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martedì 10 dicembre 2013

La grandezza di Maria non consiste nell’essere stata Madre di Gesù



Maria di Nazaret nel Nuovo testamento



In  questa seconda parte vogliamo riflettere sulla figura di Maria secondo le Scritture, ciò che si dice di lei nel nuovo testamento.
San Paolo non nomina mai Maria e in tutte le sue lettere non ne fa cenno, o meglio un accenno c’è: nella lettera ai Galati 4,4-5 dice che “ quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”.
E’ logico che la donna da cui è nato Gesù è Maria, ma l’apostolo Paolo vi fa riferimento solo in questo passo, il che significa che si può fare tutta la teologia senza nominare Maria. Non si vuole con questo sminuire l’importanza di Maria ma soltanto che al centro della teologia della storia della salvezza c’è Gesù di Nazaret, figlio di Maria.

Anche nel vangelo di Marco, che è il più antico, troviamo solo una breve comparsa di Maria in un episodio quando lei ed altri parenti vanno a trovare Gesù a Cafarnao per portarlo via perché pensano che sia matto.
In quella occasione Gesù domanda: “ Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “ Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3,33-35).
Lo stesso episodio è raccontato anche da Matteo (12, 46-50) e in Luca (8, 19-21).
Se in apparenza può sembrare che Gesù non  riconosca sua madre, in realtà Gesù sta dicendo che la grandezza di sua madre sta nel fatto di avere ascoltato la Parola: “chi ascolta la mia Parola, chi ascolta me, e fa la volontà del Padre è per me fratello, sorella e madre”; e Maria ha ascoltato la Parola ed ha fatto la volontà del Padre”.
Per questo è Madre, per questo è grande. Quindi, questa affermazione di Gesù è una lode implicita di Maria, mettendo in evidenza dove sta la grandezza.

In Giovanni Maria appare in due occasioni: a Cana e ai piedi della Croce. In entrambi i casi Gesù la chiama “donna” e la figura della Madre ha un ruolo simbolico in relazione con l’uomo, è l’immagine del Cantico dei Cantici che arriva al compimento: lei è l’umanità fedele, lui è il Signore.
L’incontro segna la nuova ed eterna alleanza, anticipata a Cana, e inaugurata nel sangue di Cristo versato sulla croce, dove il passaggio della Madre al discepolo è la consegna dell’antico al nuovo 



testamento, della Sinagoga alla Chiesa, è l’unione dei due popoli e delle due tradizioni (Giov 2,1-12 e 19, 25-27).
Maria è indicata come Madre di Gesù e madre della futura Chiesa, sposa fedele del Padre.

Luca ha fatto un ritratto storico di Maria. Nel Vangelo dell’infanzia (Giov 1,26-80; 2) , Luca ha presentato la persona di Maria in una connotazione psicologica e spirituale, mettendo in evidenza il suo cammino di fede.
Il testo più importante è quello dell’Annunciazione. Gli episodi narrati da Luca, dopo l’annunciazione, sono il racconto della Visita ad Elisabetta, il cantico del Magnificat, poi il racconto della Natività, dove Maria compare semplicemente come personaggio, ma senza essere protagonista della narrazione: “i pastori trovarono il bambino con Maria e Giuseppe”; successivamente nel racconto della presentazione al Tempio, Maria porta il bambino nel Santuario di Gerusalemme e ascolta le parole di Simeone fra cui una profezia che la riguarda.



E ancora, nell’episodio di Gesù dodicenne Maria si fa interprete dei sentimenti di angoscia, suoi e di Giuseppe, dicendo al ragazzo:”Perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. Tutte cose normali per una famiglia di allora, e di oggi nelle famiglia cristiana, almeno speriamo che lo sia.
Dopo la risurrezione è ancora Luca che parla di Maria a Gerusalemme, presente nel Cenacolo, presente nel momento dell’Ascensione, perseverante con gli apostoli nella preghiera (Atti 1,6-14).
In seguito non viene più nominata. Se Giovanni l’ha presa nella sua casa ha vissuto con lui, ma non ci è dato di sapere per quanto tempo.

Assunzione al cielo: La festa del 15 agosto è il ricordo della morte di Maria, chiamata “dormizione”, in Oriente, transito, passaggio; è la glorificazione di Maria in anima e corpo, ma è una persona defunta che raggiunge la pienezza della vita in anima e corpo.
Non troviamo riscontro nel nuovo testamento, c’è l’intervento del magistero della Chiesa, cioè l’insegnamento dottrinale della Chiesa che ha detto qualcosa di più delle Scritture.
I due dogmi mariani, l’Immacolata concezione e l’Assunzione al cielo, sono relativi in Maria prima della nascita e dopo la morte, non riguardano la sua vita terrena, sono affermazioni teologiche che vanno al di là della storia: riguardano l’intervento salvifico di Dio, per sola grazia nella nascita e per destinazione naturale dell’uomo  per progetto divino.
Viene quindi presentata come la realizzazione piena della persona umana, è la realizzazione del progetto divino: Dio ha pensato l’umanità pienamente bella, totalmente realizzata e santa in Maria: il progetto si è realizzato dall’inizio alla fine a esempio e memoria dell’umanità.

Conclusione:
Anche Maria , come si conviene ad un credente in Gesù, “peregrinò nella fede”, come dice il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium, cioè camminò come una pellegrina, credendo e aumentando, maturando, cercando di avanzare nella fede; ebbe un cammino umano di maturazione anche nella fede.
E questo è importante perché è proprio ciò che dicono i racconti biblici:
- a proposito di Gesù dodicenne, l’evangelista Luca dice che i genitori, Maria e Giuseppe, “non capirono” quello che era successo.
- inoltre, dato che Maria “serbava tutte queste cose nel suo cuore” significa che ci ripensava e le meditava, le assimilava, cercava di capirle meglio, metteva insieme i tasselli di un  mosaico per avere più chiara la situazione.
Quindi Maria “peregrinò” nella fede,meditò, conservò quella esperienza e le mise insieme per capire meglio che cosa Dio voleva da lei.
Non è un esempio per ogni discepolo di Gesù?

La grandezza di Maria non consiste nell’essere stata Madre di Gesù, bensì nell’essere stata “discepola” di Gesù, è l’avere ascoltato la Parola; lei ha concepito la Parola perché ha creduto in Dio.
Sant’Ireneo di Lione, grande padre della Chiesa, nel 180 scrive: “Concepì prima con la mente che con il ventre”.Concepì accettando la Parola, ma per accettare pienamente la Parola ci vuole la verginità del cuore.
Allora Maria è Madre perché è Vergine, mentre nella logica non potrebbe essere madre se vergine. Ma solo la Vergine può essere Madre di Dio; solo in quanto ha la verginità del cuore, concepisce la Parola e la accoglie veramente, Maria può generarla, può dare la vita alla carne umana di Dio.

Questa è la grandezza del discepolo: aver accettato, accolto e custodito la Parola è la grandezza di Maria e Maria diventa così il modello di ogni uomo, dell’umanità nuova, dei discepoli del Figlio, che a loro volta possono essere per Lui fratello, sorella e madre.



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