EPIFANIA DEL
SIGNORE – ANNO C
"I Magi sono
entrati nel mistero. Sono passati dai calcoli umani al mistero".
Dal vangelo
secondo Mt 1,1-18
Nato Gesù a
Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero
da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il
re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad
adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui
tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi
del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il
Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è
scritto per mezzo del profeta:
E tu,
Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Allora Erode,
chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il
tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo:
«Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete
trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola
del Signore!
Enzo: Epifania
vuol dire, come tutti sappiamo, manifestazione, far conoscere. In
questa festa è un Bambino che si mostra, si fa conoscere prima ai
pastori, gente povera, inviati a Betlemme dagli angeli che
annunciavano un lieto evento: “ oggi, nella città di Davide, è
nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. Non sappiamo se
quei pastori avevano capito il significato delle parole degli angeli,
ma sicuramente hanno creduto alle parole del segno
annunciato:”troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato su una
mangiatoia”, linguaggio più facile, ma indefinito: “un
Salvatore”. Forse indefinito ancora oggi per molti che si affidano
ad una festa pagana, consumistica, di regali e di auguri festosi: non
così quegli ignoranti pastori che, trovato il bambino, si
prostrarono in adorazione, e subito dopo diventano i primi missionari
del Salvatore, Cristo Signore, riferendo, alle persone che
incontravano, quello che avevano sentito dagli angeli e visto nella
grotta, che dimenticano la gioia alla vista di un bambino appena
nato. Gesù si manifesta alle persone semplici che hanno creduto e
senza farsi troppe domande abbracciano il mistero.
L'arrivo dei Magi, guidati dalla
stella, che li conduce a Betlemme, è la seconda manifestazione di
Gesù appena nato: gente diversa, istruita, studiosi che hanno
creduto alle scritture, alle stelle. La curiosità li ha portati a
conoscere quel re di cui “avevano visto la stella”. “Entrati
nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e
lo adorarono”, consegnarono doni che si facevano a un re.
Gesù si è fatto cercare da persone
umili appartenenti al popolo di Dio, il popolo ebreo, e da tre Magi
venuti da molto lontano. Pastori e Magi sono i personaggi gli attori
di questo evento perché hanno visto il Re che cambierà il mondo.
Che significato diamo a queste
manifestazioni dopo aver letto che questo bambino è ricercato anche
da Erode?
Questo racconto di Matteo illustra il
tema del Cristo, l'nviato dal Padre, cercato e rifiutato. In Gesù si
compiono le promesse antiche ma il loro avverarsi sarà accompagnato
dal giudizio su Israele: i lontani (tutte le nazioni) accolgono il
Messia e i vicini (il popolo di Dio chiamato da secoli a preparare
l'avvento del Messia) nella persona dei “ capi dei sacerdoti e gli
scribi del popolo” conoscitori delle Scritture lo rifiutano, non
lo cercano subito, lo rifiuteranno tempo dopo facendolo condannare
alla morte di croce. Questo ci mostra che il regno passerà da
Israele, popolo eletto, ai pagani, l'universalità della salvezza.
Sorpresa? Dio ha sconvolto le promesse
antiche fatte al suo popolo?
No! tutto il Vangelo di Matteo è
segnato da questa sorpresa: basti pensare alla parabola dei vignaioli
omicidi (21,33ss.) o alla parabola della grande cena (22, 1-14),
ambedue mostrano che il regno passa da Israele ai pagani, e che
questo passaggio rientra nel disegno di Dio. Dio rispetta la libertà
concessa all'uomo, affida ad un popolo una missione universale ma
applica il principio dell'accoglienza della Parola con disponibilità
alla conversione. Dio non appartiene ad un solo popolo ma a tutti gli
uomini.
Questo episodio non ci mostra soltanto
la manifestazione di Gesù ai suoi connazionali e ai gentili, ma ha
un altro significato, quello della futura Chiesa missionaria. Abbiamo
visto i pastori che mentre tornano alle loro greggi annunciano ad
altri ciò che avevano visto, e i Magi che chiedono in giro:«Dov'è
colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua
stella e siamo venuti ad adorarlo»: missionarietà ed universalismo
si incontrano in due diverse testimonianze. Sarà compito della
Chiesa osservare il mandato di andare e istruire tutte le genti.
Mariella: Propongo parte dell'omelia che Papa Francesco pronunciò l'anno scorso in occasione della Festa dell'Epifania: sono parole di esortazione a camminare sulla strada della Luce.
I Magi rappresentano quanto
cercano Dio
“...I Magi, secondo la tradizione, erano uomini sapienti: studiosi degli astri, scrutatori del cielo, in un contesto culturale e di credenze che attribuiva alle stelle significati e influssi sulle vicende umane. I Magi rappresentano gli uomini e le donne in ricerca di Dio nelle religioni e nelle filosofie del mondo intero: una ricerca che non ha mai fine. Uomini e donne in ricerca. I Magi ci indicano la strada sulla quale camminare nella nostra vita. Essi cercavano la vera Luce: «Lumen requirunt lumine», dice un inno liturgico dell’Epifania, riferendosi proprio all’esperienza dei Magi, «Lumen requirunt lumine»; seguendo una luce essi ricercano la luce. Andavano alla ricerca di Dio. Visto il segno della stella, lo hanno interpretato e si sono messi in cammino, hanno fatto un lungo viaggio.È lo Spirito Santo che li ha chiamati e li ha spinti a mettersi in cammino; e in questo cammino avverrà anche il loro personale incontro con il vero Dio...
“...I Magi, secondo la tradizione, erano uomini sapienti: studiosi degli astri, scrutatori del cielo, in un contesto culturale e di credenze che attribuiva alle stelle significati e influssi sulle vicende umane. I Magi rappresentano gli uomini e le donne in ricerca di Dio nelle religioni e nelle filosofie del mondo intero: una ricerca che non ha mai fine. Uomini e donne in ricerca. I Magi ci indicano la strada sulla quale camminare nella nostra vita. Essi cercavano la vera Luce: «Lumen requirunt lumine», dice un inno liturgico dell’Epifania, riferendosi proprio all’esperienza dei Magi, «Lumen requirunt lumine»; seguendo una luce essi ricercano la luce. Andavano alla ricerca di Dio. Visto il segno della stella, lo hanno interpretato e si sono messi in cammino, hanno fatto un lungo viaggio.È lo Spirito Santo che li ha chiamati e li ha spinti a mettersi in cammino; e in questo cammino avverrà anche il loro personale incontro con il vero Dio...
...I Magi sono entrati nel mistero. Sono
passati dai calcoli umani al mistero: e questa è stata la loro
conversione. E la nostra? Chiediamo al Signore che ci conceda di
vivere lo stesso cammino di conversione vissuto dai Magi. Che ci
difenda e ci liberi dalle tentazioni che nascondono la stella. Che
abbiamo sempre l’inquietudine di domandarci: dov’è la stella?,
quando – in mezzo agli inganni mondani – l’abbiamo persa di
vista. Che impariamo a conoscere in modo sempre nuovo il mistero di
Dio, che non ci scandalizziamo del “segno”, dell’indicazione,
quel segno detto dagli angeli: «un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12), e che abbiamo l’umiltà di
chiedere alla Madre, alla nostra Madre, che ce lo mostri. Che
troviamo il coraggio di liberarci dalle nostre illusioni, dalle
nostre presunzioni, dalle nostre “luci”, e che cerchiamo questo
coraggio nell’umiltà della fede e possiamo incontrare la Luce,
Lumen, come hanno fatto i Magi. Che possiamo entrare nel mistero.
Così sia”.
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