“ Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio…"
Maria , futura madre del Messia nell’Antico Testamento
Nell’ Antico Testamento si parla di Maria, madre del futuro
messia, essendo lei un personaggio del
Nuovo Testamento?
Tre sono i testi che sono universalmente riconosciuti come
relativi alla Madre del Messia:
1 - Genesi 3,15: “ Io porrò inimicizia fra te e la donna…”
2 - Isaia 7,14 : “
Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio…”
3 - Michea 5,2 : “
Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire
partorirà”.
1 - “ Io porrò inimicizia
fra te e la donna…”
Il versetto citato, della Genesi è nell’ambito delle
punizioni dopo la disobbedienza di Adamo ed Eva. La prima punizione è inflitta
al serpente: Dio maledice il serpente, lo condanna a mangiare la polvere e fa poi questa
promessa:
“ Io porrò
inimicizia tra te e la donna,
fra il tuo seme
e il suo seme:
questo ti
schiaccerà il capo
e tu gli
insidierai il calcagno”.
Chi è il soggetto che schiaccerà il capo? La donna o il suo
seme?
Sembra che il riferimento sia alla donna, mentre invece è
alla sua stirpe, alla sua discendenza. L’equivoco è venuto da uno sbaglio di
trascrizione in latino dai codici della Vulgata ((traduzione in latino
della Bibbia
dall'antica versione greca ed ebraica) in epoca medioevale quando è stato
riportato il femminile “ipsa” cioè “lei” invece di “ipse” cioè “lui”.
Cosicché chi schiaccerà il capo del serpente è il seme della
donna, il suo discendente, Gesù.
Questo testo della Genesi è stato definito dalla tradizione
cristiana “protovangelo” il primo vangelo, cioè primo annuncio della salvezza.
Nel momento in cui Dio condanna il serpente condanna il
male: cioè non condanna il serpente in quanto animale, bensì condanna il male
nella sua figura diabolica, una forza malefica.
“ Io porrò inimicizia fra te e la donna” vuol dire che si
verificherà uno scontro continuo fra l’umanità ( la donna come madre)) e il
male ( il serpente).
Questa contrapposizione non riguarda soltanto la fase antica,
ma le generazioni future “inimicizia fra il tuo seme e il suo seme”, i
discendenti della donna e quelli del serpente, diavolo tentatore.
Lo scontro si concluderà con la vittoria dell’umanità: il
Figlio (nuovo Adamo) della donna (nuova Eva) schiaccerà la testa.
Tuttavia il male produce un danno: l’immagine del serpente
che si rivolta e morde il calcagno è proprio legata alla morte di Gesù. Il male
ha fatto morire il Messia per cui apparentemente ha vinto il serpente uccidendo
il figlio, il seme della donna.
In realtà non ha
vinto il male: lo sconfitto apparente è
Colui che trionfa vincendo la morte con la sua risurrezione, Gesù di Nazaret
stroncando definitivamente il potere del demonio.
E’ logico allora riconoscere nella madre del messia la nuova
Eva, la nuova madre di tutti i viventi in e per Gesù. A sua madre, nella
persona di Giovanni, Gesù affiderà l’umanità.
L’inimicizia antica si rinnova nel nuovo capitolo storico
aperto da Gesù: avendo ricevuto in dono Maria come Madre noi siamo suoi figli,
“il nuovo seme” che lotterà, schiaccerà il male fino alla seconda venuta di
Gesù.
Maria, essendo creatura
aveva bisogno di essere salvata, e godendo di un privilegio singolare
perché doveva diventare madre di Gesù fu salvata prima della sua nascita. A Lei
la salvezza è stata applicata da subito per grazia di Dio per i meriti futuri
del Messia che ha sconfitto il male definitivamente.
Nella persona di Maria
noi ammiriamo la potenza di Dio che ha vinto il male. L’immagine di
Maria Immacolata, con il serpente ai piedi, intende dire che nella sua persona
concretamente, Dio ha vinto il male.
Le due immagini di Maria Immacolata e dell’Assunta, molto
care alla devozione popolare, sono due immagini teologiche: l’Immacolata è
Maria prima della nascita e l’Assunta è Maria dopo la morte, per cui tali
celebrazioni riguardano ciò che c’è prima e ciò che c’è dopo, e sono le due
feste dell’umanità redenta: il male è vinto alla radice e, di conseguenza,
l’umanità può raggiungere il vertice del cielo.
2 - “ Ecco la vergine
concepirà e partorirà un figlio…”
Siamo verso l’anno 730 A.C., al tempo del re Acaz. La situazione
storica è brutta. Gerusalemme sta vivendo un momento di difficoltà soprattutto
perché hanno tentato di coinvolgere il re Acaz e il suo regno di Giuda in una
guerra contro gli Assiri.
Isaia, uomo di corte e potente ministro si oppone e non
vuole questa alleanza. Alcuni piccoli stati
muovono guerra a Gerusalemme per togliere dal trono il re Acaz e
sostituirlo con un altro in modo tale che il nuovo re sia d’accordo con loro
per fare la guerra contro gli Assiri.
Isaia è incaricato di dare una buona notizia al re Acaz: gli
aggressori non potranno compiere i loro “malvagi disegni”. Ma il re Acaz non è
disposto ad ascoltare Isaia nemmeno quando questi gli offre la possibilità di
un segno da parte di Dio, come conferma della notizia precedente. Ecco il testo
di Isaia 7,10-17
Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno
dal Signore,
tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma
Acaz rispose: «Non
lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia
disse: «Ascoltate,
casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché
ora vogliate stancare
anche il mio Dio?Pertanto il Signore stesso vi darà un
segno. Ecco: la
vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà
Emmanuele. Egli
mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il
male e a scegliere il
bene. Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare
il male e a
scegliere il bene, sarà abbandonata la terra di cui temi
i due re. Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre
giorni quali non vennero da quando Èfraim si staccò da Giuda: manderà il re
d’Assiria».
Il re Acaz ebbe un
figlio, come predetto da Isaia, che chiamò Ezechia. E nel giro di pochi anni non solo l’assedio viene smantellato ma anche i due re, che
avevano mosso guerra a Gerusalemme, furono eliminati dagli Assiri.
Possiamo dire che allora nella mente di Isaia c’era
semplicemente una promessa per il momento che stava vivendo, ma nella mente di
Dio che ispirava il profeta c’era una promessa molto più avanti nel tempo, che
si sarebbe avverata oltre settecento anni dopo. Dio attraverso gli avvenimenti
umani fa sì che scopriamo con meraviglia il progetto di salvezza che sta
guidando.
Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che
chiamerà Emmanuele.
Il testo fu interpretato seriamente nella luce del Messia
solo dopo la nascita di Gesù.Quella vergine, quella ragazza da sposare, Maria.
L’evangelista Matteo infatti scrive: “ Tutto questo avvenne
perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
“Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato,
Emmanuele che significa Dio con noi” Mt 1 22-23; e Lc 1, 26-38:
“Come avverrà questo, poiché non conosco
uomo?”.
“Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”, dice
l'angelo a Giuseppe riguardo a Maria, sua sposa (Mt 1,20).
Matteo e Luca considerano la concezione verginale un’opera
divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umane.
Matteo non si è inventato il concepimento verginale di Gesù:
questa ipotesi non regge perché nessun ebreo si aspettava un concepimento
verginale di Gesù per affermare che la profezia si è avverata, e ancora perché il testo di Isaia non veniva
letto in chiave messianica.
Al contrario il concepimento verginale di Gesù ha prodotto
un dubbio circa il motivo per cui è accaduto e una ricerca per verificare se le
Scritture ne parlavano. Matteo allora trovò quel testo di Isaia e lo capì alla
luce di quanto era accaduto con la nascita di Gesù..
Ricordiamo anche che le Scritture sono state scritte sotto
l’ispirazione dello Spirito Santo, un motivo in più per credere questa verità
di fede.
3 - Michea 5,2 : “Perciò Dio li metterà in
potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire”; e il
resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei
tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e
pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace.
Quest’ultimo riferimento si presenta più semplice e meno
problematico dei due precedenti; inoltre, in questo testo si parla veramente
della Madre del Messia.
Negli altri due testi esaminati la figura della Madre è
implicita, sullo sfondo, se ne parla ma non è rilevante; in quest’ultimo testo,
invece, il riferimento è esplicito:
"E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere
fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore
in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò
Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele" (Mic, 5 1-2).
Questa è un’autentica profezia messianica che parla della
Madre del Messia. Parla di un paesino sperduto, Betlemme, nel quale era nato
Davide che poi era diventato re.
Quando viene scritto questo testo dal profeta Michea è
caduta la monarchia ed è caduto lo stato di Israele; c’è una situazione di
grande depressione e di sconfitta generale e il profeta lancia una profezia di
speranza dando una garanzia: il paesino piccolo e insignificante darà origine a
colui che sarebbe diventato re, Davide, e anche da Betlemme più avanti nel
tempo ne verrà fuori un altro che sarà il dominatore.
In questo secondo avvenimento non si parla più di re, ma di “dominatore”,
che significa la guida, il capo, il dominatore appunto, che ha “origine
dall’antichità”, cioè è pensato da Dio, è da sempre, “dai giorni più remoti”. Michea non ha il concetto dell’eternità ,
quindi “il dominatore” nascerà in futuro. Per quel tempo gli israeliti cadranno
in potere altrui e Dio lascerà che altri comandino: infatti gli israeliti sono
sotto i persiani, poi arriveranno i greci, infine i romani – fino a quando
"colei che deve partorire partorirà".
Vediamo quindi che non c’è alcun preciso riferimento
temporale, perché la profezia autentica non è una previsione magica, è invece
una parola di speranza che garantisce, ma non chiarisce.
Nella versione ebraica si legge "la partoriente
partorirà", dove la partoriente è l’immagine della Madre del Messia, è la
donna, per cui il significato è: "fino al momento in cui la donna
partorirà l’uomo" e "il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di
Israele", cioè ci sarà una conversione universale ed Egli starà là.
"Egli (il partorito) starà là e pascerà (sarà il
Pastore) con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio.
Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini
della terra e tale sarà la pace …" (Mic, 5 3-4a).
È l’annuncio del Messia che guiderà un popolo riunito e
garantirà la pace, anzi dice di più: Egli in persona sarà la pace.
Quando San Paolo dice: "Cristo è la nostra pace, lui
che ha fatto dei due un popolo solo" fa riferimento a questo testo.
Qui abbiamo la profezia che offre speranza: ci sarà quel figlio, quel discendente
della donna che eliminerà una situazione negativa.
Da questi tre testi la liturgia cristiana ha preso i
riferimenti fondamentali ed ha capito, dopo avere riconosciuto Gesù e chiarito
i particolari della sua nascita, che il progetto di Dio veniva dall’antichità e
noi, che abbiamo conosciuto la vicenda della vergine Maria, riconosciamo che
l’Antico Testamento parlava di lei: il seme della donna ha schiacciato il
serpente, lei è la vergine che ha partorito l'Emmanuele – Dio con noi, è
proprio Dio quel bambino partorito, con noi perché ha condiviso
l’umanità molto di più di quanto immaginasse Isaia – e lei è la partoriente che
ha partorito la pace.
Natale vuol dire riconoscere che il progetto di Dio si è
realizzato e si sta realizzando, sta nascendo la pace, sta risolvendo la
situazione negativa del nostro mondo: colui che regna, il dominatore che viene
dal piccolo borgo di Betlemme adesso domina; non solo è nato, ma è morto ed è
risorto, siede alla destra del Padre e il suo regno non avrà fine.
Nota:
Per queste quattro riflessioni del periodo di Avvento, in attesa del santo Natale, mi sono servito di alcune conferenze tenute nel 2003 da don Claudio Doglio, dottore in Teologia Biblica. Don Claudio Doglio ha pubblicato diversi articoli e studi biblici, in particolare sull’apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
Nota:
Per queste quattro riflessioni del periodo di Avvento, in attesa del santo Natale, mi sono servito di alcune conferenze tenute nel 2003 da don Claudio Doglio, dottore in Teologia Biblica. Don Claudio Doglio ha pubblicato diversi articoli e studi biblici, in particolare sull’apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
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