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giovedì 2 gennaio 2014

2 - Prologo di Giovanni : Cristo è lo stesso, ieri,oggi e sempre di Padre Augusto Drago




Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1
“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO, 
IL VERBO ERA PRESSO DIO 
E IL VERBO ERA DIO”.
Parola del Signore!




Nessuno ha mai conosciuto Dio ma il Figlio unigenito ce l’ha fatto conoscere

Commento di Padre Augusto Drago: 

 “Gesù è lo stesso: ieri,oggi e sempre”. Questa proclamazione è diventata come lo “slogan” del Grande Giubileo del 2000. Ma slogan non è: si tratta di una stupenda testimonianza biblica che troviamo nella Lettera agli Ebrei (13, 8) il cui testo completo suona nella maniera seguente: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia….”

Le dottrine, i sistemi politici e sociali cambiano, le idee che possono sviare svaniscono con il tempo, tramontano: l’unica realtà che rimane salda e ferma nel tempo e nella storia è Lui, Cristo: Egli è lo stesso: ieri. oggi e sempre.



Quando l’umanità guarda a Lui ritrova la sua identità e la sua dignità. Perché? Chi è Lui? Da dove viene? Perché è “ieri, oggi e sempre”?

L’evangelista Giovanni all’inizio del Prologo al suo Vangelo ci dà una risposta quando afferma: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio”. Dunque Egli è la Parola eterna perché già esisteva prima che ogni cosa avesse il suo principio, Parola non divina ma identificata con Dio e che esisteva, come in una celeste dimora, presso Dio.



Guardare a questa Parola, coglierla, significa “fare scendere il profumo del Paese Trinitario” nel mondo, nella nostra storia. Le radici del cammino dell’uomo sono lì:ognuno di noi è nato lì, lì sono tutte le nostre sorgenti (Cf SI 87,7).



Non è un caso che Giovanni, cominciando a parlare di questa Parola, la metta in riferimento al “Principio”: “In principio era la Parola!”.. Tale termine -principio- ci rimanda al capitolo primo dei Libro della Genesi là dove ci è descritto il grande poema della Creazione: “In prIncipio Dio creò il cielo e la terra...”(Gen 1,1), quasi a volerci dire che ciò che ha principio lo ha perché le sue radici sono nell’eternità del Verbo. Ma siamo rimandati anche alla “fine” cioè all’ultimo capitolo del grande Libro che è la Bibbia, parola della Parola Eterna, l’Apocalisse là dove il Verbo Eterno di Dio dice di sé: “io sono l’alfa e l’omega, il primo e I’ultimo, il principio e la fine. lo sono colui che è che era e che viene... Ecco io vengo a creare cieli nuovi e terra nuova...” (Ap 21, 6 e seg.).



Ecco perché le radici del nostro cammino sono lì, nell’Eternità del Verbo perché nell’Eternità “principio e fine” sono congiunti nel congiungimento dell’amore stesso tra il Padre e il Verbo.

Ma poiché l’amore non finirà mai, ciò che ha principio nel suo evolversi verso la fine non si annullerà, ma si trasformerà in una nuova creazione.



Lì, dunque, sono le nostre radici perché da Dio noi veniamo e a Dio ogni cosa ritorna. Lo spazio intermedio, descritto dalla nostra storia, è riempito dal Verbo a cui dobbiamo guardare come la stella che brilla nel mattino (Cf. Ap 2, 28) per riprendere il nostro cammino, per riorientarci, per ritrovare la nostra identità.



Al primo versetto del Prologo, tre sono le cose che Giovanni dice del Verbo:



IN PRINCIPIO ERA LA PAROLA (Parola=Verbo)

(IN PRINCIPIO) IL VERBO ERA DI FRONTE A DIO (era presso Dio)

(IN PRINCIFIO) IL VERBO ERA DIO ( Gesù, la Parola di Dio era Dio)



Alla “fine”, dell’umanità si diranno le stesse cose:



ALLA FINE SAREMO NEL VERBO

ALLA FINE SAREMO DI FRONTE A DIO PER VEDERLO COSI COME EGLI

ALLA FINE SAREMO DEIFICATI.



Alla luce del Verbo fatto carne, lo Spirito ci conduca a guardare, contemplando, questo mistero, ci aiuti ad entrarci dentro, non tanto per fuggire dal nostro “oggi”, così carico di  inquietudini,  ma per riempirlo di quell’eternità che ha come dimensione l’amore del Figlio nel Padre, del Padre nel Figlio: oggi come nuovo principio per noi, un principio che ci fa guardare verso la fine, verso ciò che saremo nel Verbo: già fin d’ora siamo figli di Dio ma ancora non è apparso ciò che saremo. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato noi saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è” (1 Gv 3, 2). 



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