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giovedì 31 ottobre 2013

Zaccheo cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura...



Per questa domenica pubblichiamo in prima pagina due commenti al brano del vangelo: questo che vedete è il risultato delle nostre riflessioni del mercoledì sera; l'altro che siamo riusciti ad avere è di Padre Augusto Drago, da noi stimato troppo bello ed emozionante per cui lo proponiamo alla vostra riflessione. Potrete vederlo nel blog domenica.


Gesù e Zaccheo
Domenica 3 Novembre 2013

 

Dal vangelo di Luca 19, 1-10

Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di

nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non

gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e,

per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando

giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché

oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.

Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma

Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


Mariella: Siamo di fronte ad una bellissima pagina di Vangelo che ci aiuta a comprendere meglio il meraviglioso rapporto d'amore che Gesù intesse con ciascuno di noi se solo sappiamo rivolgerGli lo sguardo.

Questa volta il Vangelo ci presenta Zaccheo,  un ebreo, funzionario delle tasse per i Romani, uomo ricco e odiato perché  sfrutta il popolo, i poveri in particolare, per arricchirsi.

Il vangelo non fa misteri sul suo passato tumultuoso: è un 'pubblicano', anzi 'capo dei pubblicani' che è come dire un grande peccatore pubblico.

Eppure quest'uomo 'piccolo di statura'  nasconde in cuore un desiderio segreto, che lo spinge a cercare una via d'uscita dalla propria umiliante e penosa situazione, vuole vedere Gesù.


Le folle però si accalcano intorno al Maestro, impedendogli di accostarsi a Lui. Non gli resta che una possibilità: arrampicarsi su un albero, elevarsi dalla folla per tentare di vederlo.

Lo vediamo salire su una pianta lungo la strada che attraversa l'oasi di Gerico; potremmo pensare che è gesto poco indicato per uno che dovrebbe mantenere un certo contegno.

Infatti,  probabilmente voleva vedere Gesù  senza esser visto.

Ma a Gesù nulla sfugge, lo vede, il suo è sempre uno sguardo intenso e coinvolgente, certamente lo stava cercando per primo, voleva incrociarne lo sguardo, voleva entrare nella casa del suo cuore, cambiare la sua vita, restituirgli la dignità di figlio!

Lo chiama addirittura per nome: “Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.


Tutto questo non passa inosservato neppure ai suoi compaesani, essi osservano stupefatti mentre scende dal sicomoro, e si avvia verso casa con il Maestro di Nazareth.

La meraviglia dei suoi "vicini" diventa critica e disprezzo, che non risparmia neppure Gesù: "è andato ad alloggiare da un peccatore!" dicono, mormorando contro quella nuova coppia di amici.


Gesù e Zaccheo entrano in piena sintonia. L'incontro con Gesù cambia la vita di Zaccheo. Gesù veramente non dice nulla ma questi comprende: «Ecco, Signore, dò la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».

L'esattore delle tasse manifesta subito un impegno serio di cambiamento. Zaccheo vuole ricominciare, riprendere da capo e con criteri nuovi la sua vita. Vuole tornare ad essere una persona giusta, fedele a Dio e alla sua Alleanza.


Gesù coglie e conferma questa nuova disponibilità, e sembra suggellare la nuova nascita di Zaccheo: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa"

È lui stesso "la salvezza", il salvatore di tutti gli uomini, anche di noi oggi, che come Zaccheo desideriamo incontrare il suo guardo ed aprirci a vita nuova; abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi nel silenzio di una intimità con Dio.  Gesù ci cerca, vuole venire a casa nostra!

Gesù aspetta solo che lo vogliamo, che prendiamo le distanze da quanto ci acceca e ci assorda, che saliamo un gradino più alto della mediocrità ricorrente, per percepire il sussurro dolce della sua voce che c’invita a cambiar vita.

Anche noi possiamo sentirci chiamare per nome e ripetere come a Zaccheo: oggi devo fermarmi a casa tua!

Siamo disposti a lasciarci salvare? a riconoscere il male presente nella nostra vita?



"Signore, mi riconosco 'piccolo di statura',

e talvolta ho quasi timore che questo

possa impedirmi di accostarmi a te.

Tu invece mi solleciti a spalancarti le porte

perché la mia povertà non ti spaventa,

vuoi prendere dimora presso di me,

vuoi inondarmi della tua gioia,

vuoi stabilirmi nella tua pace.

Chiamami per nome

e ancora una volta riconoscerò

la tua voce

fra mille inutili voci!




Enzo: Luca ritorna su un argomento che gli sta particolarmente a cuore: Gesù è venuto per cercare e salvare i peccatori…E questo è il messaggio del brano di Vangelo di domenica. La tolleranza  e la bontà di Gesù verso i poveri avevano spesso scandalizzato i benpensanti giudei, provocando reazioni indignate. Ma è  costui il messia che aspettavamo? Dov’è la gloria di Israele?

Luca tiene conto della situazione della Chiesa del suo tempo: la maggioranza dei giudei persisteva nel rifiuto ostinato del messianismo attuato da Gesù in favore dei poveri e degli emarginati.


Oggi,  molti si allontanano dalla pratica religiosa, dall’osservanza della Parola, diventano peggiori degli stessi giudei del tempo di Luca, almeno loro le leggi le rispettavano: oggi con le parole accettiamo la Parola ma con i fatti la rinneghiamo, forse dando preferenza ad un messia del benessere a tutti i costi, all’edonismo, al tutto facile, al tutto possibile. Non vediamo più, non sentiamo più la mano di Dio che bussa nei nostri cuori. Eppure Lui è qui…aspetta chi lo cerca per mostrargli le meraviglie, l’ amore del Padre: il Messia è venuto a cercare ciò che era stato perduto, oggi parla soltanto a chi veramente lo cerca.


Zaccheo, superando l’ostacolo della sua statura, sale su una pianta per vedere, conoscere quel Gesù di cui tutti parlavano. Oggi la nostra curiosità  è tale da superare ogni ostacolo pur di studiare, abbracciare la Parola?

Gesù premia la curiosità di Zaccheo, quella curiosità porta la salvezza: Oggi per questa casa è venuta la salvezza…


Gesù entra in casa nostra e  se cercato si autoinvita e siede a tavola con noi, fa comunione: il suo ingresso porta gioia, trasforma i cuori… rivoluziona la vita di chi l’accoglie… dà il potere di annunciarlo agli altri, a coloro che si contrappongono e giudicano la Parola.


Le parole rivolte a Zaccheo da Gesù sono rivolte anche ai presenti…. Sono rivolte a noi che ascoltiamo oggi la sua voce.

Con la frase conclusiva Gesù indica la sua missione di buon pastore che va in cerca della pecorella smarrita per riportarla all’ovile, com’era previsto dalle scritture:

Ez 34,16 “ Andrò in cerca della pecorella perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia”.


“Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»: Gesù non disse e non dice ancora oggi che la sua missione è affidata a chi lo segue?


Ha scritto don Primo Mazzolari commentando questo testo: «Io posso anche non vedere il Signore: lui mi vede sempre, non può non vedermi. Io posso scantonare, lui no. L'amore si ferma sempre e viene inchiodato dalla pietà. Io guardo e mi scandalizzo, guardo e giudico, guardo e condanno, guardo e tiro diritto: lui mi guarda, si ferma e si muove a pietà».


E aggiungo: Lui è paziente, rispetta la mia libertà, la nostra stupidità!

 Anna: Due sono i momenti di meditazione che ho interiorizzato e ho riflettuto semplicemente  :

Zaccheo agisce in modo sicuro e deciso , non è pauroso , non dubita ,  sale su un albero per vedere Gesù  , è mosso da un grande desiderio creativo cercando una soluzione nuova. Corre Avanti in alto.

che bello questo movimento, questo atto, lo immagino … !!

Correre per primi , correre per  ottenere << il Tutto>> ,correre da Lui , come un bambino che non teme, che ama la sua mamma  e apre le sue braccia.


Zaccheo  è l’uomo  che ha detto a se stesso << voglio vedere il Suo  volto>>  :

Penso  al nostro modo di essere:  quante volte corriamo senza una meta , o verso una meta che non porta frutto ?

Quante volte pensiamo che il primo passo sia sempre dell’Altro?... Quante volte vedendo Gesù nell’Eucarestia  non facciamo tempo a vedere il Suo Volto ?


Quante volte non riusciamo a guardare in alto vedendo il nostro prossimo a casa, in famiglia ? Quante volte perdiamo la speranza senza guardare  in alto fiduciosi soli di noi stessi ?

Guardare in alto  è sentire dal profondo che la vita ha un senso vero se guardiamo prima che a noi stessi a quell’Amore  che vede prima noi cercandoci in una effusione <<tra Amante e Amato>>.

Gesù Ama  L’uomo  con le sue piccolezze , con il suo peccato con la sua povertà.


Credo che la bellezza, la grandezza di Zaccheo deve diventare la nostra: come ?

Prima dobbiamo incontrare Gesù e attendere nel silenzio del cuore per vedere nascere  la conversione.

E ‘ così che potremmo cenare sempre alla sua tavola con familiarità , con gioia per mettere nelle sue mani tutto il nostro cuor , le nostre speranze, le nostre attese la nostra vita sempre e incondizionatamente  ….

Il salmo  di Domenica ci incoraggia e corona il nostro Amore , la nostra preghiera, cantando con gioia  :

O Dio  mio Re voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre .


Giuseppe: Oggi “impariamo” il metodo Gesù per raggiungere la salvezza! Zaccheo, venuto a sapere che Gesù ha fatto ingresso nella sua città, sente risvegliarsi il desiderio di vederlo e sale su un albero.

La fede farà sì che Zaccheo smetta di essere un “traditore” al servizio di se stesso e dell’Impero, e divenga cittadino di Gerico, anzi lo trasforma “dentro”, non vuole più compromessi, situazioni che pongono distanze, baluardi tra lui e il Signore.


Così è pure successo a Bartimeo: quando il Signore gli concede la grazia che desidera, egli smette di essere un emarginato e si trasforma in protagonista della sua stessa storia, in cammino con Gesù,

non può più smettere di testimoniare e, per testimoniare fedelmente deve vivere “dentro” queste sue meraviglie.


Lo stesso con il racconto dell’emorroissa che, attraverso la sua fede viene a incorporarsi in una società che discrimina la gente “diversa”e non si fermerà più.


Così tutti i testimoni del Vangelo, i santi, i martiri che non hanno mai voluto tradirLo.


Ed ecco questo Gesù, che se ne va per città e paesi “facendo del bene”. Questo è Gesù, anche adesso, un Dio che vive nella nostra città, accanto a noi e ci aiuta a vincere quotidianamente le sfide che ci vengono poste.

E questo è anche il nostro “compito in classe” di ogni giorno che possiamo farlo solo se crediamo davvero, fino in fondo. E lui passa continuamente nella mia vita, mi parla e mi interroga, vuole farsi conoscere da me..


Ecco allora che:“Come Zaccheo, la buona notizia che il Signore è entrato nella città ci dà slancio e ci spinge a uscire per le strade”.

(tratto  da: Papa Francesco  dal libro “Gesù nella città” – ed. San Paolo).


Lui ci chiamò

con voce suadente,

non capivamo,

non dicemmo niente.

Ancora chiamò,

e ancora.

D’impulso il sì

noi dicemmo.

All’improvviso, però

per sempre

la nostra vita cambiò.





Mariella: vorrei completare  questa meditazione con una piccola osservazione:

quello che è fondamentale in questo incontro fra Zaccheo e Gesù, è la discesa dall'albero conseguente alla chiamata.

Finché restiamo sul ramo dell'albero, in perpetua ricerca,  riusciremo al più a soddisfare una curiosità, ma non a fare l'esperienza dell'Incontro che salva. Per questo Gesù ci chiama e ci chiede di scendere e di accoglierlo nella nostra casa, nella nostra vita.



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