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sabato 2 novembre 2013

Gesù e Zaccheo: il gioco degli sguardi, di Padre Augusto Drago





 Gesù e Zaccheo
domenica 3 novembre 2013



Ciò che maggiormente mi colpisce e mi emoziona nella proclamazione della Parola di questa

domenica, è una cosa in particolare. Come potrei chiamarla?

La chiamerei così: "Il gioco degli sguardi".



Nella prima lettura, tolta dal libro della Sapienza ci viene detto: "Tu, Signore chiudi gli occhi

sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento."

Nel racconto evangelico la storia di Zaccheo è tutta intessuta di sguardi. Per ben due volte si

parla dello sguardo o del vedere di Zaccheo.

"Cercava di vedere Gesù!"...e per riuscire a vederlo, salì sull'albero di sicomoro...."

Ma Gesù invece di abbassare lo sguardo sul peccatore in attesa del suo pentimento,

alza lo sguardo verso Zaccheo. C'è quasi come un circolo meraviglioso di sguardi.

Da parte di Dio/Gesù, prima di tutto. Egli abbassa lo sguardo sul peccatore,

poi alza lo sguardo sul peccatore medesimo.

Abbassare- alzare: un duplice movimento di amore che risponde ad un desiderio dell'uomo.

Zaccheo infatti desidera vedere Gesù.

Cerca, lui piccolo di statura, sperduto tra la gente, di salire su un albero.

Tanto è il desiderio di vedere Gesù ,che si espone perfino al ridicolo, lui ricco e capo dei

pubblicani o "teloni".

Che significa tutto questo? L'Amore che cerca l'Amore!



Ecco. Dio che cerca l'uomo per dirgli che lo ama. L'uomo, stanco del suo peccato, cerca la

verità, e si sforza di trovarla. Ma Dio gli viene incontro, precedendolo con lo sguardo: alza il

suo sguardo sul peccatore perché si plachi l'arsura della sua ricerca di verità. C'è dunque una

grande festa di sguardi, dove le emozioni generate si incalanano per creare vita, là dove c'è

desiderio di vita, sguardi che creano ed aprono prospettive nuove, esperienze cariche di

risposte, cariche di "Sì" dette all'Amore cercato e ritrovato.

Sì, generosi e fecondi.

Potremmo dire: "Occhio a chi ha occhi per te!"

Dio ha occhi per me! Alleluia! La storia di Zaccheo è tutta qui.



Ma rimane sempre bello scendere in qualche particolare suggestivo.

Notiamo prima di tutto che, presso gli ebrei del tempo di Gesù, i banchetti serali aveva

un'importanza grande. Erano considerati come il banchetto messianico del mondo futuro di

cui già aveva parlato il profeta Isaia.

Riunire, pertanto, attorno alla mensa peccatori e giusti, era ritenuta una bestemmia contro la

santità di Dio che li voleva separati. L'esclusione doveva costituire per i peccatori un

perentorio richiamo alla conversione. Ed ecco che i giusti (farisei) amavano cenare tra loro

invitandosi reciprocamente. Questa convinzione era condivisa da tutti in Israele.

Ciò spiega la sorpresa suscitata dallo "strano" comportamento di Gesù.

Nel brano di Luca chi cerca di vedere è un pubblicano ricco che si chiama Zaccheo. Per una

strana beffa del destino, il suo nome significa "giusto, puro".

Sappiamo che i pubblicani sono considerati da tutti, e con ragione, dei ladri.

Zaccheo non solo è pubblicano, ma addirittura capo dei pubblicani: alla lettera un

"superpubblicano". 

In quanto capo, si faceva pagare quel che oggi noi chiameremmo "pizzo" dagli altri pubblicani.

Per questo era ricco. Notate l'ironia di Luca: ricco, ma piccolo di statura. Questa affermazione non è tanto

 per descriverci le fattezze esteriori di Zaccheo, quanto piuttosto per dirci che proprio perché era ricco era


 un uomo piccolo

.

E' l'immagine di come egli appare agli occhi di tutti. Uno sgorbio insignificante, un fastidioso

puntino nero in una società immacolata. Era uno dei tanti esclusi dal banchetto dei "giusti".

Il Banchetto del Regno di Dio non era per uno come lui, Zaccheo aveva avuto tutto dalla vita!

Eppure era profondamente insoddisfatto. Da che cosa lo deduciamo?

Dal fatto che "cercava" qualche cosa che lo rendesse "uomo" nella pienezza della sua dignità.

Zaccheo era un uomo, che stanco di esistere senza valori, si mette a cercare.

Dove andare e che cosa cercare? La giustizia dei farisei?



No! Da essi si sentiva come un uomo senza possibilità di remissione.

Dagli scribi? Ma essi sapevano a memoria la Scrittura e la Legge e non gli avrebbero

consentito una conversione alla giustizia.

Aveva sentito parlare di Gesù.

Si era reso conto di come, in diverse occasioni, Gesù aveva bollato i farisei.

Forse sarà Lui, avrà pensato, a dirmi qualcosa di diverso?

Aveva partecipato a tanti banchetti, ma và ancora alla ricerca del cibo che sazia!

Il bisogno che prova, si fa forte ed impellente. Per soddisfarlo è pronto a sopportare i lazzi più

divertiti di una folla che non nutre simpatia per lui.



Vuole vedere Gesù: è Lui, pensa Zaccheo, il solo in grado di capire le sue angosce segrete e il

suo dramma interiore. E, per poterlo vedere sale su un sicomoro.

Eccolo Zaccheo: l'immondo, il peccatore che tutti rifiutano.

Non gli interessa più di cosa pensi la gente di lui: vuole vedere Gesù.

Ha sentito parlare di Lui. Gli hanno raccontato che raccoglie attorno a sé peccatori e guarisce

gli infermi. Conosce i giudizi pesanti che Egli ha dato nei confronti di scribi e di farisei.

Sa anche che è l'amico dei pubblicani e dei peccatori. Gli è stato riferito che Lui non è venuto

a salvare i giusti ma i peccatori.

Al ricordo di tutto questo il suo cuore si infiamma.



Avrà pensato: "ho trovato Colui che fa per me. Colui che può placare l'arsura del mio cuore,

Colui che mi può colmare di Verità e di dignità".

Ed eccolo Gesù. Viene a Gerico, luogo di passaggio per andare a Gerusalemme.

L'occasione è più che propizia. E' l'ora! Non bisogna lasciarsela sfuggire!



In questa affannosa ricerca interviene la folla di coloro che accompagnavano Gesù.

Essa non favorisce l'incontro con il Maestro.

La folla che osanna Gesù, non ha capito che Egli va in cerca, è attratto dai peccatori e dai

"piccoli", dagli emarginati, dagli impuri. Sono questi che Gesù cerca!

La folla ha un difetto di vista.



Zaccheo corre cercando di vedere, ma la gente gli fa da impedimento. Per questo ricorre a

quel gesto ridicolo di salire su un albero, cercando di vedere Gesù.

Ma che succede? Qualcosa di assolutamente imprevedibile!

Quando Gesù passa nei pressi dell'albero, "alza lo sguardo e dice: Zaccheo, scendi subito,

perché oggi io debbo entrare e fermarmi a casa tua!"



Nessuno della folla ha pronunciato questo nome, perché Zaccheo è l'impuro.

Solo Gesù lo chiama: Zaccheo-puro!

Per Gesù egli è puro, è anch'egli un figlio di Abramo.

Dall'alto Zaccheo cercava di vedere Gesù, ma ora che dal basso, Gesù lo vede per primo, ha

un sussulto nel cuore. Lo ha chiamato per nome!



Notate, fratelli e sorelle due cose:

"Oggi" dice Gesù. E' l'oggi, tanto usato da Luca, per indicare l'ora della salvezza.

Debbo entrare! Debbo! Gesù è come costretto dalla sua missione: Egli deve ubbidire alla

Volontà del Padre. Deve compiere il suo Volere.

In quel "debbo" c'è non solo l'ubbidienza di Gesù al Padre, ma l'amore urgente di Gesù che lo

costringe a compiere azioni assolutamente incomprensibili agli occhi di tutti. Lo sguardo

limpido e puro di Gesù! Come deve essere stato affascinante: chiaro di una chiarezza solare,

illuminante più della luce del Sole.

In quello sguardo Zaccheo comprende subito chi è quell'uomo che tutti chiamano Gesù!

E' il Messia, il Salvatore, il portatore di salvezza!



Non c'è tempo da perdere. Occorre scendere subito per accoglierlo in casa.

E' veramente bello questo passaggio: non è il cercatore di verità che è accolto, ma è Gesù che

vuole essere accolto!


La conversione è accogliere Gesù nella propria casa.

Il racconto si conclude con una cena. La corsa in avanti di Zaccheo, e i verbi di movimento

(entrare, attraversare, correre, salire, scendere in fretta) caratterizzano la prima parte del

racconto.



Ora è venuta la quieta pace gioiosa della cena: l'ora del vero banchetto messianico.

Osserviamo chi è dentro e chi è fuori.

Chi fa festa e chi è triste.

Dentro, dovrebbero esserci i giusti, ed invece ci sono i peccatori e gli impuri.

Fuori dovrebbero esserci i peccatori ed invece ci sono i giusti. Le parti si sono invertire.

Così opera Gesù, così insegna, così fa comprendere che cosa è il Regno dei cieli.



La salvezza, tuttavia, non è avvenuta in modo automatico: Zaccheo capisce che è giunta l'ora

della libertà e dell'offerta. E' stato liberato e salvato gratuitamente e si rende conto che

esistono altre persone a cui rendere giustizia perché anch'esse entrino nel Regno.

Ma al tempo stesso che il dono gratuito è stato immenso!

Ed immensa, oltre misura si fa la sua offerta e il suo risarcimento: va oltre quanto prescrive la

legge.



Esattamente come la misericordia di Dio va sempre più oltre di quanto è possibile attendere.

E' qui che Zaccheo mostra la sua conversione: quando comincia a condividere e a donare oltre

misura. Ha scoperto un amore grande e gratuito: essa è stata la luce che ha dissipato le

tenebre che : avvolgevano la sua vita.

Ha capito che solo l'Amore e il dono sono fonte di gioia! E noi, fratelli e sorelle lo abbiamo

capito? Ma poi, siamo davvero convertiti?

Lo saremo solo quando saremo entrati nel raggio meraviglioso di quel gioco di sguardi che

parlano al cuore e lo feriscono d'amore

                          
                                               
Ho trovato Colui che

 fa per me!



 Colui che può placare l'arsura del mio cuore.



 Colui che mi può colmare di Verità e di dignità







1 commento:

  1. PAPA FRANCESCO:

    Ed io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po’, non spaventarti, pensa che qualcuno ti aspetta, perché mai ha smesso di ricordarti, di pensarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come aveva fatto Zaccheo; sali sull’albero della voglia di essere perdonato. Io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare. Ricordartelo bene, eh! Così è Gesù”.

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