Condividere
con gli ultimi la nostra ricchezza
di don Tonino Bello, servo di Dio
Stare
con gli ultimi significa concretamente condividere con gli ultimi la
nostra ricchezza.
La
ricchezza di noi singoli. E' necessario che ognuno faccia una
revisione globale della propria vita. Forse in parametri che la
sorreggono sono di fabbrica antievangelica.
Occorre
sovegliarsi sulle spese, controllare
il denaro che entra, stabilire quale proporzione dei propri soldi
dare ai poveri, impegnare un po' di tempo libero per loro in presa
diretta, sperimentare tentativi di convivenza e di cassa unica.
E'
necessario bloccare la frenesia dell'accumulo, mettere a disposizione
degli ultimi quel che sopravanza, rendere fruibili i nostri beni
inutilizzati, aprire il guardaroba chiuso, affidare le campagne
incolte, popolare le case sfitte, stanziare per i poveri i redditi
fissi di alcuni beni.
La
ricchezza della comunità.
Occorre
fare chiarezza nei bilanci parrocchiali, diocesano, d'istituto.
Adoperarsi
perché le uscite in favore dei poveri siano le più consistenti.
Rivedere certe formulazioni tariffarie che danno l'impressione di una
Chiesa interessata più alla borsa dei valori che alla vita dei
poveri, e insinuano il sospetto che anche i sacramenti si diano
dietro il compenso segnato dal listino prezzi. Studiare le forme
adatte per mettere in circuito di fruibilità terreni, case, beni in
genere appartenenti alla Chiesa.
Esaminare
il problema di come restituire agli
ultimi case religiose vuote e
conventi chiusi. Eliminare lo spreco delle feste che si fa in nome
dei Santi o col pretesto di onorarli. Educare chi si blocca di fronte
al sospetto sistematico che sotto forma di pseudo povertà si camuffi
il raggiro degli imbroglioni, che è molto meglio rischiare di
mandare a mani piene nove impostori su dieci che mandar via a mani
vuote il bisognoso.
Don Tonino Bello in
Insieme alla sequela di Cristo sul passa degli ultimi
Nessun commento:
Posta un commento