Questa
è
la
volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e
crede in lui abbia la vita eterna
Domenica XXXI del tempo ordinario: 2 novembre 2014
Dal vangelo secondo Giovanni
6,37-40
Tutto ciò che
il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me,
io non lo
caccerò fuori,
perché sono
disceso dal cielo non per fare la mia volontà,
ma la volontà
di colui che mi ha mandato.
E questa è la
volontà di colui che mi ha
mandato: che
io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti
nell’ultimo
giorno.
Questa
infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il
Figlio e
crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore!
Enzo: Abbiamo assistito leggendo questo brano ad una rivelazione
di Gesù preceduta dal versetto 35: “ Io sono il pane della vita; chi viene a me
non avrà mai fame e chi crede in me non avrà mai più sete”.
Gesù parla ai suoi discepoli e ad
una grande folla. Le sue parole mostrano chiaramente, ma non tutti le recepiscono, chi è Gesù. Lui è il
pane della vita per tutti gli uomini. E’ un pane speciale inviato dal Padre: il
pane era ed è un segno, simbolo di vita, alimento giornaliero di cui non se ne
può fare a meno.
Gesù è stato inviato dal Padre
per adempiere ad un compito specifico: come pane, dono del Padre, si darà in
alimento agli uomini, donerà la sua vita per la salvezza degli uomini.
Gesù, inviato dal Padre, porterà
a termine la volontà del Padre in un rapporto stretto di obbedienza; rapporto dunque
tra il Padre e Gesù ha come scopo la salvezza dell’uomo: “tutto ciò che il
Padre mi dà” ossia l’umanità intera, dovrà volgere lo sguardo verso Gesù.
Anche il rapporto di Gesù con gli
uomini sarà molto stretto con una cura particolare: “che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato”.
Gesù sarà il Buon Pastore che
raduna, cerca le pecorelle smarrite, non manderà via nessuno di coloro che lo
cercano e credono in Lui. Tutti coloro che mangeranno quel pane di vita,
saranno dissetati da ogni parola che uscirà dalla sua bocca: “colui che viene a
me, io non lo caccerò fuori”.
Vedere, credere sono i due verbi
che caratterizzano questo brano nel rapporto dei Gesù con gli uomini.
Gesù è il centro verso cui tutti
devono convergere per ottenere la salvezza e non solo: “chiunque vede il Figlio
e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Ecco la volontà del Padre che manifesta il futuro della vita eterna con
l’attualità della salvezza nella vita terrena mediante Gesù.
La vita eterna che il Padre vuole
che ogni uomo raggiunga è suffragata per sempre da Gesù con la promessa della
risurrezione dei corpi:”io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
La risurrezione non è fine a se stessa, ma ha una logica interna in quel
“non perdere nulla”: il sacrificio di Gesù , il dono della sua vita farà si che
nessuno di coloro che il Padre ha dato al Figlio,vada perduto. Tutti coloro che
hanno creduto rientrano in anima e corpo nella logica dell’amore divino, la
logica Trinitaria: DIO E’ AMORE!
A questa logica dobbiamo credere
e attaccarci e non mollare mai,
consapevoli che la fedeltà non è acquisita una volta per tutte.
Mariella: Immediatamente dopo aver celebrato la festa di tutti i
Santi, ossia coloro che intercedono per noi dal Cielo, la Chiesa ci invita a
raccoglierci attorno a coloro che ci hanno preceduti, che ora non son più qui
fra noi, ma il cui esempio ci deve aiutare ad elevare i nostri occhi verso il
cielo
La liturgia non ha lacrime, ma
vuole aprirci ad una grande speranza; essa infatti non pronuncia parole sulla
fine della vita, ma sulla risurrezione.: non ci vuole parlare di morte ma di
vita oltre la morte.
Possiamo tranquillamente dire che
fuggire la morte è la tentazione più ricorrente del mondo di oggi, fa
indubbiamente paura questo salto nel buio, soprattutto per chi non possiede la
luce della fede.
Per chi crede, per chi vive la
speranza cristiana cambia la prospettiva di quell'ultimo viaggio,
si guarda ad essa come
all'incontro con Colui al quale abbiamo offerto tutte le nostre pene.
Il Signore ci insegna ad avere più
paura di una vita sbagliata che della morte. A temere di più una vita vuota e
inutile che non l’ultima frontiera che passeremo aggrappandoci forte al suo
cuore.
Nel suo cuore di Padre nulla andrà
perduto e tutto avrà una ragione di
esistere
Ma qual è il meccanismo che ci
conduce a questo incontro con il cuore del Padre? Credere in Gesù, vivere la
sua Parola e amarlo sopra ogni cosa
Questa è la nostra speranza,
questa è la fede che ci condurrà alla morte con cuore sereno.
Aggiungo a questo mio breve
commento una piccola parte del commento di Padre Augusto Drago, nostro
carissimo amico che per parecchio tempo è stato con noi:
“Gesù si innalza verso l'alto. Ci
fa contemplare l'Amore del Padre per noi, l'ubbidienza del Figlio che per amore
compie la volontà del Padre, e l'uomo che è l'oggetto dell'Amore! Ma ci si può abituare davanti a questa
meraviglia dell'Amore che parla al cuore dell'uomo? Ci si abitua perché lo diamo Fratelli e
sorelle, per un cuore che ama, ogni giorno, ogni cosa del giorno, ogni evento
del giorno, anche se stancamente ripetitivo, è sempre nuovo: l'Amore fa sempre
nuove tutte le cose.
Di questo Amore Gesù adesso ci
parla. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me...
Notate! Gesù afferma di essere
stato mandato dal Padre per la salvezza del mondo, come nutrimento unico per la
salvezza del mondo. Questo essere mandato significa una sola cosa: Il Padre ci
dona il Figlio e noi siamo donati al Figlio! "Tutto ciò che il Padre mi
dona, verrà a me"!
Il Padre dona al figlio l'umanità.
Questa umanità verrà al Figlio. Il secondo verbo è espresso al futuro. Perché?
Gesù ha accettato il dono che, di noi, il Padre gli ha fatto: lo ha accettato
nel momento stesso della sua Incarnazione. L'uomo verrà a Gesù, chiamato dal
Padre: ma non necessitato, liberamente: vale a dire, se accetta, se vuole
accogliere la chiamata che già ha ricevuto.
L'Amore lascia liberi. Non coarta
nessuno, non costringe nessuno. Invita, attira, chiama con voce dolcissima, ma
tocca a ciascuno di noi accogliere. Dio aspetta: Dio è Uno che sa aspettare.
Dio è paziente: la pazienza infinita dell'Amore! Tutto quello che il Padre mi
dona verrà a me!
Chi accetta questo invito entra nel
recinto di Cristo. Egli non ci caccia, non può cacciarci, perché la Volontà del
Padre ci ha consegnati alla sua obbedienza: "Sono disceso dal cielo, non
per fare la mia volontà, ma la Volontà di Colui che mi ha mandato!"
Che cosa contiene la Volontà del
Padre riguardo a Cristo suo Figlio diletto?
...non perdere nulla di quanto Egli mi ha dato!"
Che parole belle e consolanti.
Fratelli e sorelle, le comprendete? E se
le comprendete veramente, non sentite il tintinnìo del cuore che sussulta di
gioia? Non sentite attorno a voi il canto dell'eterno Amore? Eterno è il suo
Amore per noi!
Attirati dunque nel recinto di Gesù
non saremo mai perduti! Saremo custoditi, perché Gesù compie sempre la Volontà del Padre. Mi sembra di presentire
le parole che Gesù dirà al Padre nella grande preghiera sacerdotale (Giovanni
17): "Padre di quelli che mi hai dati non ne ho perduto nessuno, eccetto il figlio della perdizione...!"
Il figlio della perdizione, o
meglio, il figlio perduto è Giuda il traditore, Colui che non ha capito l'Amore
e Gli ha voltato le spalle. Questa dunque è la Volontà del Padre: che Gesù non
perda nessuno di quelli che Egli gli ha affidato e che hanno accolto la
chiamata già inscritta fin dall'eternità nel cuore del Padre!
Bello: non saremo perduti in eterno
se rimarremo sempre nel recinto di Gesù!
Adesso Gesù parla di resurrezione.
Un altro balzo più in alto. Il suo discorso si eleva ulteriormente:
....."e lo risusciti nell'ultimo giorno!"
La salvezza piena e totale si ha
proprio in quell'ultimo giorno del tempo. La resurrezione è la salvezza
dell'uomo in tutta la sua interezza: anima, spirito e corpo. Allora sì, saremo per sempre nel recinto di
Dio che è Cristo stesso! Nel recinto dell'Amore del Padre assieme al Figlio.
Per sempre. Nel Pane eucaristico c'è allora il germe dell'eternità, del tempo
futuro, del tempo oltre il tempo.
Mangiando il Pane, spezzandolo e bevendo il Vino, già opera
in noi l'eternità. Il Pane spezzato è già l'anticipazione di ciò che saremo.
Pensate bene, fratelli e sorelle al potere trasformante che
ha l'Eucarestia. Sa trasformare l'oggi in eternità, sa trasformare il
"consueto" in novità, sa trasformare il dolore in letizia, sa
trasformare il nostro gemito in un canto d'amore, le nostre tristezze in una
danza meravigliosa!
E' possibile? O si tratta di una
vana parola smentita dai fatti concreti?
E' possibile?. Dipende con quali
occhi sapremo guardare la vita: se con gli occhi della carne o con gli occhi
del cuore che sanno trasfigurare la realtà terrena in profezia di eternità.
"Questa è la Volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in
Lui abbia la vita eterna: ed Io lo risusciterò nell'ultimo giorno!"
Vedere il Figlio altro non è che
credere in Lui. Credere in Lui significa avere già nel cuore la speranza
teologale della vita eterna. La vita eterna è la risurrezione integrale della
nostra umanità trasfigurata ad immagine del Cristo pasquale. il Cristo risorto
ed uscito vivo dalla tomba.
Fratello, sorella, credi veramente
a questo tuo "felice destino"? Se credi gioisci, diceva
sant'Agostino. Ma se non credi, conoscerai il buio della notte!
Tu credi tutto ciò? IO CREDO
Nota: Nella
pagina di Padre Augusto, chi lo desidera potrà leggere il commento per intero.
Nessun commento:
Posta un commento