BENVENUTO



B E N V E N U T O !! Lo Spirito Santo illumini la tua mente, fortifichi la tua fede.


martedì 5 gennaio 2016

"I Magi ci indicano la strada sulla quale camminare nella nostra vita"


EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO C






"I Magi sono entrati nel mistero. Sono passati dai calcoli umani al mistero".


Dal vangelo secondo Mt 1,1-18

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.



Parola del Signore!

Enzo: Epifania vuol dire, come tutti sappiamo, manifestazione, far conoscere. In questa festa è un Bambino che si mostra, si fa conoscere prima ai pastori, gente povera, inviati a Betlemme dagli angeli che annunciavano un lieto evento: “ oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. Non sappiamo se quei pastori avevano capito il significato delle parole degli angeli, ma sicuramente hanno creduto alle parole del segno annunciato:”troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato su una mangiatoia”, linguaggio più facile, ma indefinito: “un Salvatore”. Forse indefinito ancora oggi per molti che si affidano ad una festa pagana, consumistica, di regali e di auguri festosi: non così quegli ignoranti pastori che, trovato il bambino, si prostrarono in adorazione, e subito dopo diventano i primi missionari del Salvatore, Cristo Signore, riferendo, alle persone che incontravano, quello che avevano sentito dagli angeli e visto nella grotta, che dimenticano la gioia alla vista di un bambino appena nato. Gesù si manifesta alle persone semplici che hanno creduto e senza farsi troppe domande abbracciano il mistero.



L'arrivo dei Magi, guidati dalla stella, che li conduce a Betlemme, è la seconda manifestazione di Gesù appena nato: gente diversa, istruita, studiosi che hanno creduto alle scritture, alle stelle. La curiosità li ha portati a conoscere quel re di cui “avevano visto la stella”. “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”, consegnarono doni che si facevano a un re.



Gesù si è fatto cercare da persone umili appartenenti al popolo di Dio, il popolo ebreo, e da tre Magi venuti da molto lontano. Pastori e Magi sono i personaggi gli attori di questo evento perché hanno visto il Re che cambierà il mondo.


Che significato diamo a queste manifestazioni dopo aver letto che questo bambino è ricercato anche da Erode?

Questo racconto di Matteo illustra il tema del Cristo, l'nviato dal Padre, cercato e rifiutato. In Gesù si compiono le promesse antiche ma il loro avverarsi sarà accompagnato dal giudizio su Israele: i lontani (tutte le nazioni) accolgono il Messia e i vicini (il popolo di Dio chiamato da secoli a preparare l'avvento del Messia) nella persona dei “ capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo” conoscitori delle Scritture lo rifiutano, non lo cercano subito, lo rifiuteranno tempo dopo facendolo condannare alla morte di croce. Questo ci mostra che il regno passerà da Israele, popolo eletto, ai pagani, l'universalità della salvezza.



Sorpresa? Dio ha sconvolto le promesse antiche fatte al suo popolo?

No! tutto il Vangelo di Matteo è segnato da questa sorpresa: basti pensare alla parabola dei vignaioli omicidi (21,33ss.) o alla parabola della grande cena (22, 1-14), ambedue mostrano che il regno passa da Israele ai pagani, e che questo passaggio rientra nel disegno di Dio. Dio rispetta la libertà concessa all'uomo, affida ad un popolo una missione universale ma applica il principio dell'accoglienza della Parola con disponibilità alla conversione. Dio non appartiene ad un solo popolo ma a tutti gli uomini.


Questo episodio non ci mostra soltanto la manifestazione di Gesù ai suoi connazionali e ai gentili, ma ha un altro significato, quello della futura Chiesa missionaria. Abbiamo visto i pastori che mentre tornano alle loro greggi annunciano ad altri ciò che avevano visto, e i Magi che chiedono in giro:«Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»: missionarietà ed universalismo si incontrano in due diverse testimonianze. Sarà compito della Chiesa osservare il mandato di andare e istruire tutte le genti.


Mariella: Propongo parte dell'omelia che Papa Francesco pronunciò l'anno scorso in occasione della Festa dell'Epifania: sono parole di esortazione a camminare sulla strada della Luce.



I Magi rappresentano quanto cercano Dio
“...I Magi, secondo la tradizione, erano uomini sapienti: studiosi degli astri, scrutatori del cielo, in un contesto culturale e di credenze che attribuiva alle stelle significati e influssi sulle vicende umane. I Magi rappresentano gli uomini e le donne in ricerca di Dio nelle religioni e nelle filosofie del mondo intero: una ricerca che non ha mai fine. Uomini e donne in ricerca. I Magi ci indicano la strada sulla quale camminare nella nostra vita. Essi cercavano la vera Luce: «Lumen requirunt lumine», dice un inno liturgico dell’Epifania, riferendosi proprio all’esperienza dei Magi, «Lumen requirunt lumine»; seguendo una luce essi ricercano la luce. Andavano alla ricerca di Dio. Visto il segno della stella, lo hanno interpretato e si sono messi in cammino, hanno fatto un lungo viaggio.È lo Spirito Santo che li ha chiamati e li ha spinti a mettersi in cammino; e in questo cammino avverrà anche il loro personale incontro con il vero Dio...


...I Magi sono entrati nel mistero. Sono passati dai calcoli umani al mistero: e questa è stata la loro conversione. E la nostra? Chiediamo al Signore che ci conceda di vivere lo stesso cammino di conversione vissuto dai Magi. Che ci difenda e ci liberi dalle tentazioni che nascondono la stella. Che abbiamo sempre l’inquietudine di domandarci: dov’è la stella?, quando – in mezzo agli inganni mondani – l’abbiamo persa di vista. Che impariamo a conoscere in modo sempre nuovo il mistero di Dio, che non ci scandalizziamo del “segno”, dell’indicazione, quel segno detto dagli angeli: «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12), e che abbiamo l’umiltà di chiedere alla Madre, alla nostra Madre, che ce lo mostri. Che troviamo il coraggio di liberarci dalle nostre illusioni, dalle nostre presunzioni, dalle nostre “luci”, e che cerchiamo questo coraggio nell’umiltà della fede e possiamo incontrare la Luce, Lumen, come hanno fatto i Magi. Che possiamo entrare nel mistero. Così sia”.


Nessun commento:

Posta un commento