Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1
“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO,
IL VERBO ERA PRESSO DIO
E IL VERBO ERA DIO”.
IL VERBO ERA PRESSO DIO
E IL VERBO ERA DIO”.
Parola del Signore!
Nessuno ha mai conosciuto Dio ma il Figlio
unigenito ce l’ha fatto conoscere
Commento di Padre
Augusto Drago:
“Gesù è lo
stesso: ieri,oggi e sempre”. Questa proclamazione è diventata come lo “slogan” del Grande
Giubileo del 2000. Ma slogan
non è: si tratta di una
stupenda testimonianza biblica che troviamo nella Lettera agli Ebrei (13, 8) il cui testo completo suona
nella maniera seguente: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non
lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore
venga rinsaldato dalla grazia….”
Le dottrine, i sistemi
politici e sociali
cambiano, le idee che possono sviare svaniscono con il tempo, tramontano:
l’unica realtà che rimane salda e ferma nel tempo e nella storia è Lui, Cristo: Egli è lo
stesso: ieri. oggi e sempre.
Quando l’umanità guarda a Lui ritrova la sua identità e la
sua dignità. Perché? Chi è Lui? Da dove viene? Perché è “ieri, oggi e sempre”?
L’evangelista Giovanni all’inizio del Prologo al suo
Vangelo ci dà una risposta quando afferma:
“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il
Verbo era Dio”. Dunque Egli è la Parola
eterna perché già esisteva prima
che ogni cosa avesse il suo principio, Parola non divina ma identificata con Dio e che esisteva, come in una celeste dimora,
presso Dio.
Guardare a questa Parola,
coglierla, significa “fare scendere il
profumo del Paese Trinitario” nel mondo, nella nostra storia. Le radici del cammino
dell’uomo sono lì:ognuno di noi è
nato lì, lì sono tutte le nostre
sorgenti (Cf SI 87,7).
Non è un caso che Giovanni, cominciando a parlare di questa
Parola, la metta in riferimento al
“Principio”: “In
principio era la Parola!”.. Tale termine -principio- ci rimanda al
capitolo primo dei Libro della Genesi là dove ci è descritto il grande
poema della Creazione: “In prIncipio Dio creò il cielo e la
terra...”(Gen 1,1), quasi a
volerci dire che ciò che ha principio lo ha perché le sue radici sono nell’eternità
del Verbo. Ma siamo rimandati anche alla “fine” cioè all’ultimo capitolo del
grande Libro che è la Bibbia, parola della Parola Eterna, l’Apocalisse là dove
il Verbo Eterno di Dio dice di sé: “io
sono l’alfa e l’omega, il primo e I’ultimo, il principio e la fine. lo sono colui che è che
era e che viene... Ecco
io vengo a creare cieli nuovi e
terra nuova...” (Ap 21, 6 e seg.).
Ecco perché le radici del nostro cammino sono lì, nell’Eternità
del Verbo perché nell’Eternità “principio e fine” sono congiunti nel congiungimento
dell’amore stesso tra il Padre e il Verbo.
Ma poiché l’amore non finirà mai, ciò che ha principio nel
suo evolversi verso la fine non si annullerà, ma si trasformerà in una nuova
creazione.
Lì, dunque, sono le nostre radici perché da Dio noi veniamo
e a Dio ogni cosa ritorna. Lo spazio intermedio, descritto dalla nostra storia,
è riempito dal Verbo a cui dobbiamo guardare come la
stella che brilla nel
mattino (Cf. Ap 2, 28) per riprendere il nostro cammino, per riorientarci, per
ritrovare la nostra identità.
Al primo versetto del Prologo, tre sono le cose che Giovanni
dice del Verbo:
IN PRINCIPIO ERA LA PAROLA (Parola=Verbo)
(IN PRINCIPIO) IL VERBO ERA DI FRONTE A DIO (era presso Dio)
(IN PRINCIFIO) IL VERBO ERA DIO ( Gesù, la Parola di Dio era
Dio)
Alla “fine”, dell’umanità si diranno le stesse cose:
ALLA FINE SAREMO NEL VERBO
ALLA FINE SAREMO DI FRONTE A DIO PER VEDERLO COSI COME EGLI
ALLA FINE SAREMO DEIFICATI.
Alla luce del Verbo fatto carne, lo Spirito ci conduca a
guardare, contemplando, questo mistero, ci aiuti ad entrarci dentro, non tanto
per fuggire dal nostro “oggi”, così carico di
inquietudini, ma per riempirlo di
quell’eternità che ha come dimensione l’amore del Figlio nel Padre, del Padre nel Figlio: oggi come nuovo principio per noi, un principio
che ci fa guardare verso la
fine, verso ciò che
saremo nel Verbo: “già fin d’ora siamo figli di Dio ma ancora non
è apparso ciò che saremo.
Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato noi saremo simili a Lui
perché lo vedremo così come Egli è” (1 Gv 3, 2).
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