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sabato 18 gennaio 2014

Venne il Messia atteso,ma i suoi non lo accolsero



4 – Prologo di Giovanni : Venne fra la sua gente ma i suoi non lo hanno accolto
Commento di Padre Augusto Drago



EGLI ERA NEL MONDO, E IL MONDO FU FATTO PER MEZZO DI LUI, EPPURE IL MONDO NON LO CONOBBE, VENNE FRA LA SUA GENTE, MA I SUOI NON LO HANNO ACCOLTO” (Gv 1,10-11).


Se leggiamo con particolare attenzione queste altre parole del Prologo al Vangelo di San Giovanni, possiamo scorgere come esse siano costruite mediante alcune “opposizioni”: abbiamo descritta quasi una dialettica tra opposti, contrari che si rincorrono come in drammatico gioco.

Per tre volte e ripetuta la parola “mondo” ma con significati diversi.

-“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui”:  qui “mondo” sta a significare l’intera creazione: Egli, il Verbo è nella creazione come causa esemplare. Tutto è stato esemplato nel Verbo : “ Immagine del Dio invisibile, primogenito di ogni creatura... “(Col 1, 15). Ogni cosa porta l’impronta della Sua Bellezza, Bellezza che proviene al Verbo dal suo essere con il Padre, Bellezza che caratterizza ogni cosa creata perché tutto è stato creato in Lui. “E Dio vide che ciò che era creato era cosa buonacioè bella (Cf Gen I).
Questa Bellezza è nel mondo perché il mondo è stato fatto per mezzo di Lui ...   

Eppure il mondo non lo conobbe: Qui il vocabolo acquista il significato tipico, che troviamo nel Vangelo di Giovanni, di forze ostili a Dio, alla sua Parola, il mondo come sottoposto al potere del maligno.
E qui abbiamo la prima opposizione. Le forze negative, che operano dentro la storia, non lo conobbero, anzi gli si opposero cercando di devastare quella originaria e fontale Bellezza della creazione. Questa dialettica è presente nella storia, opera negatività e oscuramento nel mondo e nelle vicende umane,che sono forze dominate dal maligno. Possiamo dare ad esse un nome oggi? Sì: l’egoismo, l’orgoglio, la superbia, la fame di potere, l’odio, la divisione, il disordine, il peccato.

 Chi è dentro questo mondo siffatto è fuori dalla “Parola”, tende a distruggere la Bellezza, non conosce, né può conoscerla, l’armonia del Bene e della luce. Fuori da questa Bellezza l’uomo e il mondo si abbruttiscono perché con il peccato è stato reciso il filo che lo tiene legato a Dio. Occorre oggi ritrovare non solo il senso della Bellezza intesa come armonia divina, ordine, ma ritrovare la via che ci porti ad essa: la via è Gesù, unico Salvatore del mondo, la via è Lui : e a Lui ci si riallaccia attraverso la strada dell’umiltà, della semplicità, della piccolezza. Ritornare bambini, per avere la capacità di stupirci ancora. A Lui ci si riallaccia ancora se sapremo recuperare la purezza degli occhi, gli occhi del cuore, gli occhi estatici che sanno guardare non più con cupidigia, ma con gratuità ogni cosa. Rientriamo dunque nel cuore del Verbo per conoscerlo cioè, secondo il significato biblico, per amarlo ed essere uniti a Lui.
 “Venne tra la sua gente (casa, tra  suoi, nella sua proprietà) ma i suoi non lo hanno accolto”.
 La dialettica delle opposizioni continua.
“Venne”! Riusciamo ancora a sussultare di gioia davanti a questo venire del Verbo? Dio nel suo Verbo muove, per così dire, il passo verso il finito varcando la “soglia”, il confine dell’eternità.
Solo l’Amore fa queste cose! “Cosi Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio”, così dice Gesù allo stupito Nicodemo (Gv 3,16).

Venne! Dove? Tra i “suoi”. Chi sono costoro? Gli uomini, l’umanità intera: “noi siamo la sua casa” dice l’autore della Lettera agli Ebrei (Eb 3, 6): l’umanità è sua propria per diritto creazionale. Ma anche qui abbiamo una svolta inattesa, sconvolgente: “i suoi” non lo hanno accolto! Lo rifiutano.
Rifiutare Dio, la luce, la vita, la verità: quale immane tragedia! E’ la tragedia dell’ uomo d’oggi che rifiutando Dio ha finito per rifiutare se stesso, perdendo la sua identità e, quindi, l’unica possibilità che gli è stata data di ritrovare la sua libertà e la sua dignità.

E noi lo abbiamo veramente accolto? Possiamo essere sicuri di averlo accolto? E’ un esame che ci si impone. La prova che lo abbiamo accolto sta qui: se nel suo nome ci ritroviamo fratelli e sorelle pacificati. E’ impossibile? No: queste cose fa l’amore!


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