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venerdì 25 marzo 2016

Tutti e tre “videro”, ma non capirono. A loro mancava ancora un tassello importante...


Non avevano compreso la Scrittura...se ne tornarono di nuovo a casa

PASQUA DELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE : ANNO C


Dal vangelo secondo Gv 20,1-10

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.

Parola del Signore!

Enzo: Gli evangelisti sinottici parlano delle donne che si recano al sepolcro di buon mattino per compiere i riti sul cadavere di Gesù; Giovanni incentra l'attenzione su una donna particolare: Maria di Magdala.
Come sappiamo l'evangelista Giovanni si è preoccupato di selezionare quel materiale dove l'occhio della fede riesce a ravvisare solo il Signore della Salvezza. Giovanni tra gli evangelisti è il teologo di Gesù, attraverso i segni da Lui operati, non li chiama miracoli, stimola e indirizza i lettori al Gesù-Dio inviato dal Padre per la salvezza dell'uomo.
Giovanni è anche l'evangelista che si rivolge, più di tutti gli altri apostoli, a coloro che accumulano, assimilano l'opera e le parole di Gesù guardando alla glorificazione finale del Maestro.
La comparsa di Gesù davanti al tribunale di Pilato gli permette di asserire la sua supremazia sul mondo. Se è coronato di spine, lo è in quanto re. Dall’inizio alla fine, pertanto, e non soltanto nei momenti della risurrezione e dell’effusione dello Spirito, il vangelo di Giovanni è un racconto della glorificazione di Cristo.

Non dice nulla dell'agonia di Gesù, della sua preghiera, del conforto dell'angelo. Parlando dell'arresto di Gesù egli ravvisa una chiara manifestazione della sua divinità. Infatti, appena pronunziata la parola “Io sono”, evocatrice del nome di Dio secondo Esodo, tutti piombano per terra come di fronte ad una apparizione divina.

Non parla nemmeno del bacio di Giuda. Gesù per Giovanni appare come Signore pieno di dignità e come padrone degli avvenimenti degli uomini. Quello che accade, lungi dall'essere frutto del caso o segno della vittoria degli empi, è compimento delle Scritture.

In questo brano Giovanni dà la sua testimonianza della resurrezione di Gesù: contrariamente a Pietro, egli “vide e credette”.Vide e credette: non sembra che il disceopolo prediletto sia pervenuto alla fede pasquale piena, perché subito dopo annota che non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa. 
 
Non abbiamo parlato della donna, Maria di Magdala che di mattina presto si reca al sepolcro, gli altri evangelisti riferiscono che era assieme ad altre donne e le parole che Maria riporta agli apostoli lo confermano: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

Maria di Magdala, possiamo dire che è la protagonista di questo racconto giovanneo. Si reca al sepolcro e scopre che la pietra era stata rimossa e, senza entrare nel sepolcro corre di corsa ad avvertire Pietro. Smarrita e desolata smuove i due discepoli e li mette in cammino verso il sepolcro.

I tre personaggi non capiscono, sono incapaci di capire, di ricordare quanto Gesù aveva detto loro. Il racconto dà l'idea di un forte movimento, di trambusto, inquietudine: forse si tratta dell'ansia del primo nucleo della chiesa nascente, che cerca di capire affannosamemte quanto sta succedendo dopo la morte del Maestro: i verbi usati da Giovanno lo affermano: "si recarono", "correvano assieme", "corse più veloce", "giunse per primo", "non entrò", "giunse anche Pietro", "lo seguiva", "entrò" , “tornarono a casa”.

Tutti e tre “videro”, ma non capirono. A loro mancava ancora un tassello importante: la comprensione delle Scritture: "Non avevano, infatti, ancora compreso le Scritture", che avrebbe dato loro una completa e più profonda comprensione del mistero, di cui furono inconsapevoli testimoni. Per questo si dovrà attendere il dono dello Spirito nella Pentecoste (Gv 16,13). Solo allora capiranno che Cristo è veramente risorto!

Vediamo l'affettuosa apprensione di Maria, la veloce e agile intuizione del discepolo amato, la lentezza solida, forse prudente di Pietro. Tutti e tre viaggiano verso il Cristo risorto, Pietro e Giovanni testimoniano le parole di Maria di Magdala: nessuno avrebbe creduto ad una donna.

Fra i tre Gesù premierà La Maddalena , una donna, apparendo per primo a lei. Sarà lei ad annunciare Gesù risorto ai discepoli: «Ho visto il Signore!» 


Mariella: Vorrei meditare e riflettere sul significato che assume oggi la Pasqua per ognuno di noi e per il mondo intero.


In un momento come questo, dilaniato da mille problemi e paure, Pasqua è senza dubbio rialzarsi per correre incontro a Cristo, ritrovare la forza per andare avanti, per riprendere quota, per guardare ai nostri problemi e preoccupazioni con la consapevolezza che non siamo soli perché Lui è con noi sempre, per salire il nostro Calvario con la certezza della risurrezione. 
 

Anche noi cristiani dobbiamo seguire la via che il Maestro c'insegna, con il coraggio della fede, con la speranza nel cuore, con la forza dell'amore. Dobbiamo essere come Maria di Magdala, che giunta al sepolcro trova la tomba vuota e porta questo annuncio agli altri con gioia.


La risurrezione da un senso nuovo a tutta la nostra vita e di conseguenza ci impegna a portare ai fratelli la lieta notizia di pace che viene dalla vittoria sulla morte.
Ripartire dal sepolcro di Cristo che è luogo di vita e non di morte, per restituire ai nostri sepolcri la certezza che la vita non termina sulla terra, ma continua nel cuore di Dio.
Ripartire dalle nostre fragilità personali, dalle nostre contraddizioni, dai nostri sbagli, per vivere l'esperienza vera di conversione e imboccare la strada giusta che ci permetterà di giungere alla risurrezione.

La fede nella risurrezione del Signore ci aiuta a riscoprire i veri valori umani, non più dubbi, incertezze, tradimenti, delusioni, invidie,, gelosie, egoismi, ma solo speranza e fiducia in Dio, ascolto della sua Parola, da cui trarre la forza per amare la vita, anche quando non ci sorride, quando è segnata dalla solitudine, quando i tuoi amici sono andati via, quando l'amore è tradito, quando la giustizia è dimenticata, la pace è violata, l'unità è calpestata

Quando tutto sembra precipitare, quando la fiducia nella vita vacilla, allora si alza forte il grido: è risorto, non è qui, vi precede nel cammino della gioia e della speranza. Solo Cristo Risorto può dare un senso a tutto quello che è dolore e disperazione.
Oggi vorremmo sperimentare la gioia, quella gioia che riempie il cuore e tende la mano per una riconciliazione universale. Ne abbiamo tutti bisogno!


Il nostro cuore anela a Te Signore,donaci il tuo Santo Spirito per gustare la gioia della tua Risurrezione. Amen




  Con questo commento siamo arrivati alla Pasqua di Resurrezione: la Chiesa tutta gioisce e canta l'ALLELUIA pasquale, è vinta la morte, rinasce la Speranza.

Carissimi amici che ci avete seguito in questo cammino, Mariella ed Enzo vi augurano una Buona e Santa PASQUA:  duri sempre nei nostri e vostri cuori la gioia di questa fantastica domenica.







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