Festa di Cristo Re
Domenica 24 Novembre 2013
Dal Vangelo secondo Luca
23, 35-43: Quando io sarò innalzato
da terra, attirerò tutti a me”(Gv 12.32)
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo
deridevano dicendo: «Ha salvato
altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo
di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo
deridevano, gli si accostavano per porgergli
dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re
dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui
c’era anche una scritta: «Costui è il re dei
Giudei».
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo
deridevano dicendo: «Ha salvato
altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo
di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo
deridevano, gli si accostavano per porgergli
dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re
dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui
c’era anche una scritta: «Costui è il re dei
Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo
insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva
te stesso e noi!». L’altro invece lo
rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore
di Dio, tu che sei condannato alla stessa
pena? Noi, giustamente, perché
riceviamo quello che abbiamo meritato per le
nostre azioni; egli invece non ha
fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati
di me quando entrerai nel tuo
regno». Gli
rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Enzo: Questo brano di vangelo, in questa ultima domenica del
tempo ordinario, a prima vista sembra fuori luogo: festeggiamo Gesù, il
profeta, il sacerdote, l’unto del Signore come Re e lo vediamo morente in
croce. E che scena ai nostri occhi: il popolo stava a guardare lo spettacolo,
sì lo spettacolo perché questa era l’usanza pagana, spettacolo pagano per il popolo che ha sempre bisogno di un pezzo
di pane e divertimento. I capi del popolo, sacerdoti, scribi farisei ( coloro
che dicono di volere bene al popolo e a Dio) deridono Gesù.
Non parliamo dei soldati ,
omaccioni dediti alla guerra, duri, rudi, sanguinari che si prendono gioco di
Gesù.
Per ultimo, ma non meno importante,
la volontà di Pilato, del pauroso Pilato,
ordina una scritta in alto sulla croce che dice: Gesù Nazareno Re dei Giudei. La scritta è stata
messa ben in evidenza affinché tutti potessero sapere chi era quel condannato.
Improvvisamente ci si accorge che
il condannato era un re, figlio di Dio che non può salvare se stesso, quello
stesso, ma questo non tutti lo sanno, che di lui era stato scritto, Zaccaria
12,10: “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” e che lo stesso Gesù
aveva annunciato “Quando io sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”(Gv
12.32)
Ma noi uomini abbiamo la memoria
corta.
Un re che aveva degli uomini,
chiamati apostoli, discepoli al suo seguito che ai piedi della croce ne era
rimasto solo uno, Giovanni e la madre del condannato Maria.
In questa scena , oltre a Maria e
Giovanni, solo un soldato romano, un centurione che dopo aver trafitto il costato di Gesù
riconoscerà in Gesù il Figlio di Dio: sicuramente aveva sentito queste parole,
Figlio di Dio, direttamente dalla bocca di Gesù, a me piace pensarlo.
Ecco il nostro Re! Gesù in croce:
dimenticavo, che aveva in testa una corona, non di oro, ma di spine!
“ Davvero costui era Figlio di
Dio!”.Lo disse il centurione , lo diciamo, affermiamo, anche noi oggi, a
distanza di duemila anni e come allora l’apostolo Paolo, riteniamo di non
sapere altro in mezzo a noi che il Figlio di Dio Gesù Cristo, e Cristo
Crocifisso, è il nostro Redentore, il nostro Re.
Il nostro re, un re speciale, un
re, il Re dei re, che perdona il vicino malfattore, che aveva perdonato
tantissimi altri solo perché avevano creduto in lui, che dona la sua vita per i
fratelli.
Il nostro Re che scusa i suoi
carnefici nella preghiera al Padre…
Il nostro Re che ci affida la sua Regina-Madre
prima di morire…
Il nostro Re che prima di dare
l’ultimo sospiro grida al Padre la sua ultima preghiera: “ Padre, nelle tue
mani consegno il mio Spirito”.
Che tremenda ma bella morte quella del nostro
Re! Che esempio…da un Re che ha voluto essere uno di noi, abbracciò l’unica
strada per cambiare il nostro modo di pensare e di essere: sì, perché nessuno
aveva parlato e parlerà mai come Lui, Lui solo aveva, ha, e avrà sempre parole
eterne per ogni uomo di buona volontà che vorrà essere suo discepolo e
testimone.
Lui, il nostro Re, aveva annunciato
la sua morte ma anche la sua Risurrezione agli increduli discepoli: è risorto
veramente e ci aspetta nel Regno dei cieli. La sua risurrezione è garanzia
della nostra fede. Abbiamo di che far festa, gioire per lui con tutti gli
angeli e santi del cielo.
A Lui, nostro Re, onore e Gloria!!
"Gesù Cristo, è il testimone
fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Colui che
ci ama e ci ha liberato dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di
noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a Lui la potenza e la gloria
nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che Lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno il petto per lui. Sì! Amen.
Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente" (Ap. 1,5-8)
Ecco viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che Lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno il petto per lui. Sì! Amen.
Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente" (Ap. 1,5-8)
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Giuseppe: La sfida
dell’uomo a Dio. Quanto scellerati possiamo essere noi esseri umani. Se ci
guardiamo attorno, se pensiamo a noi stessi, al nostro operare nel mondo, ci
rendiamo conto del dramma immenso che si consuma ogni giorno.
Siamo davvero figli di Adamo ed
Eva e del loro “bisogno” di onnipotenza. Gesù, pur avendo assunto la nostra
umanità, non è come noi, muore come noi, muore per ubbidienza al Padre, muore
per amor nostro per darci l’ultimo insegnamento.
E’ così che si è innalzato al di
sopra di qualsiasi uomo, di tutti gli uomini. I santi martiri gli sono
inferiori, perché come noi tutti hanno peccato nella loro vita, perché sono
venuti dopo di Lui, perché hanno avuto bisogno del Suo primo esempio, della Sua
Parola: sono allievi e non maestri.
Oh, il nostro Maestro!La sfida
perduta. La sfida vinta. La sfida è anche nostra se seguiamo il suo esempio. Noi
non arriveremo mai ad essere così grandi, nonostante la fede più grande che
possiamo immaginare, siamo solo poveri esseri umani, fragili, deboli,
imperfetti. Lui,nostro Re e Signore, ci vuole grandi al Suo cospetto.
La nostra fede, cocciuta, conclamata,
continua, persistente ci salverà. Quella sarà, se lo vorremo e con il suo aiuto
la sfida vinta.
Ecco perché questa è la solennità
di “Cristo Re”: Lui elevato sulla croce ci ricorda, che è re per amore, e
con amore sale a Lui la nostra adorazione, il nostro sì
quotidiano. E’ finita la storia terrena del Figlio di Dio, è iniziata la storia
regale del Signore nostro.
Dall’alto ora mi guardi, Signore.
In basso, a me accanto
Tu alberghi.
La mia storia dipani,
intrisa di Te,
mi mostri la strada,
mi prendi per mano
e io, il bimbo che sono,
mi lascio portare,
mi fido,
e vengo da Te.
Mariella: Vorrei aggiungere
alcune riflessioni un po’ attualizzate con i fatti accaduti in questi ultimi
giorni.
Ho a lungo riflettuto sulla
potenza di Dio e sull'impotenza dell'uomo: un Dio che non interviene ma lascia
fare, un Dio che non si manifesta con la forza, ma si percepisce con il cuore.
Torniamo al Vangelo di Luca:
Gesù, è un Re, che prende le
vesti di un uomo sconfitto."...il popolo stava a guardare...",
abbiamo letto.
Gesù, morente, è sotto gli occhi
della folla che, ormai, non lo acclama più come fino ad alcuni giorni prima. Il Cristo crocifisso, è, anche,
sotto gli occhi dei capi ai quali quest'uomo aveva dato molto fastidio con la
sua verità e la sua coerenza.
Potenti che non chinano il capo
neppure di fronte al dolore estremo e alla morte, e manifestano la loro
brutalità con la sfida e lo scherno, che risuonano nelle parole:”Ha salvato gli
altri, salvi se stesso!”
Ma Egli tace.
Ecco il silenzio di Dio!
Un silenzio che si fa pesante e
presente anche durante il cammino della storia;
un silenzio che anche oggi forse
è difficile da accettare di fronte allo scatenarsi della natura che travolge
cose e vite umane.
La sua divinità,la sua
regalità non sono rivelate da gesti
strepitosi, perché il suo potere, non si esprime coi miracoli, ma è fondato, e
si realizza nell'amore che si dona senza misura.
È in Lui, che ogni credente
realizza la propria dignità, non fatta di potere, ma di amore che, umilmente e
generosamente si dona.
Stiamo assistendo ad una
generosa gara di solidarietà, come sempre avviene nelle catastrofi della storia.
Là dove alcuni gridano: dov'è
Dio?, altri si rimboccano le maniche e scendono in campo per risollevare le
sorti di questa umanità in nome di Cristo.
È questo lo stile della regalità
di Cristo e, in Lui la regalità autentica dell'uomo, la sua grandezza e dignità
si misurano sulla capacità di piegarsi sul bisogno dei poveri, dei piccoli,
degli indifesi, degli emarginati, di tutti coloro che, in qualche modo, gli
eventi della vita hanno condannato. Dio, per mezzo nostro s'incarna ogni giorno
nella storia dell'umanità sofferente e torna a vivere la passione e la morte in
croce:
è questo il Dio che vogliamo
IMITARE, AMARE, LODARE !
Anna Il primo pensiero di stasera che il Vangelo mi ha dato modo riflettere è stata la semplice domanda di chi è un Re. E' colui che ha in sposa una bellissima regina, che si fa servire, che possiede ricchezza, che ha sudditi, che dispone di un’ impero e le sue leggi sono << la Verità >> che ha una corona di diademi sul capo!!
E' colui che viene scelto da tutto il popolo per tutelare il bene della collettività, organizzarne la difesa e gestirne la giustizia, deve avere un forte carisma per saper tenere unito il popolo, promuovendo la solidarietà, e soprattutto: deve amare il suo popolo. Dopo un anno di cammino, la settimana prima dell'Avvento, la liturgia ci mette davanti agli occhi la novità scandalosa, l'inaspettata sovversione di un Dio che presenta la sua regalità dal trono della Croce. Al centro del Vangelo di oggi c'è l'evento della Croce. La Croce un legno dei chiodi ! Questo è il nostro Re …La morte …un abbraccio di Luce la Resurrezione … l’Eternità ……Un bel cammino forte di Fede di Speranza e sublime Carità. Quell'uomo appeso alla croce, abbandonato e tradito è il nostro Dio, è il nostro Re.Un Re insolito , Egli è il Figlio di Dio come ci dice Gesù e come noi recitiamo nel Credo assumendo la nostra natura umana, predica il regno di Dio lo costruisce con i suoi gesti di amore, diventa il nostro Salvatore con il Sacrificio della Croce e la potenza della Risurrezione.
Il suo trono però dopo la culla di Betlemme, è la croce,
quel legno che l'uccide, ma che è la nostra salvezza,
che esprime il massimo dell'amore con il dono della vita,
che non toglie il dolore ma lo condivide,
che non ci salva dalla morte ma nella morte,
che perdona e persino giustifica i suoi assassini,
che sceglie come primo inquilino del nuovo Regno il
malfattore crocifisso al suo fianco,
che muore abbandonato da tutti i suoi amici,
che nella solitudine più totale e straziante non maledice
ma consegna il suo spirito al Padre.
Un Re con la corona di Spine che
si rivela Uomo-Dio, Dio-Amore e con il suo donarsi e proprio nel suo donarsi ha
manifestato Se stesso, il suo volto
salvando, guarendo rimettendo in piedi ,
trasfigurando chi lo ha riconosciuto come il Messia e completando la Storia di
Salvezza.
Sarai con me !
Ti terrò con me !
Questa è La Certezza
, la Veridicità del nostro Re ! Sappiamo e siamo convinti che tutti
siamo suoi e che ci terrà sempre con Lui !!!
Seguiamo Gesù fino alla Croce
spogliandoci dal nostro egoismo ,
dall’arrivismo e servendo chi ci passa accanto spezzando il pane nell’Unità
Ecco il nostro Re , un Re che si
fa Presente sempre nella Celebrazione Eucaristica nell’Ostia Consacrata e in
quel Calice versato per la liberazione e Salvezza di ogni uomo, che ci innesta nella sua sofferenza e Amore e
acquisisce per noi il Vero Senso di
figliolanza e appartenenza al Padre.
Potete leggere il commento di Padre Augusto Drago sulla festa di Cristo Re nella pagina a Lui dedicata
Potete leggere il commento di Padre Augusto Drago sulla festa di Cristo Re nella pagina a Lui dedicata
Oggi la liturgia domenicale, a conclusione dell'anno liturgico, celebra la solennità di Cristo Re dell'universo.
RispondiEliminaIl trono della sua GLORIA è la CROCE, quella croce che è stata bandita dalle scuole e da tutti gli uffici. Forse perchè incute paura? Forse perché ci inquieta? Non so...Eppure non conosco Icona più bella di quella del Crocifisso.
Sulla Croce IL RE non è servito, ma serve. Non perde la sua vita, ma la dona. Non perde se stesso salvandosi dalla morte, ma perde se stesso donando la sua vita. Un Re che perde e che vuole perdere! Per questo entra nella Gloria del Regno e vuole che anche noi vi entriamo assieme a lui! Perdere la vita per recuperarla centuplicata attraverso il dono che di essa facciamo agli altri! Questo è il Volto della BELEZZA, quella vera, non quella COSMETICA, ma quella che rende il cuore carico di dolcezza e di tenerezza! Cristo Gesù, regna SU DI NOI ED INSEGNACI AD ESSERE SERVI PER AMORE! Amen - Padre Augusto Drago