BENVENUTO



B E N V E N U T O !! Lo Spirito Santo illumini la tua mente, fortifichi la tua fede.


giovedì 14 novembre 2013

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.





"Io vi darò parola e sapienza"
Domenica 17 Novembre


Dal Vangelo di Luca 21,5-19 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e

quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.

Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.



Parola del Signore!

Mariella: L'anno liturgico volge al suo termine e i brani biblici di queste ultime domeniche orientano  verso gli avvenimenti finali della storia, sia a livello universale.

Questo discorso, che l'evangelista colloca immediatamente prima del racconto della passione, assume il valore di un vero e proprio testamento che il Maestro prima di essere condotto al Calvario per la sua missione salvifica, vuole lasciare ai suoi discepoli di tutti i tempi e di tutti i luoghi.


 In questo testamento, Gesù solleva in qualche modo il velo sul futuro che l’umanità attende fino al termine della storia, quando Egli verrà nella gloria, per radunare i dispersi e ricomporre le tribù.

È’ l'ultimo discorso pubblico di Gesù, il suo addio a Gerusalemme, di cui annuncia  la distruzione con parole raggelanti: “sarà ridotto a un cumulo di macerie”.


Gli uditori, sbalorditi e increduli, chiedono a Gesù quando questa profezia si sarebbe attuata e quali fossero i segni che avrebbero preceduto quel tragico avvenimento. Ma Gesù nella sua risposta è meno interessato alla sorte di Gerusalemme, quanto piuttosto gli sta a cuore il destino dei suoi discepoli e la condotta che essi dovranno tenere nel tempo lungo dell'attesa.

In primo luogo mette in guardia i suoi dai falsi profeti che annunciano prossima la sua venuta. La fede dei discepoli fin dagli inizi sarà sempre minacciata da falsi profeti, da presunti rappresentanti di Dio. Bisogna vigilare dunque, per non lasciarsi ingannare da chi vuole allontanarci dalla retta via.


Gesù chiede ai suoi discepoli di ogni tempo, ossia a noi oggi, di accettare con coraggio il tempo che viviamo, di guardare in faccia alla realtà, per saperla affrontare. Il coraggio è  necessario soprattutto di fronte all'odio e alla persecuzione che accompagnano l’annuncio del Vangelo.  Per questo esorta i suoi a seguirlo senza paura anche sulla via della Croce se fosse necessario, perché la sequela non può essere disgiunta dalla testimonianza.


"Questo vi darà occasione di rendere testimonianza". Infatti coloro che rimangono  fedeli a Gesù anche nella sofferenza più estrema, offrono un’efficace ed incisiva testimonianza agli altri. Gesù stesso e lo Spirito Santo  metteranno sulla loro bocca parole efficaci per controbattere quanti si accaniranno contro di loro.

Quando si troveranno odiati da tutti, traditi e abbandonati perfino dai loro famigliari, potranno sempre contare sulla protezione del Padre, che nella sua attenzione amorosa curerà anche il più piccolo particolare: "Nemmeno un capello del vostro capo perirà!"


E Gesù conclude rassicurandoci: "Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".

Il termine "perseveranza" più propriamente significa: pazienza, costanza, coraggio, fiducia, soprattutto resistenza di fronte alle tante prove della vita. Si tratta di rimanere fedeli alla parola di Gesù, alla volontà di Dio che ci chiede di vivere quotidianamente nel suo Amore e per amore.

Ci chiede di scoprire e attuare il significato del lavoro umano dell’operosità. San Paolo ci esorta a vivere il tempo della nostra esistenza non in oziosa agitazione, ma "lavorando in pace"

E possiamo tranquillamente affermare che l'attesa del mondo futuro non consente alcuna evasione dagli impegni terreni, ma sollecita a migliorare la nostra società.


Leggendo questo brano del Vangelo di Luca è facile pensare esclusivamente agli avvenimenti della fine del mondo che chiuderanno la storia umana: la fine del mondo, la vittoria del Signore, il giudizio ultimo. E invece non si tratta soltanto di questo.

Non si tratta nemmeno di valutare le cose che stanno succedendo tutt'ora e quelle che nel corso degli anni abbiamo visto succedersi.

La prospettiva di questo discorso di Gesù è in un certo senso capovolto: a partire dalla certezza del suo ritorno glorioso e del giudizio finale, Gesù concentra l'attenzione dei discepoli sul presente nel quale vivono.

Preghiamo perché il Signore ci faccia conservare una fede lucida, di fronte allo scatenarsi della violenza nel mondo e al dilagare dello strapotere del male

e perché ci aiuti, attraverso le vicende liete e tristi di questo mondo,a vivere il presente nel migliore dei modi, così come Lui desidera da noi!


Giuseppe: Questo brano evangelico mi conduce lungo il sentiero della vita, che ognuno di noi sta provando. Problemi. Drammi. Anche la preannunciata distruzione del tempio ne è un esempio. Oggi possiamo vedere la distruzione del “tempio spirituale” che è assai peggio, ma che gli ebrei del tempo non potevano capire.


Ricordo una frase del cardinal Ratzinger, poi divenuto sommo pontefice: “la crisi della predicazione cristiana, che da un secolo sperimentiamo in misura crescente, dipende in non piccola parte dal fatto che le risposte cristiane trascurano gli interrogativi dell’uomo”. Ed ecco allora la “lezione” pratica di questo vangelo calata ai nostri giorni, la sua risposta.


Io, il cristiano, il protagonista della storia di oggi, io che mi proclamo credente, sono invitato da Gesù Cristo a prendere coscienza, in modo attentissimo, ma anche tenero ed appassionato, di me stesso per riuscire a spalancare gli occhi dell’anima, disporre di me stesso secondo la mia fede, riconoscere persino nell’aria che respiro quel Gesù, e viverlo in me.  “e il Verbo si fece carne”, come anche noi siamo carne, per cui parla e vive come dobbiamo vivere noi.

E’ un’avventura bella, la nostra vita, questo nostro immergerci nella Sua Presenza, che è reale “e il Verbo si fece carne”, è l’esperienza che porta al traguardo finale, l’eternità nella casa della creazione, l’eternità alla presenza del Padre.

Ed è questo che la società di oggi non comprende e non comprendendo rifiuta. Prendere sulle nostre spalle  gli interrogativi della società dei nostri giorni è l’unica strada possibile. I veri mattoni del nostro tempio sono al di là e al di sopra di noi, eppure li possediamo. Dobbiamo farne l’uso per cui ci sono stati donati con il cuore, la vita e il sangue di Cristo, nostro redentore, colui che ha le chiavi del tempio indistruttibile.

Chiediamoci, allora:

- abbiamo davanti a noi il traguardo da raggiungere?

- stiamo costruendo il tempio santo, quel mondo nuovo che Lui ci ha promesso?

 Nella nostra risposta sta il presente e il futuro della Storia della Chiesa.


Enzo: A chi di noi non è capitato visitando le tante cattedrali o tempi del nostro bel paese e non rimanere  ammirati della loro maestà e bellezza? Ma, forse, nessuno ha mai pensato alla loro distruzione. Per gli ebrei che seguivano Gesù oltre la meraviglia sicuramente si univa nel loro animo l’orgoglio: il Tempio di Gerusalemme era per loro il segno della presenza di Dio, il luogo dal quale Dio protegge il suo popolo, il tempio del Dio delle promesse.

Sicuramente con questo animo religiosamente orgoglioso i presenti ai quali  Gesù si rivolgeva non capirono le sue parole.


Gesù sembra voler frenare quel commento entusiasta, consapevole dell’imminente distruzione e del tempio e della stessa distruzione. Ma non è la distruzione del tempio che Gesù mette in primo piano e ne decreta la fine, ma le parole che seguiranno riguardano anche altri “edifici”: tutto l’uomo in particolare nelle sue scelte e decisioni; l’amicizia tradita; le famiglie sconvolte per altri interessi; omicidi, persecuzioni e odio generalizzati…E tutto questo per chi crede nel nome di Gesù!

Alla domanda dei presenti dei tempi futuri Gesù risponde solo in parte manifestando i segni che li precederanno. Segni terribili, apocalittici allo stile dei profeti, così terribili che Gesù stesso pianse su Gerusalemme pensando a ciò che l’attendeva.

Dalle sue parole è chiaro il suo pensiero rivolto ai discepoli: importante è la vostra Vita che “salverete con la vostra perseveranza”: Vita con la “V” maiuscolo.

..Luca quando scrive sicuramente ha presenti le prime comunità cristiane segnate da precarietà e persecuzioni, anche interne alle famiglie. A loro ricorda le parole di Gesù: “io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”.


io vi darò parola e sapienza” , “salverete la vostra vita con la vostra perseveranza”.


Sono anche per noi queste parole?



La Chiesa, comunità dei credenti, così come la conosciamo, con le sue chiese, cattedrali, organizzazioni e strutture, è segnata dal limite umano, da una fede spesso precaria, lontana da quella “Parola e Sapienza” che Gesù vuole darci, da quella “Perseveranza” di oggi, di ogni giorno, che è frutto di fortezza che  soltanto lo Spirito può dare: perseveranza che è attenzione continua, discernimento come conoscenza e opposizione alle forze del male.

Mi viene da fare una domanda: cosa vuol dire Gesù con “perseveranza”? Non vorrà forse dire che quella fine che si prospetta orrenda incomincia proprio adesso, in questo momento per noi che abbiamo ascoltato la sua parola, nel presente, e che nemmeno un capello del nostro capo sarà perduto?


Abbiamo bisogno di una Fede che, per essere vera, è testimonianza, manifestazione di quello a cui crediamo; che non teme di perdere questa vita per quella vera, futura, la vera Vita alla quale Dio ci chiama: salveremo la nostra Vita, quel futuro che Gesù chiama Regno dei cieli.


Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato non hanno un tono minaccioso ma di incoraggiamento: facciamole nostre con la fiducia che un simile Maestro merita. O no?


Mariella: Enzo tu chiedi a noi cosa vuol dire Gesù col termine "perseveranza?":

Io credo voglia dire non farsi prendere dalla paura, dai dubbi, dalle incertezze dalle abitudini e neppure dalla faciloneria, ma vivere consapevolmente la missione accettandone i rischi, nella consapevolezza che Dio c'è, è sempre al nostro fianco, nulla potrà mai separarci dal suo Amore e niente potrà cancellare il bene che ogni giorno abbiamo seminato.

L'importante non è perdere la vita terrena, ma importante è non perdere quella eterna


Giuseppe: Per me perseveranza è non tradire mali le sue parole. Mai.


Enzo: Grazie mari per aver ripreso il concetto della perseveranza. Era solo una domanda che mi sono fatta e alla quale in un certo modo abbiamo dato risposta. Ma aggiungo:

Una vera perseveranza non può fare a meno della Speranza unita almeno ad un "pizzico" d'amore.



Giuseppe: Secondo me la perseveranza è in realtà la fede, che con speranza e carità sono le tre virtù teologali, tutte indispensabili. Che ne pensate?



Mariella: la perseveranza è sicuramente una virtù applicata alla fede..........



Enzo: Certamente le tre virtù non possono andare ognuna per conto proprio;

la perseveranza è intesa come risposta costante, assidua alla fede, fiducia nelle promesse divine.





Dopo la riflessione abbiamo pregato con il salmo 46, che proponiamo a chi ci leggerà.



Salmo 46

Questo salmo è il primo salmo dei cosidetti "salmi di Sion" che celebrano la città santa come dimora di Dio, e luogo ideale dove pulsa il cuore della fede d'Israele. E' una preghiera di fiducia in Dio rifugio e fortezza per il suo popolo.
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Fremano, si gonfino le sue acque,
si scuotano i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell'Altissimo.

Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell'alba.

Fremettero le genti, vacillarono i regni;
egli tuonò: si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi.

Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.


Nessun commento:

Posta un commento