«Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io
predichi anche là; per questo
infatti sono venuto!».
Domenica quinta del tempo ordinario: 8 febbraio 2015
E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone
e Andrea, in
compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era
a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano;
la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano
tutti i malati e gli indemoniati.
Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò
molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e,
uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue
tracce.
Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».
Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi
vicini, perché io predichi anche là; per questo
infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro
sinagoghe e scacciando i demoni.
Parola del Signore!
Mariella:Il brano evangelico di Marco che abbiamo letto
potremmo suddividerlo in due parti, la prima che si svolge nella casa di Simone
ed Andrea. Nella seconda parte
Gesù si ritira in luogo solitario a pregare e da lì inizia il suo peregrinare
per tutta la Galilea a predicare, guarire e scacciare demoni.
Ma il filo conduttore
delle due parti è uno solo, la relazione che Dio vuole instaurare con l’uomo: è
un desiderio urgente, infatti, nei primi versetti del brano ritroviamo la
parola “subito” ripetuta due volte. Gesù non perde tempo, vuole arrivare il più
possibile velocemente al cuore di ogni uomo.
Altra cosa che colpisce nel brano è la relazione personale
che Egli instaura con l’uomo, sono citati infatti quattro nomi: (Simone,
A Il brano evangelico di Marco che abbiamo
letto potremmo suddividerlo in due parti, la prima che si svolge nendrea, Giacomo, Giovanni.) a questi nomi potremmo aggiungere anche il nostro,
ognuno di noi è chiamato per nome, ognuno è prezioso agli occhi di Dio.
La relazione che Gesù instaura non è mai distaccata,
potremmo dire che ci riporta sempre alla fisicità, al contatto, è Dio che tende
la mano all’uomo, che direi quasi lo acciuffa per i capelli, lo strappa alla
morte, come nel caso della suocera di Pietro che essendo a letto con la febbre,
viene raggiunta da Cristo che si avvicina e la prende per mano.
Ecco questo contatto, questo entrare in relazione personale,
che libera la donna dalla febbre, così come l’esser raggiunti dalla grazia di
Dio ci guarisce, ci libera dal peccato e dalla morte. La guarigione ha inizio
con una mano (quella di Dio) che non fugge ma ci raggiunge e ci solleva.
E' molto bello anche il fatto che vengano portati al Signore
"tutti i malati e gli indemoniati, e che più avanti si legga che
"tutta la città era riunita davanti alla porta", come dire che il
male è presente in ogni persona, e tutti hanno bisogno di essere salvati. Tutti
abbiamo bisogno di essere toccati da quella “mano” che ci salva!
Nella seconda parte del brano, scopriamo Gesù che prega in
un luogo solitario. Bella questa
immagine del Figlio che entra in comunione con la volontà stessa del Padre che
gli rivela cosa deve fare, raggiungere i villaggi vicini, perché anche là dovrà
portare l’annuncio di salvezza.
: Il Padre non vuole frastuono, vuole silenzio. Lui è
l'anima, Lui è il cuore, Lui è la mente.
Cosa c’insegna tutto questo? Ci insegna a cercare nella
quotidianità, quegli spazi segreti che danno salute all'anima, spazi di
preghiera, dove niente sia più importante di Dio
Regaliamoci dunque attimi di preghiera: è lì che attingiamo fiducia e coraggio per
proseguire il cammino della vita, è lì che le nostre mani sono dolcemente
afferrate dal Signore, è lì che ritroviamo la guarigione dalle tante febbri che
ci allontanano dal Regno.
E quando avremo ritrovato la nostra vita, corriamo a salvare
altre vite.
Il Signore ci ha presi per mano, anche noi facciamo lo
stesso, prendiamo la mano di chi sta per affogare, di chi sprofonda nel buio,
di chi non ha orientamento e non ha meta.
Apriamoci alla missione, Dio è con noi, non vuole celebrità,
vuole solo salvezza per tutta l’umanità. Non è un Dio che vuole dominare,
primeggiare, conquistare, Egli è Amore che si lascia crocifiggere pur di
salvarci!
Sapremo mai renderGli grazie?
Sapremo mai renderGli grazie?
Enzo: Dopo l’esorcismo della sinagoga Marco narra la
prima guarigione operata da Gesù in casa di Simone alla presenza dei suoi primi
quattro discepoli, incominciando così a delineare la potenza di Gesù in cui
possiamo cogliere le parole che annunciano il Regno: parole, guarigione,
miracoli, esorcismi sono per Marco la conferma della divinità di Gesù, la
venuta del Regno è la sconfitta del regno di Satana. “Se io scaccio i demoni
per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il Regno di Dio” ( Mt
12,28 ).
Gesù dunque uscendo dalla sinagoga si reca nella casa di
Pietro. Quel “subito andarono” indica sicuramente la premura di Gesù , venuto a
conoscenza della malattia della suocera di Pietro, per farle visita . Gesù
spesso si fermava in casa di Pietro quando si trovava da quelle parti della Galilea.
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito
gli parlarono di lei.
Una scena semplice, Egli si avvicinò e la fece alzare
prendendola per mano… la febbre la lasciò ed ella li serviva. Nessun
commento da parte di Marco, sembra tutto naturale come se nulla fosse successo.
Ma possiamo avvertire la delicatezza di Gesù, la sua tenerezza nei verbi usati:
si avvicinò (adagio), la fece alzare (l’aiutò). prendendola per mano
(accompagnandola): che bell’esempio!
La seconda scena ci presenta Gesù che guarisce “molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai
demoni di parlare, perché lo conoscevano” . Domenica scorsa abbiamo visto
nel racconto dell’indemoniato Gesù che ordinava ad demonio di tacere, in questa
occasione non permette ai demoni di parlare.
Gesù è ancora il Messia nascosto, l’umile servo del Padre:
la sua manifestazione avverrà un po’ alla volta: la sua “Ora” di cui parla
Giovanni, arriverà gradualmente.
Per capire meglio facciamo un accenno a quella che era la credenza
ebraica ai tempi di Gesù sui demoni.
“Secondo la tradizione giudaica ogni demonio ha un suo nome,
una sua specializzazione e una sua sfera di competenza ( come gli angeli
del servizio divino ) : case, cimiteri, boschi, fiumi, deserti , etc.
I demoni venivano considerati i responsabili di tutti gli eventi inspiegabili, misteriosi, e di tutti i comportamenti strani di uomini e animali ( delirio, licantropia, febbre alta, epilessia, etc.)
Anche le malattie si credevano causate da demoni e questa credenza continuerà anche nel cristianesimo, nonostante questo fosse stato già in parte smentito da Ippocrate nel IV sec. a. C” (http://corsodireligione.it/religioni/esoterismo/demonologia_3.htm)
I demoni venivano considerati i responsabili di tutti gli eventi inspiegabili, misteriosi, e di tutti i comportamenti strani di uomini e animali ( delirio, licantropia, febbre alta, epilessia, etc.)
Anche le malattie si credevano causate da demoni e questa credenza continuerà anche nel cristianesimo, nonostante questo fosse stato già in parte smentito da Ippocrate nel IV sec. a. C” (http://corsodireligione.it/religioni/esoterismo/demonologia_3.htm)
La guarigione della suocera di Pietro e così tante altre
mettono fine alle sofferenze di persone innocenti, emarginate e oppresse.
L’evangelista Marco sottolinea che l’accettazione della sovranità di Dio si
manifesta nell’abbattimento delle barriere che separano gli esseri umani. Le
guarigioni dei malati e degli indemoniati non sono che segni, che devono essere
accolti con fede e correttamente interpretati.
La gente seguiva Gesù
assetata di miracoli, ma non era ancora la fede che Gesù più avanti nel suo
ministero chiederà di avere. Siamo soltanto all’inizio della vita pubblica di
Gesù. Non sono bastate le guarigioni di
Gesù il giorno prima: vediamo la folla la mattina dopo e di buon’ora cercare
Gesù, che si era appartato a pregare.
Gli stessi discepoli Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni si mettono alla sua ricerca. Sono
alle prime esperienze sulla sequela di Gesù: anche loro sicuramente
meravigliati per le opere di Gesù non sanno cosa fare: «Tutti ti cercano!», sono
le parole che riescono a dire quando lo
trovano.
Spesso Gesù si ritirerà in disparte a pregare per
sottolineare lo stretto rapporto che lo lega a Dio, altro esempio per i
discepoli che seguivano Gesù senza penetrare il mistero delle sue parole, delle
sue opere, vuole che gli altri vedano, ascoltino, capiscano. Spesso Gesù si ritirerà in disparte a pregare
per sottolineare lo stretto rapporto che lo lega a Dio, altro esempio per i
discepoli che seguivano Gesù senza penetrare il mistero delle sue parole, delle
sue opere, vuole che gli altri vedano, ascoltino, capiscano. Più avanti i suoi discepoli gli chiederanno:”
Insegnaci a pregare!”. Qualcosa allora incominciavano a capire, il loro cammino
di formazione era iniziato ma non del tutto consapevole, ricevono la bellissima
preghiera del PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI…
Tutti ti cercano! Ma Gesù ha altre intenzioni: «Andiamocene
altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti
sono venuto!».
Così Gesù lascia Cafarnao non perché si rifiuta di compiere
altri segni che suscitavano tanta speranza nella gente , ma per evitare che i
miracoli fossero sfruttati per fini personali invece di essere compresi come segni
del Regno di Dio.
Manifestando il desiderio di predicare anche nei villaggi
vicini Gesù esprime di volere annunciare
la Buona Notizia a gruppi sempre nuovi di persone e di popoli. Un giorno dirà
chiaramente ai suoi discepoli: “Andate in tutto il mondo…”
Continuiamo a seguire Gesù assieme ai suoi discepoli, facendo il loro stesso
cammino di fede con semplicità, senza prendere decisioni immediate perché “All’inizio
dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì
l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo
orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. (Benedetto XVI,
Enciclica “Deus caritas est”, 2005)
Mariella: è veramente importante comprenderne il
significato e approfondire con Dio quella relazione personale che ci fa una
cosa sola con Lui
Per riuscire a realizzare questo profondissimo legame è
assolutamente indispensabile riuscire a ricavare ampi spazi di silenzio nei
quali restare in contemplazione del suo Volto santo ed in ascolto di ciò che
vuole rivelarci
senza la preghiera poi, nessuna relazione è possibile, la
preghiera ci apre alla sapienza che Lui vorrà rivelarci ed alla missione
secondo il suo volere
rileggiamo più volte questo bellissimo brano e riusciremo a
comprendere molte verità ancora velate .
Enzo: Riprendo le parole di Benedetto XVI citate alla
fine del mio commento: seguire una persona per trovare un orizzonte nuovo.
Prima un discepolato seguendo Gesù e quanto avviene attorno a Lui e imparare. Dopo
sicuramente avverrà che Lui ci confermi come apostoli, inviati nel mondo.
Pensandoci bene sono ancora al primo stadio... Spesso mi chiedo se riuscirò ad
essere promosso.
RispondiEliminaChe giornata quella di Cafarnao! con un segreto...
Che giornata intensa quel sabato a Cafarnao: il discorso in sinagoga, la cacciata di satana, la guarigione della suocera di Simone, i malati che giungono a sera per essere guariti… Era così ogni sua giornata?
Sarebbe piaciuto anche a me essere là quella sera, davanti alla casa di Simone, assieme a tutta la città, per incontrare Gesù. Erano riuniti attorno a lui per ascoltarlo.
Mi sarebbe piaciuto uscire dietro a lui, furtivamente, il mattino seguente, quando era ancora buio, mentre gli altri stavano dormendo, e seguirlo nel luogo appartato, solitario e silenzioso.
Avrei voluto carpire il suo segreto. Da dove proveniva la luce e la sapienza della sua parola? Da dove prendeva lo slancio per andare incontro a ogni persona e alle folle? Chi alimentava il suo amore, che lo faceva entrare nel dolore dell’ammalato fino a sanarlo? Chi gli dava la forza per combattere e sconfiggere il demonio?
«E lì pregava». È questo il suo segreto? Il luogo solitario si animava di una nuova presenza: il Padre. Questo il segreto della sua vita di donazione senza sosta e senza risparmio: l’intimo costante rapporto con il Padre, con il quale colloquiava, condivideva i frutti del suo operare, elaborava i progetti e le strategie, ne ascoltava la voce, ne compiva il volere. L’agire di Gesù nasceva da questa unità, se ne alimentava e a essa convergeva.
Potrebbe essere, questo, anche il nostro segreto?
Pubblicato da Fabio Ciardi http://fabiociardi.blogspot.it/…/che-giornata-quella-di-caf…