ma viene in mezzo a noi per portarci la luce della verità.   Purtroppo però, come dice la scrittura: il mondo non lo ha riconosciuto.  Il tempo patisce, dunque, la lotta per il riconoscimento di Cristo.

Quando l'uomo si innalza al di sopra di Dio, o addirittura contro Dio, sostituisce la propria immagine a quella del Figlio di Dio fattosi carne. Questo è il nucleo, l'essenza della fede cristiana. Il destino dell'uomo e la sua felicità dunque, si giocano nell'accoglienza o nel rifiuto del Signore.  Infatti, solo dalla pienezza del Verbo di Dio, l'uomo riceve grazia su grazia, e gli viene donata la verità del suo essere.   Diventando consanguinei e familiari di Gesù realizziamo la nostra vita e siamo avviati al compimento della nostra vera vocazione.

Dopo i primi versetti introduttivi, Giovanni ci presenta poi il ruolo del Verbo nella creazione dell'universo e nella storia della salvezza: "Tutto accadde per mezzo di lui e senza di lui non accadde nulla".  In lui era la vita....e la vita era la luce degli uomini;
Ogni uomo è fatto per la luce ed è chiamato ad essere illuminato dalla luce eterna di Dio, che è la vita stessa del Padre donata al Figlio.La luce di Cristo splende su ogni uomo che viene nel mondo mentre le tenebre lottano per eliminarla.

Infine il prologo offre un'ulteriore spiegazione del perché Gesù è il compimento della legge di Mosè: "Solo il Figlio unigenito ha potuto rivelare il Padre perché nessuno ha mai visto Dio se non il Figlio unigenito che ce l'ha rivelato".  Tutta la vita di Gesù si svolse come vita filiale in un atteggiamento di ascolto e di obbedienza al Padre, in un rapporto di amore con il Padre e come manifestazione del Padre. A noi che abbiamo ricevuto il dono della fede e che abbiamo accolto quella Luce che illumina ogni uomo, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni, ci vengono donati perché la gloria di Cristo si manifesti e cresca nel mondo e gli occhi di ogni uomo, riconoscendo il Signore, vedano la sua salvezza.

All'inizio di questo nuovo anno, non manchi la gratitudine al Signore per il dono della sua presenza nel tempo della nostra vita, poiché è grazie a questa presenza che la nostra esistenza assume valore e significato, in Lui ci riconosciamo figli amati e salvati dall'ombra del peccato e della morte
A Lui rendiamo testimonianza!

Enzo: Il vangelo di Giovanni che abbiamo anche letto il giorno di Natale ci è riproposto in questa domenica. Una riflessione del dopo natale? Per un natale che ci porteremo ogni giorno con noi, tralasciando magari ciò che di superfluo abbiamo fatto o nel pensiero che avremmo potuto fare qualcosa di meglio, di più utile per noi e per gli altri?

Questo pensiero del dopo Natale quest’anno mi ha seguito ogni giorno pensando a quanto vedevo attorno a me: sondaggi, negozi, luci, preoccupazioni, persone, notizie sempre con odore del male di questo mondo, richieste di aiuto da più parti per i poveri vicino a noi e per quelli più lontani, per bambini denutriti, ammalati e così via… e quelle parole di Gesù: avevo fame e mi avete dato da mangiare…avevo sete…

A dire il vero di qualcosa mi sono privato e fatto dono, non potevo rimanere indifferente, ma mi sono fatta una domanda: se tutti i cristiani e gente di buona volontà avessero donato qualcosa in base alle loro disponibilità ci sarebbe stato un natale migliore per tanti nostri fratelli veramente in necessità? Sicuramente sì!

C’è un proverbio che tutti conosciamo che suona così: Una rondine non fa primavera… possiamo dire che una buona azione fatta solo a natale ci ha fatti sentire migliori e ci terrà tali tutto l’anno o possa cambiare il mondo? Ecco che arriviamo al dopo Natale, o al natale che dura tutto l’anno….che potremmo far durare tutto l’anno perché i poveri li avremo sempre con noi  e dell’aiuto che abbiamo dato o non dato dovremmo rispondere un giorno…

Propongo adesso una parte dell’omelia di Mons. Tonino Bello la notte di Natale 2003

Natale: Il coraggio della gratuità, della generosità di Mons.Tonino Bello

Natale è la festa del dono, dei doni.
Natale è la festa del dono di Dio, del grande dono che ci fa Dio: Dio ci regala se stesso, in Gesù di Nazareth; ci regala la sua vita divina, una vita che vincerà la morte.

A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12)

E il Natale è l’invito a farci dono, a farci prossimo,
a dire meno volte “io”e più volte “tu”, “noi”.
Come ha cantato con intelligenza Giorgio Gaber:
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire “noi”
(La canzone dell’appartenenza)

Natale è sentire, è capire che l’umanità è una sola, è unica, che tutti insieme Nord e Sud del mondo
ci salveremo o ci perderemo.
Allora il più grande dono che possiamo farci a Natale siamo noi. Dobbiamo regalarci
l’uno all’altro: questo è il segreto del Natale. Dio è felice perché ama.
L’uomo, fatto a immagine di Dio, è felice quando ama.

Tra di noi il più felice è colui che ama di più.
Natale è riscoprire la gioia del donare, è riscoprirsi fratelli cioè bisognosi l’uno dell’altro;
è la riscoperta della dignità di ogni uomo,
di ogni donna,
di ogni bambino che abita il mondo; 
è la riscoperta dell’uomo come valore assoluto, come vera immagine, in carne e ossa,
di Dio sulla terra.

E’ Natale: ricordati cioè scrivi nel tuo cuore che Dio ti ama. che Dio crede in te.
Ma ricordati anche che Natale non è e non deve essere lo stile di un giorno,
\ma di ogni giorno:
lo stile dello stupore, della gratitudine,
della fedeltà,
della gratuità, della generosità,
del donare e del donarsi.



Poesia di Capodanno

Anno nuovo... anche per chi soffre
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che amiamo.
lnsegnaci a pensare agli altri
ed amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
Signore, facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice, protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame
senza aver meritato di morir di fame,
che muoiono di freddo senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più,
Signore,
che noi viviamo felici da soli.

Poesia di Capodanno di Raoul Follereau

 AUGURIAMO A TUTTI UN NUOVO 2015 VERAMENTE NUOVO!!

Per chi volesse ancora approfondire il brano del vangelo nella Pagina di Padre Augusto Drago troverà un suo commento.

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