BENVENUTO



B E N V E N U T O !! Lo Spirito Santo illumini la tua mente, fortifichi la tua fede.


venerdì 3 giugno 2016

Come si fa a non piangere di fronte ad un figlio morto?



Cosa ha fatto quella donna per meritarsi un così grande miracolo?
 
Decima domenica del tempo ordianrio – Anno C



Dal vangelo seconodo Lc 7,11-17

In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Parola del Signore!

Ciò che succede in questo brano è di una semplicità eccezionale, l'evangelista Luca è lapidario, freddo, almeno questa è la prima impressione, un racconto come un altro se non fosse presente il Maestro con una grandissima novità, ma le intenzioni di Luca sono altre, come vedremo.

Gesù, i suoi discepoli, una vedova e il figlio unico di questa, morto, e aggiungiamo la grande folla sono gli attori. Ma entriamo in merito dei significati profondi che da tutti i brani dei vangeli, ogni volta che ci soffermiamo a riflettere, ci giungono dallo Spirito che ci segue.

La tradizione evangelica ricorda tre miracoli di risurrezione: il figlio della vedova di Nain (7, 11-17), la figlia di Giairo (8, 50-56), Lazzaro (Gv. 11).Il loro intento non è anzitutto quello di mostrare la straordinaria potenza di Gesù, ma di mostrare che in Lui è la vita, che Lui è il padrone della vita.

Luca ha collocato questo episodio, riportato solo da lui, a questo punto del suo vangelo probabilmente per preparare la risposta di Gesù agli inviati del Battista, venuti a chiedergli i segni della sua messianicità. Fra questi segni c’è anche la risurrezione dei morti: ecco perché Luca ha posto qui, immediatamente prima,  la risurrezione del figlio della vedova. Questo episodio prepara e giustifica la risposta che Gesù darà alla delegazione del Battista, “i morti risuscitano”.

Il ragazzo morto è il figlio unico di una donna vedova. All’entrata della città Gesù si imbatte nel suo funerale. Gesù è accompagnato dai suoi discepoli e il feretro è seguito da molta gente. Così il miracolo è compiuto davanti a molti testimoni.

Gesù prova compassione per la madre, e le dice di non piangere. L’iniziativa è interamente sua, completamente gratuita. La madre non gli chiede nulla, semplicemente mostra, piangendo, il suo dolore. Il sentimento che spinge Gesù è dunque la compassione, che fa riferimento all’amore materno. Si tratta di un sentimento profondo e partecipe che mostra Gesù come vero uomo. 
 
Gesù si lascia coinvolgere dal dolore della donna, prescindendo da ogni valutazione di merito. Cosa ha fatto quella donna per meritarsi un così grande miracolo? Nulla è detto e nulla si deve aggiungere. Gesù ha intuito il dolore di una vedova per la perdita dell’unico figlio, e questo gli è bastato per intervenire, non ha chiesto la fede in Lui come in altri incontri: è intervenuto spontaneamene per compassione di una mamma, nessuna invocazione al Padre, nessuna preghiera, nessun gesto, soltanto una piccola frase, un ordine: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Un miracolo completamente gratuito che ci dice che Dio prende sempre l'iniziativa, che la Parola di Dio salva.
Con questo miracolo Gesù svela la sua potenza divina.

Un’ultima annotazione: l’espressione ammirata della gente (“Un grande profeta è sorto in mezzo a noi”) fa riferimento all’episodio di Elia (2 Re 17, 17-24). Ma il racconto di Luca differisce dal modello dell’AT. Infatti mentre Elia per risuscitare  il figlio della vedova di Sarepta, “si distese tre volte sul fanciullo”, Gesù, invece, non ha bisogno di nessun gesto, ricorre solo alla sua parola: “Alzati!”.

La folla presente, dolpo una reazione di timore sacro, quasi di spavento, proruppe in un'acclamazioone corale di lode a Dio.Attraverso il prodigio straordinario compiuto da Gesù la folla intuì la visita di Dio al suo popolo. “ Dio ha visitato il suo popolo”. Una bellissima testimonianza cha aiuta la nostra fede a crescere:  
il nostro Dio ci vede, ci osserva, opera meraviglie, si dona: sta a noi scoprire le sue azioni per noi.



Mariella:  Questo fatto descritto nel brano di Luca succede a Naim, paese di pescatori al sud della Galilea. La situazione è realmente drammatica, una vedova che perde suo figlio è una persona ormai priva di sicurezze e di futuro. Gesù vede questa donna piangere, comprende il suo dramma, legge nel suo cuore lo smarrimento, prova per lei compassione e senza che la donna chieda qualcosa le dice solo due parole: “non piangere!” Come si fa a non piangere di fronte ad un figlio morto? Ma Gesù non intende solo consolare questa madre, Egli non resta spettatore, agisce ed opera un miracolo.

A questo punto si avvicina alla bara, non ha paura del giudizio della gente, non teme di essere considerato impuro, non si ferma di fronte alla legge, restituisce la vita con gesti gratuiti e colmi di tenerezza. Tocca la bara, o per meglio dire il defunto, (come prescritto dalla Legge, chi tocca un cadavere, o un oggetto che tocca un cadavere, come la bara, diventa impuro gravemente, e tutto quello che tocca diventa contaminato),
rivolge al ragazzo un invito: “dico a te, alzati!” E subito il giovinetto si siede e si
mette a parlare: due atteggiamenti che testimoniano il suo ritorno alla vita piena.

Questo episodio ci porta alla mente tante situazioni attualissime di giovani che anche oggi perdono la vita, non solo per malattie, ma per cause diverse, le più assurde e disperate. Quante madri ogni giorno piangono i loro figli senza più speranza...

Cosa possiamo imparare da questo brano evangelico? Molte volte anche noi ci troviamo coinvolti da fatti estranei alla nostra vita, ma che tuttavia ci immettono nella sofferenza altrui disarmante, di fronte alla quale preferiremmo fuggire... Nei momenti difficili, dinanzi a coloro che stanno affrontando qualsiasi dramma, non bisogna condividere il pianto, come la molta gente che stava intorno alla vedova. È necessario, invece, partecipare al dolore, assumere gesti che sappiano ridare vita e speranza all'angoscia, testimoniare che la morte non è l'ultima parola, ma che il Signore risorto è il vincitore della morte, manifestare la nostra fede glorificando Dio ed annunciando la sua Misericordia.

“In ogni dolore Gesù ci è sempre accanto, ci ripete: “dico a te, alzati!”e ci restituisce la certezza che l'Amore salva”





Nessun commento:

Posta un commento