Per questa domenica pubblichiamo in prima pagina due commenti al brano del vangelo: questo che vedete è il risultato delle nostre riflessioni del mercoledì sera; l'altro che siamo riusciti ad avere è di Padre Augusto Drago, da noi stimato troppo bello ed emozionante per cui lo proponiamo alla vostra riflessione. Potrete vederlo nel blog domenica.
Gesù e Zaccheo
Domenica 3 Novembre 2013
Dal vangelo di Luca 19, 1-10
Entrò
nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di
nome
Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non
gli
riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse
avanti e,
per
riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando
giunse
sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché
oggi
devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo
ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma
Zaccheo,
alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo
ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù
gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è
figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare
ciò che era perduto».
Mariella: Siamo di fronte ad una bellissima pagina di
Vangelo che ci aiuta a comprendere meglio il meraviglioso rapporto d'amore che
Gesù intesse con ciascuno di noi se solo sappiamo rivolgerGli lo sguardo.
Questa volta il Vangelo ci presenta Zaccheo, un ebreo, funzionario delle tasse per i
Romani, uomo ricco e odiato perché
sfrutta il popolo, i poveri in particolare, per arricchirsi.
Il vangelo non fa misteri sul suo passato tumultuoso: è un
'pubblicano', anzi 'capo dei pubblicani' che è come dire un grande peccatore
pubblico.
Eppure quest'uomo 'piccolo di statura' nasconde in cuore un desiderio segreto, che
lo spinge a cercare una via d'uscita dalla propria umiliante e penosa
situazione, vuole vedere Gesù.
Le folle però si accalcano intorno al Maestro, impedendogli
di accostarsi a Lui. Non gli resta che una possibilità: arrampicarsi su un
albero, elevarsi dalla folla per tentare di vederlo.
Lo vediamo salire su una pianta lungo la strada che
attraversa l'oasi di Gerico; potremmo pensare che è gesto poco indicato per uno
che dovrebbe mantenere un certo contegno.
Infatti, probabilmente voleva vedere Gesù senza esser visto.
Ma a Gesù nulla sfugge, lo vede, il suo è sempre uno sguardo
intenso e coinvolgente, certamente lo stava cercando per primo, voleva
incrociarne lo sguardo, voleva entrare nella casa del suo cuore, cambiare la
sua vita, restituirgli la dignità di figlio!
Lo chiama addirittura per nome: “Zacchèo, scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Tutto questo non passa inosservato neppure ai suoi
compaesani, essi osservano stupefatti mentre scende dal sicomoro, e si avvia
verso casa con il Maestro di Nazareth.
La meraviglia dei suoi "vicini" diventa critica e
disprezzo, che non risparmia neppure Gesù: "è andato ad alloggiare da un
peccatore!" dicono, mormorando contro quella nuova coppia di amici.
Gesù e Zaccheo entrano in piena sintonia. L'incontro con
Gesù cambia la vita di Zaccheo. Gesù veramente non dice nulla ma questi
comprende: «Ecco, Signore, dò la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato
qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
L'esattore delle tasse manifesta subito un impegno serio di
cambiamento. Zaccheo vuole ricominciare, riprendere da capo e con criteri nuovi
la sua vita. Vuole tornare ad essere una persona giusta, fedele a Dio e alla
sua Alleanza.
Gesù coglie e conferma questa nuova disponibilità, e sembra
suggellare la nuova nascita di Zaccheo: "Oggi la salvezza è entrata in
questa casa"
È lui stesso "la salvezza", il salvatore di tutti
gli uomini, anche di noi oggi, che come Zaccheo desideriamo incontrare il suo
guardo ed aprirci a vita nuova; abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi nel
silenzio di una intimità con Dio. Gesù
ci cerca, vuole venire a casa nostra!
Gesù aspetta solo che lo vogliamo, che prendiamo le distanze
da quanto ci acceca e ci assorda, che saliamo un gradino più alto della
mediocrità ricorrente, per percepire il sussurro dolce della sua voce che
c’invita a cambiar vita.
Anche noi possiamo sentirci chiamare per nome e ripetere
come a Zaccheo: oggi devo fermarmi a casa tua!
Siamo disposti a lasciarci salvare? a riconoscere il male
presente nella nostra vita?
"Signore, mi
riconosco 'piccolo di statura',
e talvolta ho quasi
timore che questo
possa impedirmi di
accostarmi a te.
Tu invece mi
solleciti a spalancarti le porte
perché la mia povertà
non ti spaventa,
vuoi prendere dimora
presso di me,
vuoi inondarmi della
tua gioia,
vuoi stabilirmi nella
tua pace.
Chiamami per nome
e ancora una volta
riconoscerò
la tua voce
fra mille inutili
voci!
Enzo:
Luca ritorna su un argomento che gli sta particolarmente a cuore: Gesù è venuto
per cercare e salvare i peccatori…E questo è il messaggio del brano di Vangelo
di domenica. La tolleranza e la bontà di
Gesù verso i poveri avevano spesso scandalizzato i benpensanti giudei,
provocando reazioni indignate. Ma è
costui il messia che aspettavamo? Dov’è la gloria di Israele?
Luca
tiene conto della situazione della Chiesa del suo tempo: la maggioranza dei
giudei persisteva nel rifiuto ostinato del messianismo attuato da Gesù in
favore dei poveri e degli emarginati.
Oggi, molti si allontanano dalla pratica religiosa,
dall’osservanza della Parola, diventano peggiori degli stessi giudei del tempo
di Luca, almeno loro le leggi le rispettavano: oggi con le parole accettiamo la
Parola ma con i fatti la rinneghiamo, forse dando preferenza ad un messia del
benessere a tutti i costi, all’edonismo, al tutto facile, al tutto possibile.
Non vediamo più, non sentiamo più la mano di Dio che bussa nei nostri cuori.
Eppure Lui è qui…aspetta chi lo cerca per mostrargli le meraviglie, l’ amore
del Padre: il Messia è venuto a cercare ciò che era stato perduto, oggi parla
soltanto a chi veramente lo cerca.
Zaccheo, superando l’ostacolo della sua statura, sale su una
pianta per vedere, conoscere quel Gesù di cui tutti parlavano. Oggi la nostra
curiosità è tale da superare ogni
ostacolo pur di studiare, abbracciare la Parola?
Gesù premia la curiosità di Zaccheo, quella curiosità porta
la salvezza: Oggi per questa casa è venuta la salvezza…
Gesù entra in casa nostra e
se cercato si autoinvita e siede a tavola con noi, fa comunione: il suo
ingresso porta gioia, trasforma i cuori… rivoluziona la vita di chi l’accoglie…
dà il potere di annunciarlo agli altri, a coloro che si contrappongono e
giudicano la Parola.
Le parole rivolte a Zaccheo da Gesù sono rivolte anche ai
presenti…. Sono rivolte a noi che ascoltiamo oggi la sua voce.
Con la frase conclusiva Gesù indica la sua missione di buon
pastore che va in cerca della pecorella smarrita per riportarla all’ovile,
com’era previsto dalle scritture:
Ez 34,16 “ Andrò in cerca della pecorella perduta e
ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella
malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia”.
“Il
Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»:
Gesù non disse e non dice ancora oggi che la sua missione è affidata a chi lo
segue?
Ha scritto don Primo Mazzolari commentando questo testo: «Io
posso anche non vedere il Signore: lui mi vede sempre, non può non vedermi. Io
posso scantonare, lui no. L'amore si ferma sempre e viene inchiodato dalla
pietà. Io guardo e mi scandalizzo, guardo e giudico, guardo e condanno, guardo
e tiro diritto: lui mi guarda, si ferma e si muove a pietà».
E aggiungo: Lui è paziente, rispetta la mia libertà, la
nostra stupidità!
Anna: Due sono
i momenti di meditazione che ho interiorizzato e ho riflettuto semplicemente :
Zaccheo agisce in modo sicuro e deciso , non è pauroso , non
dubita , sale su un albero per vedere
Gesù , è mosso da un grande desiderio creativo
cercando una soluzione nuova. Corre Avanti in alto.
che bello questo movimento, questo atto, lo immagino … !!
Correre per primi , correre per ottenere << il Tutto>> ,correre
da Lui , come un bambino che non teme, che ama la sua mamma e apre le sue braccia.
Zaccheo è l’uomo che ha detto a se stesso << voglio
vedere il Suo volto>> :
Penso al nostro modo
di essere: quante volte corriamo senza
una meta , o verso una meta che non porta frutto ?
Quante volte pensiamo che il primo passo sia sempre
dell’Altro?... Quante volte vedendo Gesù nell’Eucarestia non facciamo tempo a vedere il Suo Volto ?
Quante volte non riusciamo a guardare in alto vedendo il
nostro prossimo a casa, in famiglia ? Quante volte perdiamo la speranza senza
guardare in alto fiduciosi soli di noi
stessi ?
Guardare in alto è
sentire dal profondo che la vita ha un senso vero se guardiamo prima che a noi
stessi a quell’Amore che vede prima noi
cercandoci in una effusione <<tra Amante e Amato>>.
Gesù Ama L’uomo con le sue piccolezze , con il suo peccato
con la sua povertà.
Credo che la bellezza, la grandezza di Zaccheo deve
diventare la nostra: come ?
Prima dobbiamo incontrare Gesù e attendere nel silenzio del
cuore per vedere nascere la conversione.
E ‘ così che potremmo cenare sempre alla sua tavola con
familiarità , con gioia per mettere nelle sue mani tutto il nostro cuor , le
nostre speranze, le nostre attese la nostra vita sempre e
incondizionatamente ….
Il salmo di Domenica
ci incoraggia e corona il nostro Amore , la nostra preghiera, cantando con
gioia :
O Dio mio Re voglio
esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre .
Giuseppe: Oggi “impariamo” il metodo Gesù per
raggiungere la salvezza! Zaccheo, venuto a sapere che Gesù ha fatto ingresso
nella sua città, sente risvegliarsi il desiderio di vederlo e sale su un
albero.
La fede farà sì che Zaccheo smetta di essere un “traditore”
al servizio di se stesso e dell’Impero, e divenga cittadino di Gerico, anzi lo
trasforma “dentro”, non vuole più compromessi, situazioni che pongono distanze,
baluardi tra lui e il Signore.
Così è pure successo a Bartimeo: quando il Signore gli
concede la grazia che desidera, egli smette di essere un emarginato e si
trasforma in protagonista della sua stessa storia, in cammino con Gesù,
non può più smettere di testimoniare e, per testimoniare
fedelmente deve vivere “dentro” queste sue meraviglie.
Lo stesso con il racconto dell’emorroissa che, attraverso la
sua fede viene a incorporarsi in una società che discrimina la gente “diversa”e
non si fermerà più.
Così tutti i testimoni del Vangelo, i santi, i martiri che
non hanno mai voluto tradirLo.
Ed ecco questo Gesù, che se ne va per città e paesi “facendo
del bene”. Questo è Gesù, anche adesso, un Dio che vive nella nostra città,
accanto a noi e ci aiuta a vincere quotidianamente le sfide che ci vengono
poste.
E questo è anche il nostro “compito in classe” di ogni
giorno che possiamo farlo solo se crediamo davvero, fino in fondo. E lui passa
continuamente nella mia vita, mi parla e mi interroga, vuole farsi conoscere da
me..
Ecco allora che:“Come Zaccheo, la buona notizia che il
Signore è entrato nella città ci dà slancio e ci spinge a uscire per le
strade”.
(tratto da: Papa Francesco dal libro “Gesù nella città” – ed. San
Paolo).
Lui ci chiamò
con voce suadente,
non capivamo,
non dicemmo niente.
Ancora chiamò,
e ancora.
D’impulso il sì
noi dicemmo.
All’improvviso, però
per sempre
la nostra vita
cambiò.
Mariella: vorrei completare questa meditazione con una piccola
osservazione:
quello che è fondamentale in questo incontro fra Zaccheo e
Gesù, è la discesa dall'albero conseguente alla chiamata.
Finché restiamo sul ramo dell'albero, in perpetua
ricerca, riusciremo al più a soddisfare
una curiosità, ma non a fare l'esperienza dell'Incontro che salva. Per questo Gesù
ci chiama e ci chiede di scendere e di accoglierlo nella nostra casa, nella
nostra vita.
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