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martedì 22 aprile 2014

PER IL CRISTIANO OGNI GIORNO E' PASQUA


La Pasqua continua nel tempo e nei nostri cuori: Gesù è veramente risorto: proponiamo un commento di Padre Augusto Drago, che già avete imparato a conoscere, come aiuto alla nostra riflessione

La risurrezione di Gesù attraverso la testimonianza dell’apostolo Paolo

Di Padre Augusto Drago

Nel testimoniarci la Risurrezione di Gesù Cristo, l’apostolo Paolo segue, per così dire, una duplice scansione narrativa. In un primo momento il fatto della Risurrezione viene presentato come un’apparizione personale all’apostolo stesso, ma poi via via si trasforma in un grande inno di fede viva, forte ed autentica.


Brevemente vediamo un po’ più da vicino questa duplice scansione.  Anzitutto Paolo rivendica con forza il fatto di avere “visto il Signore”. “Non sono forse libero io? Non sono forse un apostolo? Non ho visto Gesù Signore nostro?” (1Cor 9,1).
Al capitolo 15 della stessa lettera si annovera tra gli apostoli e tra quelli che hanno visto il Signore: “ultimo fra tutti gli apostoli, apparve anche a me come a un aborto.
 Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio” (1Cor, 15, 8-9). L’apparizione di cui parla Paolo è da riferirsi all’evento accaduto sulla via di Damasco, quando il Signore, sotto forma di luce abbagliante gli disse: “Saulo, Saulo, perché miperseguiti?”
E Paolo rispose: “Chi sei tu, Signore?”.
Ed Egli: Io sono Gesù che tu perseguiti. Ma tu alzati ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare” (Atti, 9, 5-6). L’apparizione del Risorto determina e circoscrive la missione del futuro apostolo. (cfr, Galati 1,11-17).

La seconda scansione viene evidenziata da Paolo nella prima lettera ai Corinti (15, 3-5). la risurrezione del Signore viene presentata come una vera ed autentica professione di fede:  “Vi ho trasmesso anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè: che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che fu visto da Cefa e quindi dai dodici.  In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta…”
Questa di Paolo è la formula di fede sulla Risurrezione del Signore più completa perché abbraccia l’intero mistero Pasquale. Dalla testimonianza siamo così arrivati alla professione di fede. Una professione che Paolo non fa provenire da se stesso ma dalla Tradizione. Quindi il mistero di Pasqua nato, iniziato con una tomba vuota, proseguito con delle testimonianze personali o apostoliche, ora vive nella Tradizione e diviene il fulcro della fede della Chiesa.

Paolo prosegue: “Ora se si annunzia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, nemmeno Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede, e noi apostoli risultiamo falsi testimoni di Dio…Se infatti i morti non risorgono, nemmeno Cristo è risorto. Ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati”(1Cor, 15, 12-17).
Con ciò l’apostolo afferma che in Cristo risorto c’è inclusa anche la nostra risurrezione, e che c’è un rapporto strettissimo tra la risurrezione del Signore e la nostra.

Il mistero Pasquale allora è appena iniziato. Si compirà pienamente quando assumeremo, nel gran giorno della rigenerazione di tutte le cose, lo stesso corpo glorioso, celeste di Cristo Gesù, il Signore, e così saremo sempre con Lui e simili a Lui: “La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo, come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”  (Filippesi, 3,21).

Cosa ci dice tutto questo, fratelli e sorelle?

 Il desiderio illimitato di verità, di bontà, di bellezza, in una Parola di vita, che abita nel cuore di ciascuno di noi, non è un’invocazione che non riceve risposta. Dire che Cristo è risorto significa dire con certezza che ognuno di noi è salvo, perché questa pienezza è raggiungibile.

Nonostante tutti i tradimenti, le sconfitte che possiamo subire: quello di tradire un amore che ti era stato donato, quello di non riuscire a trovare un lavoro, quello di vedere l’incredibile fragilità del bene dentro la nostra storia e dentro la storia umana.

Fratello, sorella, se sei certo della resurrezione di Cristo, sii assolutamente certo che tu puoi sempre ricostruirti pienamente nella tua umanità e ripartire verso la vita! Sempre!

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