BENVENUTO



B E N V E N U T O !! Lo Spirito Santo illumini la tua mente, fortifichi la tua fede.


martedì 24 dicembre 2013

N A T A L E 2 0 1 3 : Venite adoriamo!!

                                                        
      BUON NATALE! di Padre Augusto Drago

Che significa augurarsi buon Natale? Lo fanno tutti! Ormai è consuetudine: è un  giorno speciale anche per coloro che non sanno che cosa o chi si festeggi!
Ma per te, per noi che cosa significa? Cosa veramente vogliamo dirci quando ci auguriamo di fare un buon Natale?
Può essere una domanda sciocca, scontata…ma non ne sono tanto sicuro! Festeggiamo forse Colui che è nato 2013 anni or sono, Gesù Cristo, il nostro Signore? Se così fosse celebreremmo una data importante perché commemorativa di un evento divino: “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo!”. Basta questo per farci gli auguri di Buon Natale? Fratelli e sorelle, io penso proprio di no! Il 25 p.v. celebreremo sì la nascita di nostro Signore Gesù Cristo, ma dobbiamo ricordare che essa ha una sua sacramentalità. Vale a dire che è un sacramento, un segno che ci rimanda ad un’altra realtà.
Quale realtà?
Gesù che è già venuto, ci ha detto che tornerà: ecco la sacramentalità del Natale: esso ci proietta al Cristo venturo. Egli infatti è Colui che è, che era e che verrà.
Colui che è, perché, pur nella sua umanità, è Dio!
Colui che era, perché è umanamente vissuto 2013 anni or sono.
Colui che verrà perché, come professiamo nel Credo, noi aspettiamo il ritorno di Lui che, dopo la Resurrezione è salito al cielo, siede alla destra del Padre, e di là verrà di nuovo nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine….!
In questa ottica acquista significato vero e cristianamente maturo il farsi reciprocamente gli auguri di Natale. Con essi vogliamo ricordarci vicendevolmente che il nostro tempo presente è orientato a quello futuro, quando ci sarà il nostro Natale eterno in Cristo! Nel frattempo ci troviamo impegnati a vivere con attenzione amorosa l’eredità di Cristo Gesù che è il companatico della nostra quotidianità: la Sua Parola e i suoi precetti, soprattutto quello dell’amore vicendevole. Infatti, proprio su questo punto, secondo il Vangelo di Matteo (Matteo 25, 31 e seg.), saremo giudicati.
Il Natale non è, quindi, una ricorrenza annuale! Ma nella sua sacramentalità, ci ricorda che dobbiamo vivere bene il nostro tempo presente, secondo il Santo Vangelo, per essere trovati, davanti al Cristo futuro, come dice Paolo, “Santi ed immacolati al suo cospetto nell’amore” (Efesini 1,3).
Farsi reciprocamente gli auguri di Natale, significa ancora, impegnarsi nel tempo presente, a diventare testimoni di speranza in un mondo che non sa più guardare al futuro, chiuso com’è nella contingenza delle cose temporali. Testimoni del tempo che verrà, testimoni di un mondo che cambierà, testimoni di una visione nuova delle cose e che trova il suo fondamento nella Resurrezione del Signore, testimoni del cielo e della terra nuova dove finalmente abiterà la giustizia: ecco il nostro compito nel tempo presente.
Miei cari fratelli e mie care sorelle, di conseguenza, questo per noi deve essere il tempo della Speranza, dell’Amore, della vera fraternità, cercando di seminare ovunque semi di bene. Non è tempo di lamento, di discordie, di divisioni, di egoismi. E’ un tempo che il Signore ci mette a disposizione perché esso sia riempito della nostra fede in Gesù Cristo.
In ultima analisi, dirsi: “Auguri di buon Natale” diventa una consegna sacramentale per noi, ed equivale a ripetersi l’un l’altro: Io credo, io spero, io amo, io aspetto ed aspettando mi attivo a gettare fasci di luce nel mondo perché non cada nel non senso e nel vuoto del relativismo e dell’auto annientamento!
In questa prospettiva, con questi significati alti, allora vi ripeto: Coraggio! Diamoci una mano, rimaniamo uniti ed avremo sparso semi di bene su questa vecchia terra che non riesce più a vedere i suoi germogli e la sua primavera! Coraggio e…..
AUGURI DI BUON NATALE
p. Augusto

N  A  T  A  L  E     2  0  1  3

Dal vangelo di Luca 2,1-20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio
era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria
città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città
di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di
Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.


 Mentre
si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il
suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per
loro non c’era posto nell’alloggio.



C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto,
vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore
si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da
grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un
Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino
avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

 
 E subito apparve con l’angelo una
moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».



Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori
dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e
trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.



E dopo
averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che
udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

 
Maria, da parte sua,
custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono,
glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato
detto loro.

Occorre essere operatori di pace per vedere Dio

 

Nessun commento:

Posta un commento