Prima
Domenica di Avvento
Anno B: 3 Dicembre 2017
Due parole di introduzione al periodo liturgico che incomincia. Per
quasi tutti, dire avvento vuol dire prepararsi alla nascita di Gesù,
ma l’avvento non è solo questo.
L’avvento
ricorda e proclama diverse venute del Signore, presenza che lascia
sempre un’impronta del suo passaggio nella vita, nella vita di ogni
credente. Questa prima domenica d’avvento ci introduce nella
prospettiva ultima della vita umana: Il Signore Gesù verrà alla
fine dei tempi per instaurareDue il Regno di Dio con tutti gli
eletti.
Ciò
che potrebbe turbarci è il non sapere quando tutto questo avverrà:
ci faremo trovare presi da cure mondane, come gli ebrei, ( prima
lettura) o pronti e felici dell’incontro come nella seconda
lettura?
Il
messaggio di Gesù per noi in questa prima domenica di Avvento è
quello di vegliare, condurre una vita in armonia con la sua Parola.
Inoltre non dobbiamo considerare questo periodo
come un tempo di penitenza,ma di preparazione gioiosa alla nascita
del Bambino che festeggeremo. Ogni domenica seguiamo le letture,
riflettiamo e interroghiamoci: la mia attesa gioiosa si manefesta tra
i fratelli che incontro? La condivido? Sarà questa la nostra
veglia...
Dal
vangelo secondo Matteo 13,33-37
“Fate
attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È
come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e
dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha
ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate
dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla
sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo
che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello
che dico a voi, lo dico a tutti, vegliate”.
Parola
del Signore!
Mentre ci
disponiamo a tornare sui nostri passi per ripetere o rinnovare il
cammino per un nuovo anno liturgico in attesa del Natale, Gesù ci
rafforzi in quel dono meraviglioso della fede.
La liturgia
della prima domenica dell’avvento ci invita a vegliare per un’altro
avvenimento, il ritorno di Gesù Re e giudice. Le due cose non si
escludono anzi si completano: l’attesa del messia storico in questo
periodo, è una celebrazione, una commemorazione gioiosa della sua
nascita, celebrazione che porta grazia, allegria nei nostri cuori e
nelle famiglie, soprattutto ai nostri figli piccoli che ammirano nel
presepe uno come loro, un bambino. Gesù nasce per tutto il mondo:
credenti e non festeggiano in modo diverso questo avvenimento,
miracolo che unisce nel pensiero tutto il mondo, regalo di un Bambino
venuto dal Cielo per portare pace all'uomo.
Gesù rivolge
un appello pressante alla vigilanza ai servitori ( i suoi discepoli)
del padrone ( è Lui che tornerà dal Padre).
Quello che
dico a voi, lo dico a tutti, vegliate” : le disposizioni
del vegliare sono rivolte al portiere cioè al responsabile della
comunità e a tutti, al ristretto gruppo dei discepoli e tramite loro
a tutte le generazioni dei credenti e anche ai gentili perché
ciascuno renderà a Dio ragione di se stesso.
Vegliate
dunque!
Gesù tornerà,
viene! C’è anche un’ora speciale per ogni uomo, un’ora in cui
il Signore vuole entrare nella nostra vita, nelle nostre esperienze
quotidiane o in casi non previsti: è il caso dei pastori che
vegliavano nella notte, il caso dei re magi studiando le stelle, il
caso di Paolo di Tarso…anche per noi è scoccata quell’ora?
“L’ora”:
c’è stata un’ora anche per Gesù, attesa tremenda, quella della
sua morte, seguita poi dalla sua risurrezione. Era l’ora stabilita
dal Padre per la nostra salvezza.
Oggi ci viene
annunciata un’altra ora: l’ultima della storia, quella del
ritorno del nostro Salvatore, l’ora del resoconto per tutta
l’umanità, l’ora del Regno di Dio, della glorificazione di Gesù
che riporta al Padre l’umanità redenta e risorta.
Le due prime
letture hanno un senso molto diverso: la prima lettura, quella di
Isaia, contrasta con il nostro modo di vedere Dio, il Dio di san
Paolo apostolo, un Dio che ci arrichisce con tutti i doni quelli
della Parola e quella della conoscenza. L'aposotolo Paolo ci propone
un Dio che arricchisce con tutti i doni. “Degno
di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il
Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”
Nella prima
lettura vediamo un Dio che va incontro a chi confida in Lui, a
quelli che praticano con gioia la giustizia, contemporaneamente si
adira contro chi ha peccato, chi è ribelle e pratica l'ingiustizia e
che sono in balia della loro iniquità, perché nessuno invocava il
suo nome: un Dio giudice, temibile
1 lettura Is
63,16b-64,2-7
Tu,
Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore.
Quando
tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito,occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui.
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito,occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo
divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.
Parola
di Dio!
In sostanza
abbiamo letto una preghiera di Isaia, preghiera forte, umile, che
contrasta
tra quanto JHWH ha fatto per il suo popolo nel passato e la
situazione terribile in cui esso si trova nel presente.
Non
solo Dio un giorno ha salvato il suo popolo, ma è stato lui stesso a
plasmarlo e a dargli la vita..
“Ma,
Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani” .
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani” .
La
preghiera si concentra sulla richiesta di una nuova manifestazione di
Dio, quasi una nuova teofania simile a quella del Sinai. Certo la
venuta di JHWH dovrebbe comportare l’allontanamento non solo del
peccato, ma anche delle sue conseguenze disastrose che ha provocato.
Ma ciò che interessa maggiormente all’orante è il ristabilimento
della comunione con lui,di vedere in Dio un Padre che non lascia allo
sbando il suo popolo, un Dio nascosto.
Seconda lettura: 1 Cor
1,3-9
Grazia
a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Parola
di Dio!
Paolo,
dopo il saluto e prima di entrare nel vivo delle varie situazioni dei
fedeli di Corinto, presenta il suo continuo grazie al Signore
per la comunità. E' una comunità viva, fervente; e se non ha ancora
ricevuto i discorsi elevati della sapienzaa, possiede tutti i doni,
quelli della parola e quelli della conoscenza.
Per
la sua fedeltà alla testimonianza di Cristo la comunità non manca
di alcun carisma. La comunità cresce così spiritualmente e
numericamete, dando onore e gloria al Maestro.
I
fedeli sono in attesa del ritorno del Signore, e il Signore fedele
“li renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del
Signore nostro Gesù Cristo”.
Auspicio
per ogni comunità cristiana... per me, per te.
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