Festa della SANTISSIMA TRINITA- Anno B - 31 maggio 2015
Dal vangelo secondo Matteo
28.16-20
Gli undici
discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva
loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò
e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate
dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho
comandato.
Ed ecco, io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo
Parola del
Signore!
Enzo: Breve questo brano che la liturgia in occasione della festa
della Santissima Trinità ci propone, ma pieno di significato per i tempi futuri
della Chiesa nascente. Tre sono i temi conclusivi del vangelo di Matteo. Non è
l’apparizione di Gesù che è raccontata di sfuggita “ quando lo videro si
prostrarono”, ma dubitarono, poveri
undici dubitano ancora una volta! Alla loro incredulità Gesù viene in soccorso
ricordando e aumentando la loro fede nella risurrezione dando motivazioni
precise sulla sua identità, sul loro futuro, e sulla sua continua presenza in
mezzo a loro.
Così l’evangelista Matteo ci mostra
questi tre aspetti fondamentali per gli undici ma anche per tutti coloro che da
allora crederanno nel Risorto:
-
la
potenza del Figlio dell’uomo (A me è
stato dato ogni potere in cielo e sulla terra) quel potere progettato nel deserto da satana,
ora gli viene conferito dal Padre dopo aver compiuto il cammino del servo sofferente
annunziato da Isaia. Dopo la risurrezione Gesù viene costituito Signore e Re
del’universo. E’ una rivelazione con la quale Gesù dichiara il compimento della
profezia di Daniele (7,13-14):
“Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio dell’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere,gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto”.
-
la missione universale della Chiesa (Andate
dunque e fate discepoli tutti i popoli). La signoria universale del risorto è la radice da
cui scaturisce l’universalità della missione. Gesù vuole che il popolo di Dio
sia fra tutte le genti, vada, faccia discepoli, battezzi e insegni ad osservare
quanto Lui ha comandato. Non si tratta di offrire un messaggio ma un invito ad
ogni uomo a condividere il progetto di vita tracciato da Gesù instaurando una
relazione personale con Lui.
-
la presenza
del Signore risorto nella sua comunità,
Chiesa nascente (io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo).
Il vangelo di Matteo non poteva finire diversamente, termina così come era
cominciato. All’inizio ci fu annunciato il nome dell’Emmanuele, Dio con noi,
come era stato annunziato dal profeta Isaia 7,14 : “Ecco la Vergine
concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele”.
Ora ci
assicura che quella profezia è diventata realtà permanente: Io sarò con voi
fino alla fine del mondo: Gesù continua ad essere l’Emmanuele, il Dio con noi.
Oggi
festa della Santissima Trinità la liturgia ci riporta al tempo ordinario, tempo
di camminare per il mondo, tempo di vita in attesa della seconda venuta di
Gesù, tempo da vivere come battezzati accolti nella grande Chiesa di Gesù nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutta la nostra vita presente
deve andare avanti nel nome della Santissima Trinità, nel Padre che ci ha
creati, nel Figlio che ci redenti e nello Spirito Santo che ci stimola e guida
alla santità.
Ci
ricorda l’apostolo Paolo nella seconda lettura in Rom 8,14-17
“Infatti tutti quelli che sono
guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete
ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo
Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al
nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio.
E se siamo figli, siamo anche
eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue
sofferenze per partecipare anche alla sua gloria”.
Festa della Santissima Trinità: ricordiamo che nessuno arriva al Padre se non per mezzo di
Gesù, così nessuno arriverà a Gesù se non per mezzo dello Spirito Santo. Dio
vuole comunione, quella comunione chiamata Amore che dobbiamo diffondere nel
mondo.
Mariella: tratto e rivisitato da uno scritto di Padre Augusto Drago
Fratelli e sorelle oggi la Parola ci chiama ad un cammino di luce e di
gloria. Celebriamo la festa della santissima Trinità, ossia la festa
di un Dio che non vive solo di sé e per sé, ma per noi! La festa del nostro
essere ardente amati e desiderati!
Senza la Trinità santa non potrebbe
esistere Amore.
Senza la Trinità Santa non potrebbe essere nemmeno concepito un dio!
Dio infatti sarebbe condannato all'estrema solitudine.
Senza la Trinità Santa non potrebbe essere nemmeno concepito un dio!
Dio infatti sarebbe condannato all'estrema solitudine.
Ma Dio è Amore: quindi fin dall'eternità non è solo! E' con il Figlio nell'unità dello Spirito santo. A questa comunione d’amore Egli chiama anche noi. In qualche modo potremmo affermare, che senza di noi, sue amate creature, Egli, l'Eterno Amore, non si sentirebbe "felice".
Dio ci ama: e non può fare altrimenti. L'Amante non sarebbe mai completo senza l'amato.
Il Figlio in sé rende completo questo Amore. Ma dal momento che ci ha creati, il Padre, non può fare a meno di noi. Da qui il suo tenace ed ostinato disegno di salvarci, per mezzo del suo Figlio, e per la comunione nello Spirito santo.
Quanto Amore! Quanta passione! Quanta perseverante ostinazione nel salvarci!
Scelti e amati quando ancora nel silenzio venivano tessute le nostre viscere, quando ancora informe, nel grembo materno, gli occhi di Dio coprivano con il loro sguardo d’amore ogni cosa di noi: ecco che cosa siamo. Chiamati all’amore, innestati nello scambio d’amore delle persone della Trinità, veniamo alla luce appartenendo già a Dio, già scelti da lui, già acquistati a caro prezzo, già amati, profondamente amati.
Per questo siamo mandati ad
annunciare al mondo che non siamo frutto del caso, ma siamo figli dell’amore
trinitario, siamo invitati a portare Gesù nel mondo, a svelare il suo volto a
chi ancora non l’ha incontrato. Certo
questo non è un compito facile, ne cogliamo il peso e percepiamo tutta la
nostra inadeguatezza!
Ci fa comprendere a quale
"speranza" siamo stati chiamati, anzi continuamente chiamati. Chiamati nel continuo ripetersi incessante,
del dinamismo pasquale, nella nostra vita di credenti.
Oggi la Parola ci indica con
chiarezza "il tesoro di gloria" che ci attende come eredità, ben più
prezioso di tutti i beni terreni che quotidianamente scorrono sotto i nostri
occhi e ci dimostra "la straordinaria ricchezza e grandezza della
potenza" di Gesù verso di noi; quella potenza tante volte da noi invocata
in aiuto alla nostra debolezza.
Oggi Gesù consegna un mandato, in
virtù del suo Potere ed Autorità. Un Potere ed un'Autorità che gli provengono
dall'essere stato resuscitato per mezzo della gloria del Padre.
E' il Risorto, colui di cui aveva
profetato il profeta Daniele quando vide in visione un Figlio di Uomo
avvicinarsi accanto al trono, glorioso mentre ne assume il Potere.
E' un potere che non mette paura o
soggezione: Gli è stato dato dal Padre.
Ora rifulge sul monte
dell'Apparizione mentre i discepoli si prostrano a terra per adorarlo, anche se
ne hanno ancora un timore reverenziale.
Gesù, in virtù del suo Potere,
consegna loro un mandato: "Andate
in tutto il mondo..." "Siate miei testimoni fino ai confini della
terra".
Battezzate nel Nome del Padre, del
Figlio, dello Spirito santo. Fate discepole tutte le genti!
Detto questo li lascia. E svela in
tal modo l'ultimo tassello del disegno.
Come se dicesse: "Ora tocca a
voi, con la forza dello Spirito, del Paraclito, che è sceso su di voi"!
Ora fate voi la vostra parte...
Nella solennità della Trinità che
ci accingiamo a celebrare, Gesù sembra rivolgere anche a noi le medesime
parole: "Ora tocca a voi!" Sì, ora tocca a noi!
Abbiamo partecipato ai momenti
drammatici della consegna di Gesù, della sua straziante passione. Abbiamo
contemplato, stupefatti, ed insieme pieni di gioia, il suo Corpo Glorioso
venirci incontro il mattino di Pasqua, poco più di quaranta giorni or sono.
Abbiamo mangiato e bevuto con Lui,
alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue, lungo tutto il cammino di questo
tempo pasquale. Gesù è stato sempre con noi.
Ci è stato sottratto solo nei
giorni della sua Passione e morte.
Dopo questa esperienza, così ricca
della sua umanità, ci chiede ora un passo ulteriore:
"Ora tocca a te!" Io, il
tuo Signore, resto nella misura in cui tu saprai rendermi visibile ai fratelli,
saprai farti trasparenza di me".
Come potremmo altrimenti spiegare,
fratelli e sorelle, diversamente la promessa di Gesù: "Ecco, sono con voi
tutti i giorni, sino alla fine dei tempi?"
Promessa che Egli ci regala mentre
ci lascia... Gesù è vivo in noi, attraverso di noi.
Cerca in noi la disponibilità a
farci capacità di Lui, perché il mistero della sua Incarnazione abbia pieno
compimento.
Abbiamo ricevuto la forza dallo
Spirito santo, venuto a fecondare di luce la Chiesa, ad irradiare la nostra vita ed ognuno
di noi.
Ma oggi ci viene chiesta la
disponibilità del cuore, della mente, di tutta la nostra persona, per dare
compimento al mistero trinitario.
Fratelli e sorelle, se diciamo sì,
se accettiamo la sua proposta, allora si schiuderanno per noi i cieli e potremo
contemplare il tesoro di gloria promesso e sperimentare la grandezza della sua
potenza verso di noi.
Allora la nostra umanità si
spalancherà ad accogliere nel vuoto di sé, quel vuoto che solo una vita
veramente evangelica è capace di ottenere. Vale a dire: il Dono dello Spirito
Santo.
Allora sarà veramente piena la Pasqua, allora gusteremo quella gioia piena
che è riservata ai suoi santi, quell'unica gioia che nessuno potrà mai
toglierci, come aveva già detto Lui Giovanni
nel capitolo 16,23.
Fratelli e sorelle, siamo pronti a sentirci
dire: "Ora tocca a te?"
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